L’appello di Bergoglio

Il Papa e il “perdono agli ortodossi”. Oggi a Lesbo coi migranti

Il Pontefice termina oggi il suo viaggio apostolico che lo ha portato anche a Cipro e Atene, dove ha invocato l’unità dei cristiani. Oggi tocca ai migranti

Il Papa e il “perdono agli ortodossi”. Oggi a Lesbo coi migranti

C’è chi dice che fosse da due settimane che al centro di accoglienza per i rifugiati a Mytilene, sull’isola greca di Lesbo, si lavorasse instancabilmente per riordinare la struttura. Il motivo sarebbe legato alla visita del Santo Padre, atteso da tempo ed esattamente da 5 anni, quando visitò la località l’ultima volta.

Oggi il suo viaggio assume un nuovo significato, soprattutto di fronte al continuo dramma dei migranti, molti dei quali si trovano nel campo profughi di Mòria, che i greci ora hanno ribattezzato “Mòria 2.0” e che accoglie migliaia di persone, dopo l’incendio che lo aveva distrutto nel 2020, quando rappresentava la più grande area attrezzata d’Europa.

 

Il Papa tra i migranti e i profughi

Spesso Papa Francesco ha speso parole toccanti nei confronti di migranti e profughi. Alle 9.15 (le 8.15 ora italiana) ha lasciato Atene, dove si trovava ieri, per arrivare a Lesbo alle 10.10 ora locale. Il programma è intenso, perché oltre alla visita al Reception and Identification Centre, con termine alle 12.15, Bergoglio rientrerà ad Atene per la Messa alle 16.45 nella Megaron Concert Hall . Alle 19.00 la visita di cortesia che l'arcivescovo ortodosso Ieronymos II renderà al Pontefice presso la Nunziatura apostolica.   

Già ieri, però, il Santo Padre ha rivolto un forte messaggio alla Chiesta ortodossa.

 

Bergoglio: “Unità tra i cristiani”

“Lo Spirito ci chiama a risanare le ferite dell’umanità con l’olio della carità". Così ha detto il Pontefice all'arcivescovo Ieronymos II fin dalle scorse ore, prima dell’incontro con la comunità ecclesiale nella Cattedrale. Entrambi, nella Sala del Trono dell’Arcivescovado ortodosso di Atene, hanno baciato il Vangelo prima di sedersi.

L’ultimo incontro risaliva a cinque anni fa, nel 2016, proprio nel campo profughi di Mòrias a Lesvos, nel pieno dell’emergenza profughi che aveva investito la Grecia.

Ora, però, il centro è stato ricostruito e le due guide spirituali si sono ritrovate a “condividere la gioia della fraternità – come detto dal Papa all’Arcivescovo ortodosso – e a guardare al Mediterraneo che ci circonda non solo come luogo che preoccupa e divide, ma anche come mare che unisce”.

Il pensiero è alle comuni radici apostoliche delle due Chiese, a ciò che le unisce, perché i legami “ci sono e sostengono tutto”. “Queste radici, cresciute dal seme del Vangelo, proprio nella cultura ellenica hanno cominciato a portare grande frutto: penso a tanti Padri antichi e ai primi grandi Concili ecumenici”.

 

Il perdono di Papa Francesco

Bergoglio non si è fermato al solo ricordo, ma ha anche invocato il perdono, per quelli che ha definito “i veleni mondani che hanno contaminato, la zizzania del sospetto che ha aumentato la distanza e abbiamo smesso di coltivare la comunione. Da qui la richiesta di scuse: “Con vergogna – lo riconosco per la Chiesa Cattolica – azioni e scelte che poco o niente hanno a che vedere con Gesù e con il Vangelo, improntate piuttosto a sete di guadagno e di potere, hanno fatto appassire la comunione. La storia ha il suo peso – ha proseguito – e oggi qui sento il bisogno di rinnovare la richiesta di perdono a Dio e ai fratelli per gli errori commessi da tanti cattolici ha detto Bergoglio.

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