Cronaca

Paura a Rimini, un uomo accoltella 5 persone: “Non è terrorismo”

Ferito anche un bambino. L’aggressione è avvenuta alla richiesta del biglietto del bus da parte di due donne controllori. Autore un somalo, ora fermato

Paura a Rimini, un uomo accoltella 5 persone: “Non è terrorismo”

Tutto è accaduto in pochi minuti. Due donne controllori sono salite ieri sera su un autobus della linea 11 a Rimini e hanno chiesto i biglietti ai passeggeri.

Uno di loro, però, invece che esibire il tagliando ha estratto un coltello e ha iniziato a colpirle, ferendole.

Poi è fuggito a piedi, in strada, sempre con l’arma in pugno e ha colpito altri tre passanti, compreso un bambino di 5 anni che ha riportato tagli alla gola.

La paura si è diffusa rapidamente e in un primo momento si è temuto un attacco terroristico, proprio nel giorno in cui il mondo ha ricordato gli attentati dell’11 settembre a New York, al Pentagono e in Pennsylvania.

Ma secondo gli inquirenti, che non hanno formulato ipotesi definitive, non si tratterebbe di terrorismo.

Ecco cosa è successo.

 

L’aggressione e la fuga, prima dell’arresto

Alla richiesta del biglietto dell’autobus su cui viaggiava, un uomo di origini somale ha estratto un coltello, colpendo le due addette al controllo.

Poi ha intimato all’autista del mezzo, con l’arma in pugno, di aprire le porte ed è sceso in strada, dove ha aggredito alcuni passanti, accoltellandone tre, tra i quali anche un bambino di appena 5 anni.

Nella fuga ha anche tentato di impadronirsi di un’auto, senza riuscire. Ha proseguito la fuga a piedi, fino a che la polizia non è riuscita a fermarlo.

Ora l’uomo è in stato di fermo, disposto dal pm Davide Ercolani, che coordina le indagini. Al momento nessuna pista è esclusa per quanto riguarda il movente.

 

L’aggressore “violento”

Dopo i primi accertamenti è emerso che l'aggressore non ha precedenti specifici.

Era ospitato in una struttura della Croce Rossa. Non era arrivato da poco in Europa. In precedenza era stato in altri Paesi europei, prima di fare il suo ingresso in Italia, dove sembra che alcuni mesi fa avesse presentato domanda per lo status di rifugiato.

Secondo alcune testimonianze, però, aveva manifestato una personalità violenta e aggressiva nella struttura che lo ospitava.

Dal comportamento dell’uomo ora gli investigatori non escludono che abbia agito sotto l’effetto di sostanze stupefacenti, per questo sarebbero stati disposti esami tossicologici.

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