Green Pass e dintorni

Divide l’obbligo vaccinale: cos’è e chi sono i favorevoli e i contrari

Il Comitato nazionale di bioetica dice sì all’estensione a tutti. Oggi lo è solo per alcune categorie come sanitari e insegnanti. Chi dice sì e chi no

Divide l’obbligo vaccinale: cos’è e chi sono i favorevoli e i contrari

La strada verso l’obbligatorietà del Green Pass sembrerebbe segnata.

Prima è stato reso indispensabile per alcune categorie lavorative, come i sanitari, pena il trasferimento ad altra mansione per chi si rifiuti di sottoporsi a immunizzazione o la sospensione in casi più gravi.

 

Poi, nei giorni scorsi, anche per gli insegnanti è stato previsto l’obbligo di Green Pass per poter accedere alla didattica in presenza. Per chi dovesse rifiutarsi di vaccinarsi sono previste due sanzioni: la sospensione senza stipendio e una multa da 400 a 1.000 euro.

 

Ora è arrivato anche il parere della Consulta nazionale di bioetica che, tramite il suo presidente, Maurizio Mori, si è detta “favorevole all'obbligo del vaccino anti-Covid per tutti”.

 

Il motivo è che ritiene il vaccino anti-Covid “un diritto del cittadino, un servizio che le persone in tutto il mondo dovrebbero chiedere agli Stati”, come spiegato da Mori all’Ansa, chiarendo: “Solo il 2% dei Paesi ha il vaccino. Il senso è che se si vuole stare in società e non chiusi in casa, si ha il compito e l'onere di vaccinarsi”.

Ma chi sono i favorevoli e i contrari?

 

Obbligo vaccinale, ecco chi lo chiede

Tra i primi a invocare il Green Pass obbligatorio e dunque la vaccinazione anti-Covid anche nei luoghi di lavoro dove ancora non è previsto era stata Confindustria, con il direttore generale, Francesca Mariotti (per questo duramente attaccata). Di recente anche il Presidente degli industriali, Carlo Bonomi, è tornato sul tema invocando il certificato verde nazionale come obbligatorio. Ferma la posizione del presidente di Federmeccanica, Federico Visentin: "Obbligo di green pass per andare al lavoro, per chi non vuole vaccinarsi il costo dei tamponi non deve essere sostenuto dalle aziende, e chi non accetta né vaccini ne tamponi resta a casa senza stipendio”.

 

Anche Coldiretti lo ha chiesto, così come tra i medici Andrea Crisanti, microbiologo dell’Università di Padova, ha ipotizzato l’obbligatorietà dopo che la Food and Drug Administration americana ha approvato definitivamente il vaccino Pfizer, non più solo ad uso via emergenziale.

 

Sempre in ambito sanitario, è favorevole all’obbligo vaccinale anche l’infettivologo dell’ospedale San Martino di Genova, Matteo Bassetti, così come Sergio Abrignani, immunologo all'Università statale di Milano e membro del Cts: "Proporrei l'obbligo vaccinale perché le malattie infettive le contieni quando vaccini tutti e lo abbiamo visto con la polio, il vaiolo e altre malattie".

 

A sostegno dell’obbligatorietà, per alcune categorie, è anche il presidente dell’Aifa, l’Agenzia italiana del farmaco, Giorgio Palù. Anch’egli componente del Comitato tecnico scientifico, ha indicato operatori sanitari, insegnanti, forze dell’ordine e altre categorie come quelle da interessare, ricordando che “la salvaguardia del bene pubblico è tutelata anche dall’articolo 2 della Costituzione”.

 

In ambito sindacale ha preso posizione, invece, il segretario generale della Cisl, Luigi Sbarra, chiedendo “al Governo e al Parlamento un'assunzione forte di responsabilità, approvando subito una legge che preveda l'obbligo alla vaccinazione per tutti i cittadini". A livello politico è favorevole all’obbligo il segretario del Pd, Enrico Letta.

 

I cauti

Nel mondo sanitario Walter Ricciardi, consigliere del ministro alla Salute Roberto Speranza, lo ritiene giusto, ma limitatamente ad alcune categorie come "i professionisti della sanità, ma andrebbe introdotto anche per chi lavora nella scuola". Sull'obbligo "deve decidere la politica cosa fare. Sarebbe etico proteggere tutti, anche coloro che rischiano di morire perché non si vogliono vaccinare" ma "si creerebbero grandi polemiche e non so se avrebbe senso alimentarle".

 

Posizione analoga anche da parte di Guido Rasi, consulente del Commissario all’emergenza Covid, il generale Figliuolo, secondo cui “Se si deve arrivare all'obbligo di vaccinazione, ci si arrivi". "Non è tollerabile – prosegue Rasi - riempire di nuovo gli ospedali di Covid quando ci sono migliaia di patologie che aspettano ormai da due anni, non è proprio più morale".

 

A livello politico rientrano nella categoria dei “cauti” o possibilisti anche il ministro del Lavoro, Andrea Orlando ("Sono favorevole ad esplorare tutte le soluzioni che consentano di mettere quanto più possibile in sicurezza gli italiani") e il sottosegretario alla Salute, Andrea Costa ("Quello dell'obbligo vaccinale è l'ultima ipotesi. Fino ad ora gli italiani hanno dimostrato un grande senso di responsabilità. Se emergerà un problema nel raggiungimento degli obiettivi previsti, il governo e poi pronto a qualunque tipo di valutazione").

 

Fa alcuni distiguo, poi, il leader di Italia Viva, Matteo Renzi, che ritiene "giusto l'obbligo della vaccinazione per i docenti e servono regole, perché se non siete vaccinati fate un danno a voi, all'economia e in più potete contagiare qualcuno". Stessa posizione per il Presidente della Regione Liguria e fondatore di Coraggio Italia, Giovanni Toti: "Non è più l'ora di temporeggiare né di incertezze, tanto meno di messaggi ambigui. La settimana prossima riapriranno le grandi aziende, dopo le ferie di agosto e fra tre settimane inizierà la scuola. Se entro la settimana prossima non avremo un sufficiente numero di prenotazioni per il vaccino e i numeri non saranno cambiati, sarà il caso di passare all'obbligo vaccinale per alcune categorie".

 

Invoca l’obbligo per alcune categorie (ma non per tutti), infine, anche il Presidente della Regione Sicilia, Nello Musumeci: "Per alcune categorie l'obbligo è essenziale. Lo Stato ha il dovere di sospendere temporaneamente in determinate circostanze anche alcune garanzie individuali, se questo può servire a salvaguardare la salute di tutti".

 

I contrari

Tra coloro che invece dicono no all’obbligo ci sono il leader della Lega, Matteo Salvini ("Va completata l’opera egregia del generale Figliuolo, ma non se ne parla di imporre obblighi, specie ai più giovani") e di Fratelli d’Italia, Giorgia Meloni, secondo cui “con il Green Pass la vaccinazione" è "fatto obbligatoria". Meloni ha precisato: "Mi vaccino, non sono no vax, non sono contraria ai vaccini".

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