Cosa dice la Costituzione

Green pass, fa discutere l’estensione a Camere, Quirinale e Consulta

La Lega si spacca: Claudio Borghi annuncia ricorso alla Corte. Salvini: “Se il certificato vale per i lavoratori deve valere anche per i politici”.

Green pass, fa discutere l’estensione a Camere, Quirinale e Consulta

C’è chi ritiene che l’estensione del passaporto vaccinale ai componenti di Camera e Senato ponga un problema di ordine costituzionale. Il dettato della Carta all’articolo 66 non lascia dubbi quanto ad autonomia del Parlamento: “Ciascuna Camera giudica i titoli di ammissione dei suoi componenti e delle cause sopraggiunte di ineleggibilità e incompatibilità”. Perciò, dovranno essere i rispettivi organi di vertice – Ufficio di presidenza e Conferenza dei capigruppo - a dare il semaforo verde all’introduzione del Green Pass per gli eletti che siedono a Palazzo Madama e Montecitorio e per i rispettivi dipendenti. 

 

La questione non si pone. Non sarà l’esecutivo a poter estendere il certificato verde per tutti coloro che avranno accesso al Parlamento. In ogni caso, in base alla ‘giurisdizione” cosiddetta “domestica”, o “autodichia”, su eventuali ricorsi contro gli atti amministrativi prodotti dagli organi parlamentari saranno gli organi stessi a doversi esprimere. Il principio è una deroga alla giurisdizione amministrativa e viene riconosciuto non solo alle Camere, ma anche alla Presidenza della Repubblica e alla Corte Costituzionale, in quanto “organi immediatamente partecipi del potere sovrano dello Stato e perciò situati ai vertici dell’ordinamento”.

 

Dalla parte del governo si va verso l’obbligo del Green pass per tutti i soggetti che svolgono, a qualsiasi titolo, la propria attività lavorativa o di formazione o di volontariato presso le amministrazioni pubbliche o nel settore privato, anche sulla base di contratti esterni. Il testo che il Consiglio dei ministri si appresta a varare porta con sé una decisiva estensione dell’obbligo del certificato verde. “Se la politica impone il Green pass ai lavoratori, e addirittura a chi fa volontariato, è ovvio che i politici devono essere i primi a rispettare queste regole, a partire dal Parlamento”.

Il leader del Carroccio Matteo Salvini è favorevole a che l’obbligo riguardi anche le due Camere. Ma nel suo partito non tutti la pensano allo stesso modo. “Ho detto tante volte che speravo che l’obbligo del Green pass venisse esteso al Parlamento così mi avrebbe dato la possibilità di chiedere una pronuncia in merito alla Corte Costituzionale a difesa del lavoro di tutti. Adesso che pure la Consulta è ‘intimata’ risponderà direttamente”.

 Il deputato leghista Claudio Borghi dal suo profilo social spara a zero sull’indirizzo dell’esecutivo: “pensavo di aver visto di tutto ma il governo che intima a presidente della Repubblica, Parlamento e Corte Costituzionale di fare una cosa, fosse anche la più giusta del mondo mi mancava”. E aggiunge: “Che sia chiaro: se mi fosse stato possibile ricorrere alla Corte Costituzionale in difesa del lavoro di un insegnante o di un infermiere l’avrei fatto. Purtroppo è impossibile, la Costituzione non lo prevede. Mi preoccupano i diritti dei lavoratorinon quelli dei Parlamentari”.  

 

Ad ogni modo l’orientamento di Palazzo Chigi prevede “il diritto alla conservazione del rapporto di lavoro” per chi non sarà munito del certificato. Potrebbero essere previste sanzioni, come la sospensione e lo stop allo stipendio, per chi per cinque giorni consecutivi si presenti al lavoro senza Green pass. Ma non si potrà arrivare al licenziamento del lavoratore. 

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