Legge sull’omofobia

DDl Zan, cos’è l’identità di genere e perché se ne discute tanto

Pd-M5S contro il partito di Renzi. Martedì si decide sulla data del voto al disegno di legge sull’omotransfobia. Le posizioni dei partiti e cosa divide

DDl Zan, cos’è l’identità di genere e perché se ne discute tanto

Italia Viva di Matteo Renzi torna ad agitare le acque all’interno del Partito Demmocratico e del Movimento 5 Stelle, con le sue proposte di modifiche al disegno di legge Zan sull’omotransfobia.

 

Secondo il Pd sono "irricevibili" e "rischiano di affossare" la legge, di cui domani si decide la calendarizzazione.

 

A far discutere è l’idea di modificare il passaggio relativo all’identità di genere.

 

Cos’è l’identità di genere e perché divide

Una delle proposte di Italia Viva riguarda l’esclusione dal ddl Zan del termine "identità di genere" e un ritorno alla definizione contenuta nel ddl Scalfarotto, che parlava semplicemente di omofobia e transfobia. L'identità di genere è contestata sia da sinistra dalle femministe, sia dalla destra cattolica, perché alluderebbe alla cosiddetta "teoria gender".


Il secondo emendamento di IV, invece, ribadisce il rispetto "dell'autonomia scolastica" a proposito delle iniziative contro l'omofobia da svolgere nelle scuole. L'articolo 7 del Ddl Zan, infatti, prevede che "in occasione della Giornata nazionale contro l'omofobia, la lesbofobia, la bifobia e la transfobia", fissata il 17 maggio, sono organizzate nelle scuole "cerimonie, incontri e ogni altra iniziativa" per sensibilizzare contro l'omofobia e la transfobia, "nel rispetto del piano triennale dell'offerta formativa, e del patto educativo di corresponsabilità".

 

Il Pd dice no a Renzi

"La proposta di mediazione dei renziani è irricevibile. Non giochiamo sulla pelle delle persone per calcoli di tattica politica" afferma Franco Mirabelli, vice presidente del Pd al Senato, “bocciando” le proposte di Italia Viva e accusando i renziani: "Io ancora non mi capacito che chi ha votato il Ddl Zan alla Camera non possa farlo al Senato.

 

E i renziani a Montecitorio lo hanno votato. Le proposte di mediazione che Italia Viva ha presentato sono irricevibili. In particolare quella di togliere all'articolo uno la definizione di 'identita' di genere'.

 

Opposizione del M5S, apertura dalla Lega

Dura anche la reazione del M5S, che respinge l’idea di modificare il testo nel passaggio relativo all’identità di genere: "Gli emendamenti presentati da Italia Viva al ddl Zan suonano come un tentativo di affossare la legge. Pensare infatti di eliminare i termini 'orientamento sessuale' e 'identita' di genere' e tornare alla definizione di omofobia e transfobia rischierebbe di farci compiere un altro passo indietro, come già accaduto in passato" spiegano dal M5S.

 

A difendere la proposta, invece, è Davide Faraone (IV), che spiega: "Magari la legge contro le discriminazioni omotransfobiche sarà un po' diversa da come era stata pensata inizialmente, ma se sarà efficace, più unitaria nella società e avrà maggiori possibilità di essere approvata, andrà bene lo stesso ed avremo centrato l'obiettivo: tutelare le esistenze spesso difficili di chi vive la diversità sulla propria pelle, ogni giorno".

 

Intanto si è creato un “asse” Italia Viva-Lega, con il leader del Carroccio, Matteo Salvini, che spiega che un accordo si può trovare "in cinque minuti", aggiungendo: "Gli omosessuali, i trans se offesi e oggetti di violenza vanno difesi. Un altro discorso e portare sui banchi di scuola le teorie secondo cui non ci sono maschietti e femminucce".

 

Nei giorni scorsi aveva fatto discutere la presa di posizione del Vaticano sul Dddl, così come in precedenze erano sorte polemiche per l’appello del rapper Fedez sul tema.

COPYRIGHT THEITALIANTIMES.IT © RIPRODUZIONE RISERVATA