Atleti sotto stress

Alle Olimpiadi di Tokyo 2020 viene a galla il mare oscuro degli atleti

Dopo il ritiro della ginnasta americana Simone Biles e la sconfitta della tennista giapponese Naomi Osaka, alle Olimpiadi protagonista la sindrome di Tokyo

Alle Olimpiadi di Tokyo 2020 viene a galla il mare oscuro degli atleti

Gli atleti prima di essere campioni sono uomini, con le loro debolezze e imperfezioni nascoste dentro a corpi allenati e perfetti. È bene ricordarlo anche se durante queste Olimpiadi di Tokyo 2020, forse complice anche il Covid, è scoppiata una vera e propria sindrome di Tokyo facendo venire a galla un problema comune a molti atleti: l’ansia da prestazione.

 

La ginnasta americana Simone Biles si è ritirata da una gara dichiarando di avere “demoni in testa”, la tennista giapponese Naomi Osaka ha lamentato una grande pressione così come il nuotatore italiano Federico Burdisso, nonostante abbia conquistato la medaglia di bronzo nei 200 farfalla.

 

La sindrome di Tokyo 2020 colpisce Simone Biles e Naomi Osaka

Durante queste Olimpiadi di Tokyo 2020 alcuni campioni dello sport si sono trovati costretti a lasciare la competizione o a perdere gare alla loro portata per la troppa pressione mentale: è il caso della ginnasta americana Simone Biles, che durante la finale del concorso a squadre di ginnastica artistica ha annunciato il ritiro dalla gara dichiarando di avere “demoni nella testa”.

 

Gli Stati Uniti hanno comunque chiuso secondi, ma non si riesce a capire come mai la ventiquattrenne 4 volte oro olimpico con 19 vittorie ai mondiali non sia riuscita a gestire la tensione. “Devo pensare alla mia salute mentale”, ha spiegato la ginnasta considerata tra le più forti al mondo “a volte mi sento davvero come se avessi il peso del mondo spalle”.

 

Sotto pressione anche la tennista giapponese Naomi Osaka, scelta come ultimo tedoforo alla cerimonia inaugurale delle Olimpiadi di Tokyo 2020. Dopo aver saltato Roland Garros e Wimbledon per mancanza di serenità la tennista ha deciso di rimettersi in gioco alle Olimpiadi di Tokyo perdendo clamorosamente una partita alla sua portata. Dopo essere stata eliminata al terzo turno del singolare femminile che disputava in casa, la Osaka ha dichiarato: “Ho sentito una grande pressione”.

 

Il male oscuro delle Olimpiadi di Tokyo 2020: stress e ansia

L’ansia da prestazione si fa sentire anche in casa nostra: Federico Burdisso, bronzo nei 200 farfalla, dichiara subito dopo la fine della gara: "Non è stato il mio tempo migliore, ma nelle finali conta chi mette la mano davanti. Un po’ di rimpianti ci sono perché se fossi arrivato al pieno delle potenzialità fisiche e mentali un secondo posto sarei riuscito a ottenerlo". "Purtroppo sto soffrendo molto di tensione e ansia in questi giorni. Non mi è mai capitato, non mi stresso facilmente ma questa manifestazione è più grande di me. Sto facendo fatica e la pressione non mi fa bene. Sento eccessivamente anche le aspettative", confida Burdisso.

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