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Green Pass, maggioranza ancora divisa. La difficile mediazione

Commissione Affari sociali, Lega: sospendere la carta verde dal 31 marzo. Si apre una settimana politica complicata. Fdi: No a fiducia su riforme chiave

Green Pass, maggioranza ancora divisa. La difficile mediazione

La maggioranza torna a dividersi in tema di Green pass. In Commissione Affari Sociali della Camera esponenti del Carroccio hanno presentato un emendamento per la sospensione del passaporto verde dal 31 marzo. Con la Lega si sono schierati Fratelli d’Italia e Alternativa. Parere contrario del governo che ha avuto l’appoggio di Pd, Cinque Stelle, Leu e Forza Italia. La seduta è stata sospesa. Il presidente di Montecitorio, Roberto Fico, confida sulla gradualità per la fine delle misure: “Credo che un progressivo superamento delle restrizioni sia di buon senso e in questo solco si stanno già muovendo governo e Parlamento”.

 

Da oggi comincia una settimana parlamentare di appuntamenti politicamente importanti e che si preannuncia anche piena di insidie. Prima il voto di fiducia sul decreto Milleproroghe, poi l’esame delle misure in materie di contrasto all’emergenza Covid. Quello che è accaduto in commissione Affari Sociali non depone per un buon inizio. La pace siglata venerdì in Consiglio dei ministri sembra già un ricordo lontano e la possibilità che il governo ponga la fiducia sul alcune leggi mette già in allarme l’opposizione: “Apprendiamo dalla stampa che il governo avrebbe intenzione di apporre la fiducia in Parlamento per blindare alcuni provvedimenti e impedire che siano modificati. Tra questi la riforma della giustizia, la delega fiscale che contiene anche la riforma del catasto, il disegno di legge concorrenza con le nuove norme sulle concessioni balneari e il codice degli appalti. Un clamoroso segno di debolezza del premier Draghi e della sua maggioranza”, dichiara Giorgia Meloni, leader di Fratelli d’Italia.

 

In ogni caso il decreto fiscale e la riforma del catasto restano al centro di dissapori e questo spiegherebbe l’impasse in commissione Finanze di Montecitorio. La riforma è un terreno assai delicato e un accordo politico non sarebbe ancora stato raggiunto. Il governo confida di trovarlo prima di andare in Aula onde evitare sgambetti e spiacevoli sorprese. Intanto, oggi, Matteo Salvini, segretario federale della Lega, ha tenuto a precisare: “Non è guerriglia parlamentare la modifica al meglio dei provvedimenti”. E ancora: “Conto che non ci siano altre emergenze. Non vedo perché dovremmo mai più governare con la sinistra”. Una risposta a chi in questi giorni ha ipotizzato una prosecuzione dell’‘unità’ nazionale’ anche dopo la fine della legislatura. “La Lega è alternativa alle sinistre in Italia e in Europa, e lo sarà in futuro”, chiosa il leghista.

 

Dopo una settimana davvero tormentata e la sintonia ritrovata nell’ultimo Cdm la sensazione prevalente adesso è che ciascuna delle forze politiche continui a fare il suo gioco. Nella consapevolezza che ci sono ancora troppe partite importanti da decidere. Dal Partito democratico il segretario Enrico Letta smentisce un incontro odierno con Giuseppe Conte. I rapporti personali tra i due sono senza dubbio buoni ma il momento non è propizio per definire le relazione come gli alleati.

 

Il Movimento Cinque Stelle è in fase di stallo e in attesa di nuove decisioni del Tribunale di Napoli su come procedere dopo il provvedimento cautelare che ha bloccato Statuto ed elezione di Conte. Di certo il leader dem continua a tessere la sua tela per la costruzione di un campo largo del centrosinistra che si presenti unito alle elezioni del 2023. Ma quest’anno che separa i partiti dal voto si prospetta lungo, anzi lunghissimo.

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