la CONMEBOL

La Nazionale di Mancini: ultimi saluti, conferme e nuove chiamate

Gli azzurri si apprestano a sfidare il prossimo primo giugno la Nazionale Argentina di Messi, in una sfida valevole per la CONMEBOL. Chi sono i convocati

La Nazionale di Mancini: ultimi saluti, conferme e nuove chiamate

Dopo la delusione di marzo, con la mancata qualificazione al prossimo Mondialel’Italia di Mancini si riunisce, in alcune giornate di stage. L’ex attaccante italiano, al seguito della conferma come allenatore degli azzurri, necessità di capire quale può essere la formazione del futuro, anche in vista della Nations League e ovviamente, dei prossimi Europei. Adesso però il primo pensiero va alla sfida con l’Argentina, il primo giugno a Wembley, per aggiudicarsi la CONMEBOL (Coppa Dei Campioni), in uno stadio che emana grandi ricordi ai nostri colori. Una sfida che mette insieme l’ultima corazzata dell’Europeo 2021, con alcuni addii di eccellenza che danno inizio inevitabilmente ad una nuova era.

 

Salutarsi nel modo migliore, perlopiù con la possibilità di estendere la bacheca trofei: la speranza è ritrovare la semplicità nel ottenere la vittoria, con leggerezza e autostima. Così come abbiamo dimostrato poco meno di un anno fa.  Quel tiro della Macedonia, nei minuti di recupero, deve essere l’immagine da cui ripartire, per scalare nuovamente le gerarchie tra le grandi del mondo. Ad oggi avere rimpianti, specie per il mese vuoto che ci attende da novembre a dicembre, è una “penacalcistica” che bisogna subire con umiltà, nella speranza di non rivivere, veramente, un momento così basso per lo sport più ambito nella nostra nazione. Possiamo vantare di una caterva di giovani promesse, che pian piano si stanno mettendo in mostra tra i grandi, dando speranza per le prossime annate

 

Mancini è ancora scettico sul minutaggio dato a questi ragazzi dai propri club “Quando io era ragazzo accadeva, almeno una volta al mese eravamo qui e credo si possa fare anche adesso. Abbiamo visto 52 ragazzi e alcuni erano giocatori che non conoscevamo. E alcuni sono bravicome è possibile che non giochino in una squadra di Serie A? Per noi può essere molto utile”. Per giungere ad un vero salto di qualità queste promesse del nostro calcio devono avere la possibilità di esprimersi, senza essere allontanati in categorie minori, dove spesso si vanno a perdere.

 

Intanto però possiamo contare su un gruppo unito, che si sta ritrovando e può essere soddisfatto delle basi attuali nella rosa. Analizziamo dunque in che condizione mentale e tecnica arrivano gli elementi a disposizione del tecnico, undici mesi dopo quel glorioso successo.

 

La (non) crescita di Donnarumma 

A sorpresa ci sono state polemiche sulle scelte del tecnico per il ruolo di portiere o almeno, per il pacchetto completo del reparto. Che il titolare sia Donnarumma non ci piove, anche se da quel premio di “Migliorgiocatore dell’Europeo” le cose sono cambiate per lui, specie a livello morale, dove non ha vissuto un’annata semplice. Infatti l’ex milanista ha dovuto convivere con un’alternanza continua tra lui e Navas, che per tutta la stagione sono sempre stati in bilico per il ruolo da titolare. Questa novità per il numero uno campano non è stata la condizione migliore, visto che ogni volta che è stato chiamato in causa ha sentito le pressioni del suo sostituto. Gli errori non sono mancati, specie in Champions League dove ha contribuito in negativo all’eliminazione del PSG contro i neo campioni del Real Madrid. Seppur il suo rapporto con grande parte del pubblico italiano non sia eccelso, rimane giustamente la prima scelta tra i pali.

 

Le polemiche infatti si sono concentrate maggiormente sull’esclusione di Vicario, che rimane sotto nuovamente a Meret.

Mentre su Sirigu e Cragno non vi è nulla da dire, sulla meritocrazia del numero uno napoletano è corretto ci siano delle discussioni. Non gioca a livelli ottimi da troppo tempo e la stagione del portiere empolese è da sottolineare: meritava una chance. Per dare speranza a tutti, bisogna mettere la casacca azzurra ai migliori, a chi ha sudato duramente per meritarsela.

