Processo Open Arms

Salvini a Palermo per il processo Open Arms. Cosa rischia e perché

Il leader della Lega in aula del carcere dell’Ucciardone di Palermo per caso Open Arms blocco alla nave di migranti. Salvini: “Non ho sequestrato nessuno”.

Salvini a Palermo per il processo Open Arms. Cosa rischia e perché

Si sono aperte le porte dell’aula bunker del carcere dell’Ucciardone di Palermo, lo stesso del maxiprocesso istruito grazie al lavoro di Giovanni Falcone e Paolo Borsellino alla fine degli anni ’80. E proprio l’immagine di Borsellino, stampata sulla mascherina esibita nelle scorse ore da Matteo Salvini, ha sollevato polemiche. Ma il leader della Lega ha tirato dritto: in Sicilia fin da venerdì, appunto, oggi è in aula per rispondere dell’accusa di sequestro plurimo di persona aggravato e omissione d’atti d’ufficio. Il caso è quello della nave Open Arms, della ong spagnola omonima, che tra il 14 e il 16 agosto del 2019 rimase bloccata con a bordo 107 migranti, al largo di Lampedusa, per il no allo sbarco da parte dello stesso Salvini, all’epoca ministro dell’Interno.

 

Il processo Open Arms

A decidere se Salvini sarà rinviato a giudizio, e dunque se si terrà un processo a suo carico, o se sarà prosciolto è il giudice per le udienze preliminari di Palermo, Lorenzo Jannelli. Decisive potrebbero essere le due lettere che smonterebbero la tesi dell’allora responsabile del Viminale che, tramite il suo legale Giulia Bongiorno, sostiene che l’ordine di non far sbarcare i migranti fosse concordato con il premier, Giuseppe Conte. I documenti, invece, proverebbero che il responsabile del governo per due volte avesse sollecitato Salvini a far scendere dalla nave i 27 minori non accompagnati perché la situazione sanitaria a bordo non era sostenibile. Tra le carte della Procura di Palermo ci sono anche le relazioni successive all’ispezione sanitaria guidata dal Procuratore, Luigi Patronaggio, che parla di “omissione di quegli atti d'ufficio che il Viminale avrebbe dovuto adottare”. A pesare è anche il decreto cautelare d'urgenza del Tar del Lazio, a cui la Open Arms si era rivolta, che annullava il provvedimento di divieto di ingresso in acque territoriali italiane firmato da Salvini insieme agli allora ministri dei Trasporti, Toninelli, e della Difesa, Trenta, in applicazione al Decreto Sicurezza-bis. Infine sarà portata come documentazione anche l’email con cui la Guardia costiera dava il proprio “nullaosta allo sbarco” al Viminale.

 

Salvini, “Orgoglioso di aver difeso i confini italiani”

La ong spagnola è decisa a costituirsi parte civile nel processo, in particolare con cinque migranti che sono assistiti dall’avvocato della Fondazione, Arturo Salerni, che ha già depositato oggi l’istante, annunciando alla vigilia “C’è stato un ostacolo alla missione di Open Arms”. Dal canto suo Salvini si è detto molto sereno e conferma la propria posizione: “Per l’accusa di sequestro di persona sono previsti fino a 15 anni di carcere: sapete perché? Perché la nave spagnola Open Arms si rifiutò di andare in Spagna, nonostante il governo spagnolo offrì due porti. A processo vado io e ci vado tranquillo e sereno e orgoglioso di aver difeso i confini italiani, lascio giudicare al giudice ma non ritengo di aver sequestrato nessuno”.

COPYRIGHT THEITALIANTIMES.IT © RIPRODUZIONE RISERVATA