Il disegno di legge nel dettaglio

Ddl Zan: cosa prevede il testo della legge contro l’omotransfobia

Il disegno di legge Zan intende prevenire e contrastare le discriminazioni legate al sesso, al genere, all’orientamento sessuale e alla disabilità

Ddl Zan: cosa prevede il testo della legge contro l’omotransfobia

Il Ddl Zan continua a fa discutere, tornato nuovamente al centro del dibattito politico dopo l'intervento del rapper Fedez al concertone del 1°  maggio.

Il disegno di legge prende il nome dal relatore Alessandro Zan, deputato Pd e attivista LGBT, conosciuto anche per aver ottenuto il primo registro anagrafico italiano delle coppie di fatto.

Il provvedimento, approvato alla Camera nel novembre 2020, si è poi incagliato al Senato a causa dell'ostruzionismo della Lega, ma anche di altri partiti del Centrodestra, in quanto considerato “non prioritario”.

 

Solo lo scorso 28 aprile è stato finalmente calendarizzato al Senato, seppur tra le polemiche: il relatore sarà infatti Andrea Ostellari, senatore leghista, che Fedez ha attaccato nel suo discorso in diretta su Rai Tre.

Una netta presa di posizione diventata virale sui social e che ha scatenato le reazioni sia dei partiti che della Rai.

 

Ddl Zan: cosa prevede

Ma cosa prevede nel dettaglio il ddl Zan? Il testo ha come titolo “Misure di prevenzione e contrasto della discriminazione e della violenza per motivi fondati sul sesso, sul genere, sull’orientamento sessuale, sull’identità di genere e sulla disabilità”.

Nell’articolo 1 del testo viene specificato che per “sesso si intende il sesso biologico o anagrafico; per genere si intende qualunquemanifestazione esteriore di una persona che sia conforme o contrastante con le aspettative sociali connesse al sesso; per orientamento sessuale si intende l’attrazione sessuale o affettiva nei confronti di persone di sesso opposto, dello stesso sesso, o di entrambi i sessi; per identità di genere si intende l’identificazione percepita e manifestata di sé in relazione al genere, anche se non corrispondente al sesso, indipendentemente dall’aver concluso un percorso di transizione.”

Nel ddl sono contenute le modifiche alla già esistente legge Mancino contro i reati di razzismo, integrando l'aggravante di discriminazione con i motivi fondati, appunto, sul sesso, sul genere, sull'orientamento sessuale, sull'identità di genere o sulla disabilità.

 

Viene quindi previsto il carcere fino a 18 mesi, oppure una multa fino a 6.000 euro, per atti di discriminazione basati sulle motivazioni elencate; la reclusione da 6 mesi fino a 4 anni per chi istiga a commettere oppure commette violenze sempre per le stesse ragioni; il carcere da 6 mesi a 4 anni per chi partecipa o aiuta organizzazioni che ha tra i propri scopi l'incitamento alla discriminazione o alla violenza per questi motivi.

Per tutti i reati commessi con finalità di discriminazione oppure odio la pena viene aumentata fino alla metà.

Il ddl Zan prevede inoltre che un condannato, se non si oppone, può ottenere la sospensione condizionale della pena occupandosi di un’attività non retribuita per la collettività.


L’articolo 4 del disegno di legge contro l'omotransfobia, “Pluralismo delle idee e libertà delle scelte” (la cosiddetta "clausola salva idee", inserita alla Camera) prevede che: “Ai fini della presente legge, sono fatte salve la libera espressione di convincimenti od opinioni nonché le condotte legittime riconducibili al pluralismo delle idee o alla libertà delle scelte, purché non idonee a determinare il concreto pericolo del compimento di atti discriminatori o violenti.”

 

17 maggio, Giornata nazionale contro contro l’omofobia e la transfobia

Il ddl Zan istituisce, per il 17 maggio, la “Giornata nazionale contro l'omofobia, la la lesbofobia, la bifobia e la transfobia”, con il “fine di promuovere la cultura del rispetto e dell’inclusione nonché di contra­stare i pregiudizi, le discriminazioni e le violenze motivati dall’orientamento sessuale e dall’identità di genere, in attuazione dei princìpi di eguaglianza e di pari dignità so­ciale sanciti dalla Costituzione dedicata alla promozione della cultura del rispetto e dell'inclusione nonché al contrasto dei pregiudizi, delle discriminazioni”. Potranno essere organizzati incontri, cerimonie e altre iniziative con lo scopo di promuovere le sue finalità; le iniziative educative coinvolgeranno anche le scuole, sempre nel rispetto "del piano dell'offerta formativa" e del "patto educativo di corresponsabilità".

Il provvedimento interviene inoltre sui centri anti-discriminazione e stabilisce, con cadenza triennale, una rilevazione statistica ai fini dell'applicazione della legge e della progettazione di strategie per il contrasto alla discriminazione e alla violenza. 

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