Disastro Stresa-Mottarone

Funivia Mottarone, 3 fermati. Freno disattivato per aggirare un guasto

Intanto prosegue il lento risveglio del piccolo Eitan. Forse oggi potrebbe tornare a respirare da solo l’unico sopravvissuto al disastro di domenica

Funivia Mottarone, 3 fermati. Freno disattivato per aggirare un guasto

Sono scattati poco prima delle 4 di stamattina, al termine di un lungo interrogatorio, i tre fermi nei confronti di altrettanti indagati. Alle ipotesi di reato di omicidio colposo plurimo e lesioni colpose, si aggiunge la rimozione dolosa di cautele contro infortuni sul lavoro, prevista dall’articolo 437 del codice penale. In pratica, si sospetta che la morsa rossa, che compare in un video e in alcune foto della cabina dopo lo schianto sul Motterone, sia stata volutamente lasciata inserita, per impedire un’anomalia ai freni della funivia che sembra durasse da un mese.

 

Cosa sarebbe successo

Secondo quanto emerso si ipotizza che la morsa che teneva aperti i freni, il cosiddetto “forchettone”, non sia stato dimenticato inserito, ma che appositamente sia rimasto in quella posizione, in modo da evitare che entrasse in funzione il freno di emergenza, che da qualche tempo era causa di un funzionamento anomalo dell’impianto. Questo, però, avrebbe impedito l’entrata in funzione del freno stesso nel momento in cui, domenica, si è spezzata una fune, facendo precipitare la cabina con a bordo 15 persone, che si è poi schiantata contro la montagna, causando 14 vittime.

 

L’anomalia non risolta

Secondo quanto ricostruito dalla riapertura dell’impianto, il 24 aprile, erano state segnalate anomalie che portavano, di tanto di tanto, al blocco di una dell’impianto di frenata di una delle due cabine. L’intervento di manutenzione non si era rivelato risolutivo, quindi si sarebbe optato per una soluzione “d’emergenza”, per evitare di chiudere la funivia per un lavoro più complicato e che avrebbe richiesto più tempo. Da alcuni giorni, quindi, sarebbe stato sistemato il “forchettone” rosso, per escludere i freni di emergenza che però – se funzionanti - avrebbero forse potuto evitare il tremendo schianto che si è verificato domenica.

 

Chi sono i fermati

Sono tre le persone fermate all’alba, dopo un lungo interrogatorio presso la caserma dei carabinieri di Stresa. Si tratta del titolare dell’impianto, Luigi Nerini, e di due addetti al funzionamento ed esattamente l’ingegnere del servizio e il capo servizio, dipendente della società di gestione della funivia. Secondo la procuratrice capo di Verbania, Olimpia Bossi, ci sarebbero “gravi indizi di colpevolezza” a loro carico, tanto da aver disposto il fermo: “Si è trattato di una scelta consapevole dettata da ragioni economiche. L’impianto avrebbe dovuto restare fermo” ha detto Olimpia Bossi.

 

Oggi nuovo sopralluogo

E’ programmato per oggi, mercoledì 26 maggio, un nuovo sopralluogo approfondito per controllare se il secondo freno di emergenza fosse anch’esso stato lasciato aperto o se si sia rotto nell’urto con il terreno sottostante, dopo la rottura del cavo che ha causato l’incidente. Si dovrà quindi accertare se questa sia stata una tragica fatalità o se ci sia una causa legata a errore o imperizia.

 

Eitan, forse oggi stop alla respirazione meccanica

Intanto sembra procedere come da previsioni dei medici il percorso di risveglio del piccolo Eitan, l’unico sopravvissuto al disastro di Stresa. Il bambino di 5 anni, che nell’incidente ha perso l’intera famiglia, sta uscendo progressivamente dal coma farmacologico in cui era stato indotto subito dopo l’incidente. Non avrebbe riportato danni cerebrali, ma le sue condizioni sono ritenute ancora critiche dai medici dell’ospedale Regina Margherita dove è ricoverato. Ha riportato numerose ferite e la frattura di ossa. Se il percorso proseguirà come auspicano i sanitari, oggi potrebbe essere “stubato”, dunque riprendere la respirazione naturale autonoma e non più assistita meccanicamente.

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