lavoratori domestici

Colf e badanti, perché senza Green pass rischiano il licenziamento

Il sottosegretario alla Salute, Andrea Costa, spinge per obbligo vaccinale colf e badanti. Senza Green pass lavoratori domestici rischiano licenziamento

Colf e badanti, perché senza Green pass rischiano il licenziamento

Il Green pass rischia di diventare un’arma a doppio taglio: il certificato verde è stato introdotto per contenere i contagi Covid ma potrebbe essere anche una discriminante per licenziare.

 

I sindacati lanciano un appello mentre si discute se introdurre o meno l’obbligo di vaccinazione ai docenti e a tutto il personale scolastico in vista del rientro sui banchi in presenza a settembre. Sotto la lente anche a colf e badanti, visto che spesso si trovano ad assistere soggetti fragili.

 

Andrea Costa lancia proposta: Green pass obbligatorio per colf e badanti

Sinora l’obbligo di vaccinazione è stato imposto solo al personale sanitario ma presto anche colf e badanti potrebbero essere interessati dal provvedimento per evitare il diffondersi dei contagi tra soggetti fragili.

 

In Europa l’obbligo è stato introdotto solo in Francia mentre in Italia se ne inizia a parlare. La proposta di imporre l’obbligo vaccinale a colf e badanti è stata lanciata dal sottosegretario alla Salute, Andrea Costa, considerando anche che senza una legge ad hoc i lavoratori domestici rischiano il licenziamento, visto che il datore di lavoro può semplicemente appellarsi alla rottura del rapporto di fiducia tra le parti.

 

Assindatcolf consiglia di inserire clausola vaccinazione nei nuovi contratti

Andrea Zini, presidente di Assindatcolf, Associazione sindacale nazionale dei datori di lavoro domestici, è favorevole all’obbligo di vaccinazione per colf e badanti.

 

Zini consiglia alle famiglie che ogni giorno si affidano al prezioso aiuto di badanti, colf e baby sitter ”di inserire nei nuovi contratti di lavoro la disponibilità dei domestici a vaccinarsi contro il Covid (o la validità del Green Pass) quale condizione necessaria per l’assunzione, soprattutto nel caso di assistenza a persone fragili”.

 

In molti casi, infatti, non è possibile mantenere il distanziamento o pretendere che l’assistito utilizzi dispositivi di protezione individuale. “Ecco perché, se l’obiettivo è veramente quello di tutelare l’abitazione privata e la popolazione fragile, riteniamo sia doveroso che i lavoratori del comparto siano vaccinati, così come dovrebbe essere per tutte le altre categorie che entrano in contatto con la famiglia in modo continuativo (caregiver o operatori socio-sanitari)”.

 

Il presidente di una delle Associazioni nazionali dei datori di lavoro domestico più rappresentative nel Paese e, tramite Fidaldo, firmataria del Ccnl di settore, ricorda inoltre “che nel settore domestico è sempre possibile il libero recesso nel rispetto del periodo di preavviso contrattualmente previsto”.

 

In Italia i lavoratori domestici regolari sono circa 920mila, di questi oltre 437mila prestano assistenza ad anziani e non autosufficienti, per età o per patologia, anche in regime di convivenza.

COPYRIGHT THEITALIANTIMES.IT © RIPRODUZIONE RISERVATA