La legge ferma al Senato

Ddl Zan, Renzi con Salvini contro Pd e M5S. È muro contro muro

Ma le posizioni dei partiti non sono granitiche. In casa dem si apre una crepa: Bonaccini è per la mediazione. In FI la senatrice Masini: “lo voterò”

Ddl Zan, Renzi con Salvini contro Pd e M5S. È muro contro muro

"Voglio escludere che nelle parole di Renzi si celi un accordo con Salvini. Ho i brividi all’idea che ci sia. Una legge che tutela dai crimini d’odio non si può barattare con un accordo di potere”. Alessandro Zan, il deputato Pd che ha dato il nome al ddl contro la transomofobia, usa parole nettissime nei confronti del fondatore di Italia Viva. “Renzi vuole essere protagonista di una mediazione, ma rischia di far saltare la leggela destra invece vuole solo decapitarla”.

 

Lo scontro che si sta consumando nella maggioranza tra chi vuole la riscrittura del testoLega, Iv e Forza Italia -  e coloro pronti a votarlo così com’èPd, M5s e Leu - si fa più duro di ora in ora, alimentato dai sospetti tra alleati. L’entrata in campo di Matteo Renzi, che ha detto ‘sì’ a un patto con la Lega sulla legge, nutre ulteriormente il clima di diffidenza. Nessuno si fida più dell’ex premier. Ed è opinione diffusa che i suoi ammiccamenti a Salvini siano solo il preludio per la trattativa politica più importante che si terrà da qui a fine anno: quella per la scelta del nuovo inquilino del Quirinale

 

Intanto, c’è attesa per il testo ‘rimodulato’ che il leghista Ostellari, presidente della commissione Giustizia di Palazzo Madama, presenterà oggi. Il Pd non cede: “Se Italia Viva vota compatta, in Senato ci sono i numeri” per approvare il disegno di legge esattamente come uscito dalla Camera lo scorso novembre. La volontà del Nazareno è di andare in Aula e solo lì discutere le proposte emendative presentate dagli altri partiti. Ma qualche crepa si apre in casa dem. “Siccome in democrazia contano i numeri c’è da augurarsi che si trovi una mediazione per approvare il ddl Zan ed evitare che venga affossato ancora una volta”, dice Stefano Bonaccini, presidente dell’Emilia Romagna.

 

Salvini dal canto suo non smette di attaccare e insiste per togliere “i due o tre articoli che sono critici, come quello sui reati d’opinione”, in caso contrario “Pd e 5S si prendono la responsabilità di affossare la legge”. Nel frattempo anche il fronte azzurro non sembra compatto. La senatrice Barbara Masini è pronta a votare il ddl, così come una “pattuglia liberal forzista” ha già fatto alla Camera. “Ho una compagna, ma non mi batto a favore del ddl Zan mossa da ragioni personali. La mia è una battaglia di giustizia e libertà”. E aggiunge: “Non capisco perché un omosessuale non dovrebbe sentirsi rappresentato da un partito di destra e soprattutto da un partito liberale come Forza Italia”.

 

Per il sottosegretario all’Interno di Italia Viva, Ivan Scalfarotto, il rischio di andare in Aula sarebbe troppo alto: “i numeri sono molto risicati, ci saranno milioni di emendamenti presentati da Calderoli e manca il relatore”. Non la pensa così il M5S con Giuseppe Brescia, presidente della commissione Affari costituzionali a Montecitorio: “i voti al Senato ci sono perché IV ha già votato favorevolmente”. In più “non bisogna avere paura del voto segreto. Quella prova è stata superata già alla Camera con ben tre volte, incluso il voto finale. Se Renzi non sa garantire la coerenza dei suoi senatori è un problema suo e ne assumerà la responsabilità di fronte a milioni di italiani”.

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