effetti della guerra

La guerra del gas e del rublo: mosse del G7 dopo l’annuncio di Mosca

A Bruxelles vertice per aumentare le pressioni sulla Cina perché freni la Russia. Intanto preoccupa la corsa ai rialzi anche di molti generi alimentari

La guerra del gas e del rublo: mosse del G7 dopo l’annuncio di Mosca

C’è chi parla da settimane di guerra economica, che si affianca a quella militare. A differenza di quella sul campo in Ucraina, in questo caso i confini sono ben più ampi, mondiali. Ma c’è anche una guerra del gas che si sta consumando in particolare tra la Russia e l’Europa a causa della dipendenza dalle forniture di Mosca.

L’ultima provocazione riguarda l’annuncio che da fine mese la Russia vuole farsi pagare in rubli. Immediata la reazione del G7, che la definisce inaccettabile. Anche dall’Italia è arrivato un richiamo al rispetto delle clausole contrattuali, da parte del premier Draghi.

 

Il G7 si oppone alle richieste russe

Dopo il richiamo alle clausole contrattuali da parte del premier, Mario Draghi, anche i paesi del G7 hanno ribadito che chiedere il pagamento in rubli per il gas russo è "inaccettabile". A presentare la posizione del G7 è stato il ministro dell'Economia tedesco, Robert Habeck, che rappresenta anche la presidenza di turno. Tutti i paesi del G7 concordano che si tratterebbe di una evidente violazione dei contratti esistenti, decisa in modo unilaterale e quindi irricevibile.

 

Mosca: “Non faremo beneficienza”

Ma quello che si profila appare come un braccio di ferro. La risposta del portavoce del Cremlino, Dmitri Peskov, è infatti chiara: "Non faremo beneficenza". Non è chiaro su quali possano essere le contromisure concrete di fronte al rifiuto dei Paesi importatori di pagare con monera russa, "ma di sicuro non forniremo gas gratuitamente, questo è certo. È quasi impossibile fare beneficenza nella nostra situazione", ha sottolineato Peskov.

 

Il terzo attore: Biden

Nelle tensioni tra Mosca e Bruxelles si inserisce Washington, con il presidente statunitense, Joe Biden, che insiste affinché gli alleati europei adottino sanzioni analoghe a quelle americane, con il blocco alle importazioni. Una strada insostenibile, specie per Paesi come Germania e Italia, fortemente dipendenti dal gas russo.

Intanto oggi a Bruxelles all’ordine del giorno della Nato si affronta anche il ruolo della Cina. L’Alleanza atlantica dovrebbe chiedere “alla Cina di assumersi le sue responsabilità” esortando Pechino perché si adoperi con Mosca per uno “stop immediato della guerra”.

 

I rincari principali: cosa costa di più

Ma le tensioni internazionali e la preoccupazione per le forniture non si limitano al solo settore energetico. Molti generi alimentari stanno risentendo dei rincari. "In un paese come l’Italia dove l’85% delle merci per arrivare sugli scaffali viaggia su strada, l’aumento dei prezzi di benzina e gasolio ha un effetto valanga sui costi delle imprese e sulla spesa di consumatori", spiega la Coldiretti. I prodotti che hanno segnato i maggiori aumenti di prezzi sono l’olio di semi (+19%), verdura fresca (+17%) e pasta (+12%). A contribuire è l’ansia che si è generata nei consumatori, con un calo di fiducia del 12%, segnalato dall’Istat.

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