Alla fine ‘tagliola’ e voto segreto hanno affossato l’esame della proposta di legge contro l’omotransfobia. Oggi in Senato la discussione sui 7 articoli della legge Zan – che, tra l’altro, avrebbero esteso le pene previste dalla legge Mancino a chi istiga alla violenza omofobica e a chi discrimina per ragioni sessuali o basate sull’identità di genere – è stata bloccata. A fermare l’esame di articoli ed emendamenti la richiesta di Lega e Fratelli d’Italia, votata in Aula a scrutinio segreto con i voti a favore di 154 senatori, mentre 131 sono stati i contrari e 2 gli astenuti.
A fare il resto il via libera al voto segreto deciso dalla presidente, Maria Elisabetta Casellati, che lo ha ritenuto “ammissibile”. Secondo il Pd nel novero dei favorevoli sarebbero mancati 16 - 18 voti. Il sospetto del centrosinistra è che i voti contrari determinanti vengano in parte dalle file dei renziani. “Una forza politica si è sfilata e ha flirtato con la destra sovranista solo per un gioco legato alla partita del Quirinale”, dichiara il primo firmatario, il dem Alessandro Zan.
Ora il testo non potrà essere riportato in Aula prima di sei mesi. Immediate le reazioni di tutte le forze politiche. “Hanno voluto fermare il futuro e riportare l’Italia indietro. Oggi hanno vinto loro e i loro inguacchi, al Senato. Ma il Paese è da un’altra parte. E presto si vedrà”, scrive su Twitter il segretario del Pd Enrico Letta. Anche il leader dei Cinque Stelle, Giuseppe Conte, commenta duramente: “Chi gioisce per questo sabotaggio dovrebbe rendere conto al Paese, che su questi temi ha già dimostrato di essere più avanti delle Aule parlamentari”.
Esulta, invece, il segretario del Carroccio: è stata “sconfitta l’arroganza di Pd e 5Stelle” che secondo Salvini avrebbero rifiutato “le proposte di mediazione”. Nel centrodestra lo stop al testo, che aveva già passato l’esame della Camera il 20 novembre, provoca le prime conseguenze in Forza Italia. Il deputato Elio Vito, con una lettera a Berlusconi, lascia gli incarichi interni al partito a causa del voto degli azzurri a favore della pregiudiziali. Emma Bonino di Più Europa dice: “Come temevo, l’iter si è bloccato. Io ho votato contro” la ‘tagliola’ “perché, pur ritenendo il ddl Zan imperfetto, sarebbe dovuto andare avanti. La preclusione sull’esame degli articoli ed emendamenti mostra una battuta d’arresto pressoché definitiva”.
Che la situazione a Palazzo Madama si sarebbe complicata era già evidente ieri sera, quando un accordo tra le forze politiche non si è raggiunto e le fratture sembravano estendersi. Nessun punto di mediazione, solo la certezza di andare al voto sulla richiesta dei due partiti di destra, uno di maggioranza, l’altro di opposizione, di non procedere all’esame e al voto degli articoli. La decisone del voto segreto ha ingarbugliato ulteriormente la possibilità di individuare le posizioni dei singoli senatori.
“Tutti si erano schierati dalla parte dei diritti civili, ma alla fine il ddl Zan è stato spazzato via nel segreto dell’urna. Vergognoso”, scrive in un post su Fb il ministro degli Esteri, Luigi Di Maio.” Diciamocelo chiaramente: in Italia ci sono ancora forti discriminazioni nei confronti delle persone omosessuali”. Per la ministra per le Pari Opportunità di Italia Viva, Elena Bonetti quello che si è consumato è un “colpevole muro contro muro”. Ma per il centrosinistra quella di oggi è “una pagina tra le più buie della storia repubblicana”.
Nicola Fratoianni di Sinistra Italiana aggiunge: “Il Senato, anche grazie alla decisione della senatrice Casellati che ha favorito l’imboscata, scrive una pagina nera sul libro dei diritti. La bocciatura della legge Zan è una pessima notizia per il Paese e per tutti noi”