La guerra delle sanzioni

Crisi Mosca-Bruxelles: sanzioni per Sassoli e altri 7, niente ingresso

Le azioni del Cremlino arrivano dopo la presa di posizione europea sul caso Navalny. Critiche e condanne per la mossa russa contro i rappresentanti Ue

Crisi Mosca-Bruxelles: sanzioni per Sassoli e altri 7, niente ingresso

La tensione si fa crescente e ora arrivano le azioni di Mosca, già ventilate e simmetriche, dopo quelle europee nei confronti russi. Le sanzioni decise dal Cremlino riguardano il presidente del Parlamento europeo, David Sassoli, la vice presidente della Commissione europea, la ceca Vera Jourova che ha la delega ai Valori e alla trasparenza, e altri 6 funzionari europei, ai quali è vietato l’ingresso in Russia.

Unanime la condanna europea.

 

Sassoli: “Non ci faremo intimidire”

Pronta la reazione di uno dei diretti interessati dalle sanzioni, David Sassoli, che al Tg1 ha detto: “Non ci faremo intimidire”. In un tweet il presidente del Parlamento europeo aveva assicurato che le minacce non lo “zittiranno”. "A quanto pare, non sono il benvenuto al Cremlino? Lo sospettavo un po'. Nessuna sanzione o intimidazione fermerà il Parlamento europeo o me dalla difesa dei diritti umani, della libertà e della democrazia. Le minacce non ci zittiranno. Come ha scritto Tolstoj, non c'è grandezza dove non c'è verità" ha aggiunto Sassoli.

Da Bruxelles è arrivata anche la condanna “energica” delle misure adottate e l’annuncio di una risposta “in maniera adeguata”.

 

Le sanzioni Ue, il caso Navalny e l’Ucraina

La mossa russa non è del tutto inaspettata. Da tempo l’Europa (ma anche gli Usa con Biden) condannano la violazione dei diritti umani sul caso Navalny, il dissidente detenuto in una colonia penale a 100 km da Mosca e in condizioni di salute precarie. Lo scorso marzo Bruxelles aveva deciso sanzioni contro quattro funzionari russi legati all'arresto del blogger e oppositore di Putin.

Secondo Mosca, l'Ue "ignora" le proposte russe per risolvere i punti di attrito in un dialogo "aperto e professionale". Il Cremlino aveva già deciso di espellere diplomatici tedeschi, svedesi, polacchi e cechi (misure a cui peraltro Berlino, Stoccolma, Varsavia e Praga hanno già risposto con la stessa moneta). Ad acuire le tensioni c'è anche il nodo Ucraina, ai cui confini la Russia pochi giorni fa aveva concentrato le proprie truppe, ufficialmente per un’esercitazione militare, di fatto lanciando un messaggio di sfida.

 

Le reazioni

Il commissario europeo all'Economia, Paolo Gentiloni, ha condannato le sanzioni "ingiustificate e inutili", mentre l'ex premier belga, Guy Verhofstadt, ha invitato l'Ue a "andare oltre le sanzioni simboliche" e "colpire gli oligarchi" vicini a Putin. Anche il ministro degli Esteri, Luigi Di Maio, gli ha espresso "piena solidarietà". Per il segretario del Pd, Enrico Letta, la mossa russa è "un atto di ostilità senza precedenti".

Attestati di solidarietà a Sassoli sono arrivati anche dalle delegazioni di Lega, M5s, Ecr, e dai principali gruppi europei, cioè dai popolari del Ppe e dai socialdemocratici.

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