Il mistero internazionale

Il caso della tennista Peng Shuai, stop tornei internazionali in Cina

Nuovo capitolo nel “giallo” sulla giocatrice, scomparsa a lungo dopo aver denunciato molestie da parte dell’ex vicepresidente cinese. Mossa della WTA

Il caso della tennista Peng Shuai, stop tornei internazionali in Cina

Una scelta “dovuta”. Così Steve Simon, numero della Women’s Tennis Association (WTA), ha motivato da decisione di escludere la Cina dal circuito dei tornei internazionali. Si tratta di una “sospensione immediata di tutti i tornei in Cina”, come si legge in una nota ufficiale, per “seri dubbi” sulle condizioni della tennista cinese Peng Shuai.

 

Il caso non è chiuso

La ex campionessa mondiale nel doppio era scomparsa il 2 novembre scorso, dopo aver denunciato di aver subito molestie sessuali dall’ex vicepremier cinese, Zhang Gaoli, braccio destro del leader Xi Jinping e tra gli uomini più influenti di tutta la Repubblica popolare cinese fino al 2017.

Dopo il suo messaggio-denuncia, pubblicato sul proprio account Weibo (l’equivalente cinese di Twitter) Peng Shuai non è più apparsa in pubblico e di lei si erano perse le tracce, fino a quando nei giorni scorsi erano state diffuse immagini nelle quali compariva in un ristorante e ad un evento pubblico. In una video-chiamata con il presidente del Comitato Internazionale Olimpico, Thomas Bach, la donna aveva assicurato: "Sto bene e sono al sicuro". Ma in molti hanno sollevato dubbi sull’autenticità del messaggio, che non ha cancellato le preoccupazioni della Wta sulle condizioni dell'atleta.

 

Come sta la tennista?

“Da allora, il messaggio di Peng è stato rimosso da Internet e la discussione su questo importante problema è stata censurata” si dice ora nel documento della WTA, che spiega: “Ai funzionari cinesi è stata offerta l’opportunità di dimostrare in modo verificabile che Peng fosse libera e in grado di parlare senza interferenze o intimidazioni” e di “indagare sull’accusa di violenza sessuale in modo approfondito, equo e trasparente”.

Ma così non è stato, tanto che l’associazione che riunisce le principali tenniste al mondo parla di “seri dubbi” che Peng Shuai “sia libera, al sicuro e non soggetta a censura, coercizione e intimidazione”.

 

A rischio la sicurezza delle tenniste

Il 14 novembre Steve Simon aveva chiesto rassicurazioni in modo esplicito alla federazione cinese di tennis, esortando all’apertura di un’inchiesta da parte del governo di Pechino sulle parole registrate dall’atleta. Non ricevendo una risposta adeguata, ora il numero uno della WTA ha deciso: “A meno che la Cina non adotti le misure richieste, non possiamo mettere a rischio le nostre giocatrici e il nostro staff organizzando degli eventi in Cina”.

“Se i potenti possono permettersi di mettere a tacere le voci delle donne e di nascondere sotto a un tappeto le accuse di aggressione sessuale, allora le basi su cui è stata fondata la WTA, l’uguaglianza per le donne, subirebbe un’immensa battuta d’arresto” ha aggiunto Simon.

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