Covid-Il punto quotidiano

Terza ondata, ospedali sotto pressione. Più restrizioni e 5 scenari

Le ipotesi del Governo, pronto a modificare a breve il Dpcm. Dal Viminale stretta sulla movida. Primi trasferimenti di pazienti verso altre Regioni

Terza ondata, ospedali sotto pressione. Più restrizioni e 5 scenari

Le attività ospedaliere ordinarie sono state già sospese in metà del Paese, i posti letto e reparti di nuovo riconvertiti per poter ospitare i pazienti Covid. Sono una decina le Regioni vicine al superamento della soglia critica di occupazione delle terapie intensive.

A soffrire maggiormente sono la Campania e l’Emilia Romagna, dove a Modena i cittadini sono stati invitati a non recarsi al Pronto Soccorso se non in caso di estremo bisogno. Non va meglio in Piemonte, dove sono state bloccate le visite non urgenti. Anche in Toscana si registra il doppio di pazienti ricoverati. In alcuni casi si è già fatto ricordo alla Cross, il sistema della Protezione civile per il trasporto di soggetti malati da una Regione all’altra, verso zone meno sotto pressione.

Non accadeva dalla prima ondata pandemica, un anno fa, mentre durante la seconda in autunno non ce n’era stato bisogno. Dal 17 febbraio, invece, il servizio è stato riattivato in Molise, Umbria (tra le prime a far scattare nuovamente la zona rossa a causa della variante inglese) e nelle Marche.

Di fronte all’aggravarsi della situazione, non si escludono nuovi interventi di emergenza da parte del Governo.

 

Le 5 ipotesi del Governo

Secondo indiscrezioni di stampa sono 5 i possibili nuovi interventi, a seconda degli scenari che si prospettano nei prossimi giorni. Se dopo 7 giorni dal via dei provvedimenti del nuovo Dpcm non ci fossero benefici sensibili o, peggio, si verificasse un aggravamento della situazione, potrebbero scattare nuove misure. In particolare, si valuta un’anticipazione del coprifuoco, attualmente dalle 22 alle 5; un lockdown nei week end nelle zone rosse; un eventuale chiusura anche estesa alle fasce arancioni; un arancione rafforzato per tutto il territorio nazionale; una zona rossa unica, che però sarebbe l’estrema ratio.

 

La circolare le Viminale: stretta sulla movida

“Servizi di controllo mirati” saranno predisposti “anche a seguito di recenti episodi di assembramento verificatisi in alcuni grandi capoluoghi nell'imminenza del 'passaggio' a una zona caratterizzata da misure più restrittive” si legge nel documento, in collaborazione con le polizie locali "nelle zone urbane usualmente interessate dal fenomeno della movida, sia in circostanze analoghe a quelle surricordate come anche nei giorni festivi e prefestivi".

Le precisazioni giunte dal ministero dell’Interno nelle scorse ore riguardano anche la possibilità di spostarsi tra regioni bianche, gialle, arancioni o rosse per manifestazioni nazionali, che sono motivazioni valide per la deroga al divieto di uscire dai confini nazionali. "Qualora lo svolgimento di manifestazioni pubbliche preveda la concentrazione dei partecipanti in un'unica sede come, ad esempio, per le manifestazioni a carattere nazionale di solito indette nella capitale, è consentito anche lo spostamento da e verso zone con più elevato livello di rischio, fermo restando il ricorso all'autodichiarazione" si legge nel testo firmato dal capo di gabinetto del ministero dell'Interno, Bruno Frattasi.

Per partecipare alle Messe, invece, è previsto che si raggiunga il luogo di culto più vicino, mentre massima attenzione è posta verso l’uscita e ingresso in zone rosse, con controlli che “dovranno principalmente riguardare le vie di accesso e di uscita dai territori oggetto dei provvedimenti".

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