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Ucraina, perché gli imprenditori italiani oggi parlano con Putin

La Nato annuncia il rafforzamento militare ai confini di Kiev, ieri l’incontro “formato Normandia” a Parigi, ma oggi tocca ai manager italiani in videocall

Ucraina, perché gli imprenditori italiani oggi parlano con Putin

Che i venti di guerra (militare ed economica) soffino sempre più forti è un fatto. La tensione non accenna a diminuire e ci si interroga su quale possa essere la svolta, verso una de-escalation. Dopo settimane di vertici, in presenza o in videocollegamento, ieri le attenzioni erano rivolte all'incontro convocato dal presidente francese, Emmanuel Macron, in “formato Normandia”. Vi hanno preso parte anche la Germania, Ucraina e Russia, per tentare di imboccare una via di uscita dalla crisi ucraina.

Ma oggi è la volta di una videoconferenza tra i vertici di alcune delle principali aziende italiane, tra le quali Eni, Pirelli e Generali, con il presidente russo, Vladimir Putin. Sul tavolo i rapporti economici tra Roma e Mosca, che a causa della crisi ucraina rischiano di avere pesanti ripercussioni per l’industria del Belpaese.

 

Il vertice dei manager italiani con Putin

Come riferisce Il Sole 24 Ore, a partecipare alla riunione in videoconferenza saranno tra gli altri Claudio Descalzi (Ceo di Eni), Francesco Starace (Ceo di Enel); Andrea Orcel (Ceo di UniCredit) e Philippe Donnet (Ceo di Generali). In realtà l’incontro era stato organizzato – ben prima dell’acuirsi della crisi tra Mosca e Kiev – lo scorso novembre dalla Camera di commercio italo-russa e dal Comitato Imprenditoriale Italo-Russo per la Cooperazione Economica. Quest’ultimo è presieduto da Marco Tronchetti Provera, amministratore delegato di Pirelli, insieme a Dmitri Konov, a capo del gruppo petrolchimico russo Sibur.

Ora la riunione assume una nuova valenza, alla luce delle pesanti ripercussioni economiche che possono derivare sia da un possibile conflitto armato alle porte di Kiev (che da più parti sta cercando di scongiurare), sia da probabili sanzioni economiche, minacciate a gran voce nelle ultime ore dagli Usa.

 

Usa, sanzioni alla Russia più vicine

Se sul fronte diplomatico i colloqui proseguono, da Washington arrivano segnali di insofferenza crescenti, confermati dall’annuncio di aver messo in stato di allerta 8.500 militari americani, di fronte al rischio che la Russia possa attaccare “in qualsiasi momento”. Al momento si esclude l’impiego di soldati in Ucraina, mentre è più imminente l’arrivo di sanzioni economiche. L’ipotesi è di vietare l’esportazione di tecnologia americana in diversi campi (intelligenza artificiale, computer avanzati, difesa, aerospaziale), senza escludere le transazioni in dollari per le banche russe.


In arrivo un documento scritto per il Cremlino

Non solo. Secondo quanto riferito dai media americani, è previsto che “alla fine di questa settimana” arrivi “una proposta scritta” alla Russia per "trovare una via di uscita" dalla crisi che si è creata, come precisato dal segretario generale della Nato, Jens Stoltenberg. A gettare acqua sul fuoco ci ha provato il ministro della Difesa ucraino, Alexei Reznikov, che esclude una possibile invasione russa, ma parla comunque di "scenari rischiosi". Le autorità di Kiev hanno fatto sapere, intanto, di avere smantellato un "gruppo criminale" legato a Mosca che preparava "attacchi armati" per destabilizzare il Paese.

 

Le mosse della Francia

In questo panorama, si è svolto ieri un incontro a Parigi tra il presidente francese, Macron, e il cancelliere tedesco Scholz, al termine del quale il capo dell’Eliseo ha annunciato che parlerà personalmente con Putin, in una telefonata prevista per venerdì 28 gennaio. La Francia è pronta a “reazioni” in caso di invasione russa in Ucraina, mentre la Germania si aspetta una “de-escalation” di Mosca.

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