Pensioni nell’era Draghi

Pensioni: cosa cambia con il governo Draghi. Ipotesi allo studio

Come cambieranno le pensioni nell’era Draghi dopo la scadenza naturale di Quota 100? Tre le ipotesi sul tavolo di sindacati e governo, ma siamo all’inizio

Pensioni: cosa cambia con il governo Draghi. Ipotesi allo studio

L’incontro tra Mario Draghi e le parti sociali c’è già stato così come quello tra sindacati e associazioni di categoria come Confindustria e il ministro del Lavoro Andrea Orlando.

 

Al centro degli incontri non solo le misure a sostegno del lavoro causa Coronavirus, come la cassa integrazione Covid e il blocco dei licenziamenti, ma anche la Riforma delle Pensioni in vista della scadenza naturale di Quota 100 a fine 2021.

 

Come cambieranno le pensioni nell’era Draghi?

 

Pensioni: cosa accadrà nel 2022. No alla proroga di Quota 100

Tre le grandi riforme a cuore del governo Draghi: quella del Fisco, quella della Giustizia civile e quella della Pubblica Amministrazione.

 

Nei suoi discorsi agli italiani il presidente del Consiglio ha citato queste tre come le grandi riforme da attuare per cavalcare la ripresa post-Covid, senza fare accenno al capitolo pensioni tema proposto invece dai sindacati nel corso dell’incontro con il premier e con il ministro del Lavoro Andrea Orlando.

 

A fine anno, infatti, rischia di deflagrare una vera e propria bomba, quella innescata dalla scadenza naturale di Quota 100 (62 anni di età e 38 anni di contributi), dando vita ad uno scalone di 5 anni che riporterà la pensione di vecchiaia a 67 anni di età senza alcuna flessibilità in uscita.

 

Governo Draghi: come cambieranno le pensioni dopo Quota 100

Per il 2021 sono state confermate dalla Legge di Bilancio 2021 le misure che garantiscono una flessibilità in uscita dal mondo del lavoro:

  • Quota 100

  • Opzione Donna;

  • Ape Social.

 

Cosa accadrà a fine anno, come cambieranno le pensioni nell’era Draghi? Sicuramente Quota 100 non verrà prorogata, come deciso anche dal precedente governo Conte bis, ma si dovranno studiare altre forme di prepensionamento.

 

Tra le varie ipotesi allo studio c’è Quota 102, sistema che permetterebbe a chi ha compiuto 64 anni di età di andare in pensione ma solo con 38 anni di contributi versati (64+38), spostando al rialzo di due anni l’asticella fissata da Quota 100 e di 3 anni al ribasso quella della legge Fornero.

 

Si discute anche sulla possibilità di lasciare inalterato il limite di età a 62 anni, aumentando il numero di anni di contributi versati a 41 o 42 anni.

 

Secondo quanto riportato da Il Giornale, però, l’ipotesi al momento più accreditata riguarderebbe un ricalcolo importante dello schema di indicizzazione delle pensioni, fatto in proporzione al rapporto tra il coefficiente della pensione a 67 anni ed il coefficiente di uscita a 63 o 64 anni.

 

Per il momento il confronto tra governo e sindacati è solo all’inizio, per cui non si hanno certezze né su Quota 101, Quota 102, Quota 103 e Quota 104, numeri dati dalla somma tra età anagrafica ed età contributiva.

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