Guerre stellari

Crimi indice il voto per il Direttivo ma senza Rousseau. Si può fare?

Fa discutere la scelta del reggente di far votare sulla piattaforma Skyvote. Intanto circa cento parlamentari sarebbero già pronti a seguire Conte.

Crimi indice il voto per il Direttivo ma senza Rousseau. Si può fare?

Mentre c’è ancora chi confida che la frattura personale e politica tra Conte e Grillo si possa ricomporre - ma la speranza è appesa a un filo davvero esile - scoppia un’altra grana nel M5S. Oggi Vito Crimi, l’attuale reggente, sul nuovo sito dei 5S annuncia che “come richiesto dal Garante, Beppe Grillo, è indetta la votazione per il Comitato Direttivo. Nei prossimi giorni saranno pubblicate le modalità e i tempi di presentazione delle candidature attraverso la nuova piattaforma di gestione degli iscritti e le date di svolgimento delle votazioni sulla nuova piattaforma di voto”. In sostanza, con una modifica al regolamento interno, le candidature dovranno arrivare sul nuovo blog Movmento5stelle.eu. E addio anche a Rousseau: per il voto si userà Skyvote

 

Dunque, seppure sia stata accolta la richiesta del garante, le votazioni si svolgeranno sulla piattaforma scelta da Conte dopo il trasferimento dei dati relativi agli iscritti da Rousseau. Una mossa che già fa discutere. Si va “di errore in errore”, spiega l’avvocato Lorenzo Borrè noto per aver difeso numerosi eletti pentastellati espulsi dal Movimento.

Secondo il legale “Crimi e il Comitato di garanzia del M5snon avrebbero “il potere di stabilire di far svolgere le consultazioni per la nomina del Comitato direttivo su una piattaforma diversa da Rousseau, considerato anche che il potere di indirle spetta a Grillo, quale garante”. Pertanto “così facendo si espongono ad una gragnuola di ricorsi”. 

 

Intanto, la scissione è alle porte. Se è vero come è vero che è partita la conta tra le due fazioni: fedelissimi a Grillo da un lato, seguaci dell’avvocato di Volturara Appula dall’altra. In Parlamento sarebbero già un centinaio deputati e senatori pronti a lasciare la barca del garante per salire a bordo di quella dell’ex premier. Ma la diaspora riguarda anche i consigli regionali e quelli comunali.

Un terremoto che scuoterebbe dalle fondamenta un Movimento già agonizzante e lacerato. E su cui peseranno gli orientamenti dei ‘big’ pentastellati. Dopo lo strappo del fondatore, c’è aria di fronda in tutte le sedi politiche e istituzionali in cui i 5S sono presenti. A Roma altri 4 consiglieri escono dal gruppo del Movimento per formarne uno nuovo, lasciando di fatto Virginia Raggi senza maggioranza. 

 

Sono davvero ridotte le chances di riuscita della mediazione che Luigi Di Maio e Roberto Fico portano avanti in queste ore. E’ probabile che il ministro degli Esteri e il presidente della Camera cerchino, piuttosto, di capire quali possibili scenari possano aprirsi per la sopravvivenza del Movimento. Il dialogo serve anche a questo. Comunque, Giuseppe Conte non è intenzionato a tornare sui suoi passi. Il progetto politico a cui ha lavorato “non resterà nel cassetto” e apre le porte per portare dalla sua gli scontenti della gestione Grillo. È una guerra senza esclusioni di colpi.

L’esito è destinato ad avere inevitabili ripercussioni sulla politica nazionale. In questo momento preoccupazione c’è soprattutto nel centrosinistra. In bilico ci sono gli accordi già presi e quelli che ci si aspettava per il futuro.

 

Nel frattempo Palazzo Chigi osserva con distacco. Ma l’eventuale scissione dei 5 stelle avrà un peso determinante nelle due tappe politiche più importanti da qui a gennaio: le amministrative di ottobre e l’elezione del nuovo presidente della Repubblica

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