Omofobia

Ddl Zan, il Vaticano all’Italia: “Modificarlo, viola il Concordato”

Nota verbale della Segreteria di Stato consegnata all’ambasciatore italiano presso la Santa Sede. Un caso inedito nei rapporti tra le due sponde del Tevere

Ddl Zan, il Vaticano all’Italia: “Modificarlo, viola il Concordato”

Violerebbe il Concordato che regola i rapporti tra lo Stato italiano e il Vaticano. Il ddl Zan divide ancora, ma questa volta non infiamma solo il dibattito politico interno perché travalica i confini nazionali e arriva a interessare la diplomazia dell’altra sponda del Tevere. “Una Nota Verbale della Segreteria di Stato è stata consegnata informalmente all’ambasciatore d’Italia presso la Santa Sede il 17 giugno 2021”, conferma la Sala stampa Vaticana. Il contenuto, rivelato dal Corriere della sera, chiama in causa alcuni punti molto delicati degli accordi del 1984 di revisione dei Patti Lateranensi del 1929. E si riferisce ad alcuni passaggi del disegno di legge contro l’omotransfobia, già approvato alla Camera dei deputati lo scorso 20 novembre, e ora fermo in Commissione Giustizia del Senato. 

 

La Santa Sede chiede, in sostanza, la modifica di alcune norme della proposta legislativa che “riducono la libertà garantita alla Chiesa Cattolica dall’articolo 2, commi 1 e 3” del Concordato. Il tema è quello della della “libertà di pensiero” e di “organizzazione” che spetta a Santa Romana Chiesa e alle associazioni che ad essa fanno capo. La seconda verrebbe meno, ad esempio, per le iniziative relative alla Giornata nazionale contro l’omofobia, la lesbofobia e la transfobia. Tali eventi riguarderebbero tanto le scuole pubbliche come quelle private, compresi gli istituti cattolici.  Al Colle Vaticano “Certamente c’è preoccupazione”, fa sapere il cardinale Kevin Joseph Farrell, Prefetto del Dicastero per i Laici, la Famiglia e la Vita

 

Il caso, dunque, investe le rispettive diplomazie e già sarebbe sul tavolo del ministro degli Esteri, Luigi Di Maio. Un inedito nei rapporti post Concordato che insidia il dettato dell’articolo 7 della Costituzione italiana: “Lo Stato e la Chiesa Cattolica sono, ciascuno nel proprio ordine, indipendenti e sovrani”.  La questione andrà senza dubbio risolta sul piano giuridico ma crea di per sé un precedente spinoso nei rapporti tra i due Stati. 

 

Intanto, si accende il dibattito tra le forze parlamentari. Enrico Letta, segretario del Pd ribadisce il sostegno alla legge Zan e offre la disponibilità al dialogo. “Siamo pronti a guardare i nodi giuridici ma sosteniamo l'impianto della legge che è una legge di civiltà”. Una nota successiva chiarisce meglio le parole del capo del Nazareno: “Aspettiamo di vedere i testi e di leggerli”.

Più tranchant Mario Pierantoni, presidente del M5S della commissione Giustizia a Montecitorio: “Siamo sconcertati. Il Vaticano dovrebbe sostenere una legge che ha per presupposto la libertà di amare e che punisca chi istiga all’odio e alla violenza.

 

In ogni caso, si tratta di una ingerenza inaccettabile in uno Stato laico”. Matteo Salvini, leader del Carroccio, plaude a “stop e revisione del ddl Zan. Era la richiesta della Lega”, scrive su Fb. Gli fa eco il collega di partito Andrea Ostellari, che presiede la commissione Giustizia a Palazzo Madama, per il centrosinistra artefice dell’‘ostruzionismo’ che da mesi blocca l’iter del ddl. Il leghista coglie la palla al balzo: sull’onda delle posizioni vaticane potrebbe ridurre l’enorme numero di audizioni convocate, ma in cambio chiede la riapertura di “un confronto”.

 

Nel frattempo anche l’Ue, pur non entrando nel merito della questione, dice la sua. Per la portavoce della Commissione europea, Dana Spinant: “E’ importante che gli Stati membri si dotino di strumenti giuridici che permettano di raggiungere la parità di genere e favoriscano la lotta alla discriminazione basata sull’orientamento sessuale”. 

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