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Covid manager: chi è e cosa fa. È richiesto ai matrimoni e non solo

E’ una figura professionale emergente, che sarà richiesta per garantire la sicurezza ai banchetti di nozze, ma anche in occasione di altri eventi pubblici

Covid manager: chi è e cosa fa. È richiesto ai matrimoni e non solo

Un po’ come il referente per il rispetto del divieto di fumo nei locali, così con le riaperture e la ripresa di molte attività sarà necessario dotarsi di un responsabile del rispetto delle norme anti-Covid. L'esigenza è emersa dopo il via libera al Decreto Riaperture del 17 maggio. Nel testo, infatti, è prevista anche la ripartenza, dal 15 giugno, del settore wedding.

Ma chi garantirà il rispetto delle distanze in occasione dei banchetti? Chi controllerà che tutti i partecipanti indossino correttamente la mascherina e, soprattutto, che abbiano il Green Pass o certificato sanitario nazionale?

Ad assolvere a tutti questi compiti sarà presumibilmente il Covid Manager. Ecco di cosa si tratta.

 

Chi è il Covid Manager

Si è iniziato a discutere della figura del Covid Manager con il via alla ripresa di molte attività e in particolare di quelle che prevedono la partecipazione di molte persone, come i banchetti di nozze, permessi dal 15 giugno, o i maxi concerti e in generale gli eventi con pubblico numeroso. Si tratterebbe di una sorta di “agente”, a metà strada tra un poliziotto e guardia privata, ingaggiato dagli organizzatori dell’evento stesso. Secondo quanto emerso finora dovrebbe essere “un addetto alla sicurezza o più semplicemente uno steward o una hostess” e ne sarebbe previsto 1 ogni 50 ospiti.

 

I compiti del Covid Manager

L’incarico principale è il rispetto di quanto previsto nei protocolli delle singole attività, messi a punto dalla Conferenza delle Regioni e delle Province autonome: evitare assembramenti, controllare che tutti i partecipanti indossino correttamente la mascherina, ma anche tenere una lista dei presenti per 14 giorni per garantire la possibilità di tracciamento e, nel caso in cui sia richiesto, verificare che i presenti abbiano il Green Pass.

 

Il nodo della privacy e dei costi

La presenza di questa figura incaricata dei controlli è stata accolta con qualche riserva dagli operatori di molti settori, come il wedding, perché significa accollarsi costi ulteriori per la sua prestazione e non solo. All’ingresso agli eventi, come le feste di matrimonio, dovrebbe essere prevista la possibilità di effettuare tamponi, per chi non fosse vaccinato, il che aggraverebbe la gestione economica dell’attività. In alternativa gli invitati dovrebbero provvedere autonomamente, ma accollandosi in prima persona questi costi, il che potrebbe scoraggiare molti dal partecipare (o dall’organizzare feste numerose).

Esiste anche una questione privacy, perché lo stewart dovrebbe raccogliere e custodire dati sensibili, come quelli sanitari, anagrafici, di residenza, ecc.

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