
Il governo Draghi sembra intenzionato a proseguire la lotta al contante per contrastare l’evasione fiscale magari prendendo spunto dal Piano Colao presentato a Conte nel mese di aprile del 2020.
Ricordiamo infatti che Vittorio Colao, nominato da Draghi ministro per l’Innovazione tecnologica e la transizione digitale, era stato chiamato dall’ex premier a guidare la task force della cosiddetta "Fase 2" per la ricostruzione economica del Paese dopo la pandemia Covid-19.
Il Piano Colao per la ripartenza punta sulla digitalizzazione e innovazione
Il Comitato di esperti in materia economica e sociale nel suo primo rapporto aveva elaborato delle raccomandazioni relative a iniziative atte a facilitare e a rafforzare la fase di rilancio post epidemia Covid-19. Il Piano Colao, così è stato ribattezzato il rapporto, puntava su tre assi per il rafforzamento del Paese:
digitalizzazione e innovazione;
rivoluzione verde;
parità di genere e inclusione.
Nel rapporto si legge che il Paese, intraprendendo un’azione di radicale digitalizzazione e innovazione, potrà effettuare un “salto in avanti” in termini di competitività del sistema economico, di qualità di lavoro e di vita delle persone, di minore impatto ambientale e di partecipazione dei cittadini alla vita pubblica. La digitalizzazione è inoltre strumento di trasparenza, riduce gli spazi per l’economia sommersa e illegale e rende possibile uno sfruttamento efficace dei dati per migliorare la qualità di tutte le decisioni di policy e amministrative.
Colao e la lotta al contante per ridurre l’economia sommersa
Tra i punti principali di Vittorio Colao per la ripartenza c’era quello volto alla riduzione significativa dell’economia sommersa per liberare risorse e garantire una equa concorrenza, attraverso:
1. Emersione del lavoro nero;
2. Emersione e regolarizzazione del contante derivante da redditi non dichiarati, introducendo:
Voluntary Disclosure sul contante e altri valori derivanti da redditi non dichiarati (anche connessa all’emersione del lavoro nero) a fronte del pagamento di un’imposta sostitutiva e dell’impiego per un periodo minimo di tempo (ad es. 5 anni) di una parte significativa dell’importo in attività funzionali alla ripresa (ad es. investimento nel capitale dell’impresa del soggetto che fa la Voluntary Disclosure, o investimento in social bond nominativi o altri strumenti analoghi);
Promuovere un’iniziativa presso le istituzioni europee competenti per mettere rapidamente fuori corso le banconote in Euro di maggior taglio (500 e 200).
3. Regolarizzazione e rientro dei capitali esteri;
4. Passaggio a pagamenti elettronici:
Incentivando l’utilizzo dei pagamenti elettronici (PA, esercizi commerciali e soprattutto servizi e prestazioni) tramite: deduzioni/detrazioni dall’IRPEF, lotterie instant win, credito d’imposta per gli esercenti e accordi con il sistema bancario per riduzione delle commissioni;
Rendere effettive ed eventualmente inasprire le sanzioni per gli esercizi commerciali e servizi privi di POS o con POS non funzionante;
Scoraggiare l’uso del contante per somme rilevanti attraverso la riduzione dei limiti ai pagamenti in contanti nonché disincentivi al ritiro e all’utilizzo degli stessi (ad es. anticipo fiscale a valere sui prelievi di contante).
Forse si partirà proprio da queste raccomandazioni per proseguire con Mario Draghi la lotta al contante e all’evasione fiscale iniziata dal governo Conte, proseguendo su una strada che difficilmente porterà a risultati significativi.