Virus e varianti

Variante Delta, ci sono tre versioni. Cosa sono, effetti e sintomi

Nel Regno Unito, così come in Russia, è diventata la mutazione prevalente ed è causa del boom di contagi. Com’è la situazione in Italia, come riconoscerla

Variante Delta, ci sono tre versioni. Cosa sono, effetti e sintomi

Non solo nel Regno Unito. La variante Delta spaventa anche la Russia, dove la mutazione ex indiana sta causando un forte rialzo dei contagi.

 

Mosca e dintorni sono alle prese con la terza ondata, con poco meno di 18mila casi nelle ultime 24 ore. Dati che spaventano anche in Italia, dove invece da oggi tutto il Paese è in zona bianca, tranne la Valle d’Aosta.

 

A preoccupare sono possibili focolai, come quello in una palestra di Milano, e l’isolamento di almeno tre versioni. Ecco quali sono, come riconoscere i sintomi e a cosa prestare attenzione.

 

Variante Delta: perché preoccupa

Al momento sono tre le versioni attualmente più diffuse della variante Delta, indicata con la sigla B.1.617 e ridenominata, dopo la prima definizione di “variante indiana” dall’Organizzazione mondiale della sanità (Oms). Comparsa in India a ottobre 2020, infatti, si è affiancata a un’altra simile, ma meno aggressiva, la B.1.618. Viene tenuta particolarmente sotto attenzione, perché è considerata una cosiddetta Voc, Variant of Concern, cioè fonte di preoccupazione per le sue caratteristiche.

 

In questo caso si teme soprattutto per la sua maggior contagiosità: è già diffusa in un centinaio di Paesi ed è ritenuta la responsabile del rialzo di contagi nel Regno Unito, dove è stata rinviata di 4 settimane l’apertura totale), e in Russia.

 

Le tre varianti Delta

Come accaduto ad altre varianti, con la circolazione aumentano le possibilità di nuove mutazioni. È proprio quello che sta accadendo anche alla Delta, di cui sono state isolate già tre versioni: B.1.617.1, B.1.617.2 e B.1.617.3. Di queste la più diffusa è la B.1.617.2, considerata il 60% più contagiosa, cioè in grado di trasmettersi con maggior facilità rispetto alla variante Alfa (dominante in Italia), proprio grazie ad alcune caratteristiche sviluppate nei mesi. Tra queste ci sono la K417N, presente anche nelle varianti Gamma (brasiliana e sudafricana) e la E 484Q, presente anche nella variante Gamma.

 

La variante B.1.617.2 adesso è a sua volta è mutata, sviluppando una nuova versione, indicata con la sigla B.1.617.2.1 o più semplicemente AY.1. È stata identificata in India, presso l'Istituto di genomica e biologia integrativa (Igib) del Consiglio nazionale delle ricerche indiano, il Csir. Secondo I ricercatori dell'Igib sarebbe già diffusa in alcuni Paesi e avrebbe caratteristiche la potrebbero renderla più resistente sia ai vaccini anti Covid, sia alle terapie con gli anticorpi monoclonali.

 

I sintomi: come riconoscerla

A spiegare le differenze, per quanto riguarda i sintomi, è stato il Direttore generale della Prevenzione del ministero della Salute, Gianni Rezza, secondo cui la variante Delta sarebbe "sintomi leggermente diversi, dai primi report. Gli americani già cominciano a scriverlo. Sembra dare più sintomi a carico dell'apparato respiratorio: raffreddore, naso che cola, mal di gola, mal di testa sembra il sintomo più comune, la febbre è il quarto" sintomo. "La tosse – ha spiegato ancora Rezza - solo quinta e raramente questa variante sembra dare anosmia", cioè la perdita di olfatto, tipica della variante Alfa, insieme alla perdita di gusto.

 

"Non si sa se in termini di ospedalizzazioni" la variante Delta "comporti un rischio maggiore. Ma questi sintomi è bene tenerli in conto - ha spiegato - Nulla di ufficiale, ma riporto segnalazioni fatte in particolare nel mondo anglosassone. Noi abbiamo già diversi focolai dovuti alla variante indiana nel Paese. Difficile arrestare il fenomeno del rimpiazzamento, lo abbiamo visto con la variante Uk. Quando una variante corre più di un'altra prima o poi si verifica questo fenomeno" per cui la variante avvantaggiata diventa dominante. 

 

Quello che si può fare, ha aggiungo Rezza, "è ritardare l'ingresso massivo del virus, anche se quando una variante corre più di un'altra prima o poi entra. Questa variante Delta corre il 60% più di quella Uk. Difficilmente si eviterà" l’arrivo e la successiva affermazione di questa mutazione.

 

Per questo è stato deciso, nelle scorse ore, di introdurre l’obbligo di tampone e la quarantena di 5 giorni per chi arriva dal Regno Unito.

 

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