L’accusa - covid19

Big pharma: online video delle domande di Manon Aubry a Von der Leyen

Fanno eco in Europa le critiche dell’eurodeputata francese sollevate al question time con la Commissione su ritardi consegne dosi e strategia vaccinale Ue.

Big pharma: online video delle domande di Manon Aubry a Von der Leyen

Non peserò le parole, Signora Von der Leyen, ho una domanda per Lei, oggi, è iniziato così il discorso indirizzato alla Presidente della Commissione Ue e pronunciato il 10 febbraio alla plenaria del Parlamento europeo dalla deputata Manon Aubry che ha lanciato, da Bruxelles, un messaggio chiaro a tutta Europa. Una dichiarazione che sta moltiplicando le reazioni per aver sollevato, in tono forte, critiche alla strategia vaccinale anti-covid19 dell’Unione europea.

 

Il video è virale

Con una copia del contratto AstraZeneca (pubblicato) alla mano, la Aubry ha esibito la propria posizione, espressa ‘a gamba tesa’, senza retorica e nero su bianco, riguardo alla politica di gestione dei contratti con le Big Pharma. La voce della parlamentate francese e co-Presidente (da luglio 2019) del gruppo della Sinistra Unitaria/Sinistra Verde Nordica (GUE/NGL) all’Eurocamera è già ampiamente circolata in un video che sta diventando virale e fa eco sui social network in tutta Europa. Un “j’accuse” condiviso sui canali Facebook, Twitter e YoutTube anche da diversi canali della Sinistra italiana, tra cui il Partito Rifondazione Comunista e Sinistra Europea Lombardia.

 

 

La “sensazione” dell’accusa

Come ha fatto la Commissione europea ad accettare di sottomettersi in questo modo alle società farmaceutiche? Nella gestione della strategia vaccinale  ho la sensazione, Signora Von der Leyen, che i grandi leader del settore farmaceutico abbiano dettato le norme al posto Suo”, ha affermato Manon Aubry.

L’eurodeputata denuncia una sostanziale mancanza di trasparenza nelle trattative condotte tra la task force ed esperti dell’Ue e i produttori dei vaccini al momento della sigla dei contratti di acquisto anticipato delle dosi destinate ai 27 Paesi dell’Unione. Nel video, si evince come la Aubry insista sul fatto che il testo e i dettagli essenziali dei contratti siano stati per lo più “oscurati” (masquerees, nella lingua francese) nella versione che è stata pubblicata. Come abbiamo già visto in uno degli speciali de The Italian Times, emerge come manchino le informazioni utile a comprendere i punti di forza o debolezza degli accordi con le case farmaceutiche che non hanno tenuto fede ai propri impegni incorrendo in ritardi nelle consegne con cui si rischia di compromettere la buona e pronta riuscita delle campagne di immunizzazione contro il coronavirus in Europa.

 

La Aubry ha segnalato che le cifre (prezzo), il programma di consegna e altri elementi delle clausole contrattualisono nascoste”. Inoltre, queste società farmaceutiche, sempre a detta dell’eurodeputata, avrebbero lasciato che si generassero i ritardi a cui non sono seguite, “ovviamente”, alcune sanzioni da parte di Bruxelles. “E sui brevetti stesso scandalo”, affonda ancora Aubry. “Siamo capaci di imporre restrizioni incredibili alla libertà dei nostri concittadini, ma non siamo in grado di imporre regole per le big pharma?”, ha osservato Manon Aubry prima di avanzare la richiesta di istituire una “Commissione d’inchiesta sulle responsabilità della Commissione per questo disastro”.

 

Le esperienze di Manon Aubry

Manon Aubry, 31 anni, è nata a Frejus, in Corsica (Francia) il 22 dicembre 1989.

La sua carriera politica inizia da studentessa nel 2005 quando prende parte alla campagna elettorale per il “NO” al referendum sulla Costituzione europea oltre che alla mobilitazione contro la riforma dell'istruzione portata avanti da Francois Fillon.

Ha vissuto per due anni nella Repubblica Democratica del Congo dove ha lavorato per una ONG che si occupa di violazioni dei diritti umani. Al suo ritorno in Europa, nel 2014, entra in Oxfam-Francia per dedicarsi ad attività riguardanti l’iniquità fiscale.

 

Nel 2018, la commissione elettorale del partito La France Insoumise la nomina capolista per le elezioni europee di maggio 2019 che la mandano a Bruxelles in veste di eurodeputata. Dopo l’insediamento al Parlamento europeo, il gruppo Sinistra Unitaria Europea/Sinistra Verde Nordica (GUE/NGL) la nomina co-Presidente insieme al tedesco Martin Schirdewan, succedendo a Gabriele Zimmer.

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