
Sono le misure economiche al centro dell’attività del governo di questa settimana. Domani la riunione del Consiglio dei ministri che dovrebbe varare il Documento di Economia e Finanza, in cui sono contenute le politiche economiche da attuare sulla base delle previsioni attulai. In settimana è atteso anche un nuovo scostamento di Bilancio che potrebbe arrivare a 40 miliardi di euro. Una manovra in deficit aggiuntiva resa necessaria per impegnare nuove risorse da destinare alle imprese e inserire in un decreto Sostegni bis. Il tutto, mentre Camera e Senato sono alle prese con la conversione in legge del primo dl Sostegni e gli oltre duemila emendamenti presentati. Si tratta tra le forze politiche per ridurne il numero e velocizzare i tempi del via libera al testo definitivo. Tra le modifiche proposte l’azzeramento degli oneri per l’occupazione del suolo pubblico, l’esenzione della seconda rata dell’Imu per i settori più fragili della filiera del turismo e uno stop alla Tari.
Il ricorso al maggior deficit per cui il governo si presenterà di nuovo in Parlamento “sarà pari se non qualcosa in più rispetto al precedente, lavoriamo a queste cifre”. A dirlo è Claudio Durigon, sottosegretario all'Economia che però avverte che “il nuovo decreto Sostegni non è ancora costruito perché va definito di quanto sarà il nuovo scostamento”. Dunque, i due provvedimenti viaggiano di pari passo, il secondo dipende dall’ammontare del primo. L’ultimo scostamento approvato il 20 gennaio ha raggiunto i 32 miliardi, cifra che adesso dovrebbe essere superata. Ieri Il premier Draghi ha incontrato il ministro dell’Economia, Daniele Franco. Ma è evidente che entità e tempi degli aiuti non possono prescindere dal tema delle riaperture.
I due dossier sono anche al centro delle richieste dei partiti di maggioranza. La Segreteria del Pd, riunita oggi, chiede “un programma di riaperture graduale ma certo e irreversibile, collegato al raggiungimento regione per regione degli obiettivi di vaccinazione, oltre che all’andamento dei contagi”. E sul piano economico “che il nuovo scostamento sia utilizzato per un decreto con una nuova tornata di ristori a imprese e partite Iva e che si compensino affitti, bollette, tasse comunali e altri costi fissi”. Chiede poi “la proroga a fine anno della moratoria sui prestiti, l’allungamento da 6 a 15 anni della tempistica di restituzione dei prestiti garantiti dallo Stato e aiuti per le famiglie”.
Il M5S va in pressing per “accelerare” sui provvedimenti da approvare ed “erogare indennizzi adeguati e immediati sui conti correnti di ristoratori, partite Iva, autonomi, commercianti e di tutte le categorie che stanno pagando sulla propria pelle gli inevitabili effetti delle restrizioni”. “E’ stato perso troppo tempo”, è scritto in una nota. “Ci sono milioni di famiglie italiane in difficoltà”.
Forza Italia, invece, si dice pronta a presentare al “presidente del Consiglio un Piano per le riaperture”. Che contiene richieste per “il ripristino delle zone gialle e, dove i contagi sono in calo, la ripartenza delle attività che possono essere svolte all’aperto, al sicuro”. Tra le proposte “l’apertura di bar e ristoranti anche la sera in un orario compatibile con il coprifuoco” e “maggiore liquidità per salvare i settori più in crisi a causa della pandemia”. L’idea è di “uno scostamento di 20 miliardi al mese”.
Per Loredana De Petris di Leu, capogruppo del Misto al Senato, la priorità va data agli affitti e alle spese fisse. “Sul tema delle riaperture si fa solo molta propaganda, invece di affrontare i problemi reali”, dice. “Per riaprire gli esercizi come ristoranti, bar e piscine è necessario un sostegno forte sugli affitti e sui costi fissi come le utenze o l'assurdità di dover pagare la Tari anche quando i locali sono chiusi”.