La nuova mutazione

Covid, cos’è la variante Epsilon: più resistente agli anticorpi

Mentre aumenta la diffusione della variante Delta, è in arrivo una nuova mutazione che farebbe ammalare anche chi è guarito o vaccinato. L’allarme dall’Oms

Covid, cos’è la variante Epsilon: più resistente agli anticorpi

L’attenzione è massima, soprattutto nei confronti di coloro che rientrano dall’estero. Il timore è che possano portare nuove varianti, non ancora presenti in Italia o poco diffuse, come sta avvenendo con la variante Epsilon.

 

Si tratta di una mutazione della quale ha parlato il virologo Paolo Fazii, primario della Uoc di Virologia e Microbiologia della Asl di Pescara e responsabile del Laboratorio analisi dell’ospedale, che ha messo in guardia rispetto ai rischi connessi a questa mutazione, più presente in Paesi del terzo mondo.

 

Cos’è la variante Epsilon

La mutazione “ha già dimostrato di riuscire a superare le barriere delle difese immunitarie”. Così il virologo Paolo Fazii, in audizione in commissione Ambiente del Comune di Pescara.

 

La caratteristica sarebbe quella di risultare più “aggressiva” nei confronti del sistema immunitario. Come spiegato dall’esperto, infatti, “possono ammalarsi anche coloro che già hanno contratto una prima volta il virus da Covid-19 e sono guariti, così come i vaccinati”.

 

Dove è diffusa la nuova mutazione

Se il timore della diffusione di una nuova variante spaventa, a rassicura è il fatto che ad oggi in Italia sono segnalati solo due casi, prontamente isolati.

 

Al momento sono segnalati 40 casi di contagio con la mutazione Epsilon in Danimarca, 10 in Gran Bretagna e Germania, 7 in Francia e Irlanda, 5 in spagna e Olanda, 4 in Svizzera, 3 in Norvegia, 2 in Svezia, Finlandia e Italia e uno in Belgio.


A maggio 2021 la variante Epsilon era diffusa in altri 34 Paesi e, secondo la banda dati Gisaid relativi alle ultime settimane, è ormai presente in 44 Paesi, dagli Stati Uniti alla Corea del Sud, all’India e al Giappone.  

 

Oms: variante Epsilon tra quelle “di interesse”

La mutazione è all’attenzione anche dell’Organizzazione Mondiale della Sanità, che l’ha inserita tra le cosiddette “Varianti di interesse” (VOI).

 

Come spiegato dalla Società italiana di Scienze mediche (Sismed) sul proprio sito, vi rientrano le mutazioni che hanno due caratteristiche:

1) se il genoma presenta mutazioni con implicazioni fenotipiche accertate o sospette ed è stato identificato come causa di trasmissione comunitaria/casi/cluster multipli di Covid-19 oppure è stato rilevato in più paesi;

2) è altrimenti valutato come un VOI dall'Oms in consultazione con il gruppo di lavoro sull'evoluzione del virus Sars-CoV-2.

Da dove arriva la variante Covid B.1.427/B.1.429

La variante Covid B.1.427/B.1.429, ora denominata Epsilon, è stata identificata per la prima volta in California (Usa) all’inizio del 2021 ed è stata denominata così a marzo.

 

A rilevare le mutazioni è stata una ricerca coordinata dal biochimico Matthew McCallum, dell’Università di Washington a Seattle, e pubblicata sulla rivista Science.

 

Perché non sottovalutare i rischi

L’attenzione è soprattutto rivolta al fatto che la variante Epsilon risulta più resistente agli anticorpi, dunque aumenta le possibilità che un soggetto, seppure guarito o vaccinato, possa riammalarsi. Secondo l’analisi coordinata da McCallum su 57 campioni, ci sarebbero ben tre mutazioni che la rendono resistente agli anticorpi e che si trovano sulla proteina Spike, “l’aggancio” che il virus usa per entrare nelle cellule.

 

I dati indicano che, con le sue tre mutazioni, la variante Epsilon è resistente sia agli anticorpi generati dai vaccini a Rna messaggero sia a quelli generati dall’infezione da virus SarsCoV2. Le osservazioni pubblicate si basano sull’analisi del plasma prelevato da 15 persone vaccinate con due dosi di Moderna, da 33 vaccinate con due dosi di Pfizer-BioNtech e da 9 che avevano avuto l’infezione da SarsCoV2.

 

Nonostante la ancora scarsa diffusione, dunque, resta l’allerta, come precisato dal presidente della Commissione Ambiente, Ivo Petrelli: “ll dottor Fazii ha ufficializzato che ci sono dei soggetti contagiati di rientro da Malta, Grecia e Gran Bretagna, attualmente è in corso la tipizzazione dei positivi e una bella fetta dei contagiati è affetta dalla variante Delta ed è un fenomeno considerato naturale e previsto, in questa fase è infatti vero che il sistema immunitario riesce a bloccare l’infezione alle prime vie aeree, ma è anche vero che la maggior parte dei soggetti infetti è asintomatico e quindi il virus circola impunemente” ha chiarito Petrelli.

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