Il dibattito

Stato di emergenza, proroga 2022? Cosa dice la legge, dubbi, ipotesi

Almeno tre le soluzioni: prorogare la misura attuale, vararne una nuova o inglobare la struttura commissariale di Figliuolo nella Protezione civile

Stato di emergenza, proroga 2022? Cosa dice la legge, dubbi, ipotesi

Prorogare o no? Il dilemma non è sciolto e il dibattito è più vivo che mai, specie nelle forze politiche.

Nel chiudere Atrju, la “festa” di Fratelli d’Italia, la leader Giorgia Meloni ha ribadito il “no” del proprio partito, spiegando: “Dopo due anni dobbiamo essere in grado di combattere il Covid e la pandemia ripristinando i diritti democratici: lo stato di emergenza non si può prorogare”.

Il governo Draghi, alle prese anche con il negoziato con i sindacati nella settimana dello sciopero generale di giovedì 16 dicembre, non ha ancora deciso se estendere lo stato di emergenza che è in scadenza il 31 dicembre 2021.

Una delle ipotesi è la proroga fino a fine gennaio 2022, ma anche in caso di conferma si tratta di deciderne le modalità.

Il dibattito entra nel vivo e riguarderebbe anche il futuro della struttura commissariale del generale Figliuolo e del Comitato tecnico scientifico, insieme alla possibilità di mantenere le zone tra Regioni.

Proprio oggi, intanto, passa in zona gialla la Calabria, così come lo sono già Friuli Venezia Giulia e Alto Adige. A rischiare il passaggio, però, sono altre cinque Regioni, entro fine anno.

 

Stato di emergenza: verso la proroga 2022?

Si tratta di una decisione sicuramente complicata e delicata. Da un punto di vista giuridico l’ipotesi di prolungare lo stato di emergenza trova un fondamento, esattamente nel decreto legislativo del 2008 (convertito nella legge 123/2008), ossia il Codice della Protezione civile. All’articolo 24, comma 3, si legge: "La durata dello stato di emergenza di rilievo nazionale non può superare i 12 mesi ed è prorogabile per non più di ulteriori 12 mesi".

Una eventuale conferma, dunque, potrebbe avvenire ancora, ma solo per un mese, cioè fino al 31 gennaio 2022, perché il primo stato di emergenza era stato varato dall’ex premier Giuseppe Conte il 31 gennaio del 2020. In base alla legge, quindi, non potrà essere prorogato oltre il 31 gennaio 2022 senza un passaggio parlamentare.

 

Una “nuova emergenza” per le varianti

È sempre il decreto a indicare come accade allo scadere della misura emergenziale: "Alla scadenza dello stato di emergenza, le amministrazioni e gli enti ordinariamente competenti, subentrano in tutti i rapporti attivi e passivi, nei procedimenti giurisdizionali pendenti". In pratica, Regioni e Comuni tornerebbero nel pieno “possesso” dei propri poteri.

Eppure esistono altre possibilità perché l’esecutivo continui a esercitare i poteri “speciali” e sono previste dalla possibilità di dichiarare lo stato di emergenza in deroga al dlgs 1/2018 in deroga e senza modifiche, fino a un numero massimo di mesi di 27 mesi o più. Oppure, come spiegano alcuni esperti, proclamando uno stato di emergenza per un evento “nuovo”. Nel caso concreto, si potrebbe valutare l’ipotesi di motivare il provvedimento di fronte all’aumento di varianti, come la Omicron.

 

I favorevoli e i contrari

Nello schieramento di coloro che sono favorevoli a un rinnovo dello stato di emergenza c’è il Presidente dell'Emilia Romagna, Stefano Bonaccini. D’accordo anche Walter Ricciardi, professore ordinario di Igiene all'Università Cattolica e consulente del ministro della Salute Speranza, che alla Stampa spiega che "dal punto di vista sanitario" lo stato di emergenza dovrebbe continuare, per esempio per “un'intensificazione del Super Green Pass con maggiori controlli”.

Sono contrari a una proroga, invece, sia Giorgia Meloni che il Presidente della conferenza Stato-Regioni e Governatore del Friuli Venezia Giulia, Massimiliano Fedriga. "Non è necessario – ha dichiarato - Abbiamo la possibilità di legiferare anche con decreti d'urgenza su temi specifici e su questo si può lavorare: se servono delle misure ad hoc, personale sanitario aggiuntivo con gli specializzandi o sostegni per le Rsa, possiamo prendere dei provvedimenti mirati svincolati dallo stato di emergenza".

 

La terza via: il commissario Figliuolo passa sotto la Protezione Civile

Per poter mantenere in vita la struttura commissariale, che per sua definizione è un organo emergenziale, il Governo Draghi starebbe pensando di spostare la struttura commissariale sotto la Protezione civile. Non mancano, però, i nodi da sciogliere, come la possibilità che  l’organismo diretto da Fabrizio Curcio sia competente ad assorbire lo staff del generale Paolo Francesco Fuigliuolo. Resterebbe anche da capire se, a livello giuridico, si potrebbe mantenere il sistema di colorazione delle Regioni, così come il destino del Comitato tecnico scientifico. Pare che i giuristi siano al lavoro per chiarire i dubbi, anche se il tempo stringe.

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