Gasdotto della discordia

NordStream2: cosa c’entra Navalny con il gasdotto a cui lavora Berlino

Opposizione russa e appello della Francia per fermare il progetto di fornitura strategica del gas russo alla Germania, che va avanti con impegni e scadenze.

NordStream2: cosa c’entra Navalny con il gasdotto a cui lavora Berlino

A sollevare “obiezioni” sul completamento del “gasdotto della discordia”, il Nord Stream 2, questa volta è la Francia. È di qualche giorno fa la notizia dell’appello lanciato da Parigi per chiedere a Berlino di interrompere i lavori di realizzazione del progetto, in cui la Russia figura come il partner principale. Il dibattito sul Nord Stream risale al 2015, quando Gazprom e cinque big europee del settore energetico hanno formato un consorzio da 9,5 miliardi di euro per posare un nuovo gasdotto accanto a quello già esistente lungo il fondo del Mar Baltico.

 

Vicenda “Navalny”, scatta lo stop da Parigi

Ad accendere il movente francese sarebbero gli sviluppi del caso Navalny, che in queste settimane ha generato tensioni tra l’Europa e il Cremlino. Ma fonti del Bundestag hanno fatto sapere che le dichiarazioni francesi non fermano la Germania, confermando che il Governo non rivedrà né comprometterà gli impegni e tempi già stabiliti per la costruzione del pipeline.

Clement Beaune, Ministro francese per gli Affari europei, ha affermato lunedì che la Francia ha suggerito alla Germania di fare un passo indietro sul Nord Stream 2, in particolare, dopo i recenti arresti di massa dei sostenitori del leader dell’opposizione russa, arrestato a metà gennaio e attualmente detenuto in attesa del processo.

 

Sanzioni europee o americane?

L’Unione europea sta prendendo in considerazione di votare nuove sanzioni per la detenzione di Alexei Navalny e un giro di vite contro i suoi sostenitori. In un tweet del Capo dell’Ufficio stampa federale dell’Esecutivo di Angela Merkel, si legge che Berlino “esorta il Governo russo a rilasciare immediatamente (...) Navalny e, in secondo luogo, a soddisfare le richieste di chiarimento sulle circostanze dell'attacco con armi chimiche sul suolo russo”.

 

Gli Stati Uniti e diversi Paesi dell’Ue (in primis, la Polonia) hanno espresso forti critiche alla costruzione del gasdotto, affermando che gli allacciamenti aumenteranno la dipendenza energetica da Mosca - sia della Germania e che degli altri 26 del blocco Ue – per le forniture strategiche di gas, penalizzando l’Ucraina (provandola delle tasse di transito). La Francia è stata meno esplicita nella sua opposizione, ma ha fatto comunque trasparire nuove preoccupazioni che si sommano ai dubbi già avanzati all’inizio dell’opera. “Le sanzioni sono già state imposte, (...) dobbiamo essere chiari, non saranno sufficienti” ha detto Beaune, spiegando che quella di interrompere i lavori resta  “una decisione (solo) della Germania”, gestore del gasdotto.

 

La Commissione europea, che negli anni ha frenato con successo le ambizioni di Gazprom in Europa, non ha preso posizione e rimane scettica senza interferire. È invece l’Europarlamento a chiedere che la costruzione del Nord Stream 2 venga immediatamente sospesa. Dal fronte russo si apprende intanto che, essendo un progetto puramente commerciale, non dovrebbe essere finire al centro del ‘braccio di ferro’ nei giochi della politica internazionale.

 

Il destino del gasdotto si vedrà nelle prossime settimane.

 

A che punto sta il Nord Stream 2

Il gigante energetico russo Gazprom - principale investitore – ha informato che il gasdotto è ormai ad un passo dall’essere completato, visto che il suo stato di avanzamento è già al 94%.

È costituito da due tubi, entrambi di circa 1.230 chilometri. Una volta operativo, dovrebbe fornire decine di miliardi di metri cubi di gas naturale all’anno dalla Russia alla Germania.

 

Restano da costruire meno di 150 km, principalmente nelle acque danesi. L’area interessata dall’ultimo tratto dei lavori è al largo di Bornholm, un’isola danese nel Mar Baltico. Nel frattempo l’Amministrazione USA, armata di una legislazione in continua crescita in materia di sanzioni secondarie, sta osservando attentamente gli sviluppi del gasdotto, intervenendo attraverso le aziende che sarebbero coinvolte nella costruzione.

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