 

Una Nazionale senza Giorgio:

Un’icona, un capitano pronto a raggiungere 117 presenze con la casacca azzurra: un uomo che rimane per sempre indelebile nella storia della Nazionale. Un centrale come si deve, con animacuore e poca paura, così possiamo descrivere Chiellini, da sempre un pilastro della nostra retroguardia. Se pensiamo a tutti i momenti trascorsi negli ultimi anni, tra gioie e dolori, lui è sempre stato presente, facendo pesare la sua presenza nei momenti decisivi. Quella fascia deve indossarla ancora una volta, contro l’Argentina, in quella Londra che ha regalato le ultime gioie della sua carriera con la maglia dell’Italia. Ad accompagnarlo rimane sempre Bonucci, che non ha vissuto un periodo top della sua carriera, ma che è ancora insostituibile. Presenti anche Acerbi e Florenzi della vecchia guardia.

Di Lorenzo, forse miglior terzino italiano del momento, è ormai un titolare fisso, così come Bastoni, che è l’erede scelto da “Giorgione”. Dalla Capitale due centrali che si sono confermati in una forma abbastanza buona, come Mancini e Luis Felipe, con quest’ultimo che però fa storcere ancora il naso ad alcuni. Bremer in futuro potrebbe seguire il suo stesso percorso e non sarebbe male, come rincalzo aggiuntivo. Di Marco merita una chance, così come Biraghi: entrambi garantiscono qualità tecniche importanti. Infine Lazzari, tra i migliori della Lazio in questo finale e Spinazzola, che riabbraccia l’azzurro dopo il brutto incidente estivo, lo scorso anno.

 

Centrocampo ringiovanito:

Al di fuori di qualche scelta un po’ controversa, come la conferma di un deludente Pessina, il resto del centrocampo è di grande livello. Partiamo dalle certezze, come Verratti e Jorginho, che deve fare una sorta di “pace” con i tifosi azzurri. Le sue doti però non possono essere messe in discussione: è importante avere negli schemi un play che giochi da “imbuto”. Barella ormai una pedina insostituibile, così come Pellegrini, che ha finalmente raggiunto la sua dimensione tattica, diventando non solo una mezzala di spinta, ma anche un trequartista dalle giocate magiche.

Il perfetto mix per un elemento che si può considerare completo, nel pieno della sua maturità. Il suo compagno di squadra, Cristante, merita la conferma dopo l’Europeo, visto che ha giocato un campionato eccezionale, sopperendo ai limiti di alcuni colleghi di reparto, non proprio al meglio della condizione mentale. Un muro in mezzo al campo, che sta imparando anche a verticalizzareTonali merita più di tutti un posto in squadra, considerando la sua importanza nel raggiungimento del diciannovesimo scudetto per il Milan. Ha lasciato un’impronta che non si può dimenticare, dimostrando di essere un futuro crack del nostro calcio.

Ottima la chiamata di Frattesi, che nonostante abbia vissuto una seconda parte più complessa, anche causa infortuni è un giocatore di gamba, che abbina generosità a cattiveria agonistica in mezzo al campo. Un “toro” difficile da spostare. 

 

L’attacco dei punti interrogativi:

In attacco sono state fatte diverse scelte, che però ad oggi rappresentano perlopiù dei punti interrogativi. Basti pensare che il futuro sia di Immobile, da sempre simbolo per eccellenza delle critiche da parte dei tifosi, sia Insigne, in partenza verso il Canada, sia tutt’altro che certo. Entrambi si sono presi del tempo per decidere e post Wembley probabilmente capiremo se sono ancora vogliosi di far parte di questo importante gruppo. Per ora però rimangono due punti fermi. Così come Berardi, che ha appena concluso una stagione sontuosa sono agli ordini di Dionisi.

Conferma anche per i due “esterni in ombra”, Bernardeschi e Politano, che dal prossimo anno devono dare una reale svolta alla carriera, diventando più protagonisti dei propri club. Non è un caso che entrambi abbiano l’intenzione di cambiare aria. Discorso complesso anche per la convocazione di Zaniolo e Zaccagni, dopo le polemiche per i cori fatti dai romanisti sul figlio dell'esterno ex Verona. Tra i due ci potranno essere dei chiarimenti, che ad oggi però sono difficile da immaginare. Infine in azzurro arriva Pinamonti, che ad Empoli ha collezionato 13 reti stagionali. Un bottino importante per fare un salto di qualità nella sua carriera. Fiducia anche a Scamacca e Kean, che però ad oggi è un’incognita piena: deve ritrovare la sua dimensione. Concludiamo con un meritatissimo Caprari, che dopo tanta attesa ha finalmente ricevuto la chiamata di Mancini. Un nuovo numero dieci che può portare qualità al reparto offensivo.

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