Nuove tensioni

La mossa di Biden che provoca la Cina: armi per 1,5 mln $ a Taiwan

Il presidente, alle prese anche con una campagna elettorale interna in vista del voto di Mid Term a novembre, annuncia aiuta militari. Pechino reagisce

La mossa di Biden che provoca la Cina: armi per 1,5 mln $ a Taiwan

Se lo scontro con la Russia si consuma sul fronte dell'Ucraina, dove la guerra prosegue ormai da 6 mesi e Kiev può contare sul forte appoggio (anche militare) degli Stati Uniti, il presidente Joe Biden sembra voler seguire la linea della fermezza anche con l'altro antagonista mondiale, la Cina.

Il capo della Casa Bianca, infatti, ha annunciato l'invio di armi per oltre 1 miliardo di dollari a sostegno di Taiwan, che da tempo si batte per l'indipendenza da Pechino e su cui, invece, la Repubblica popolare cinese vanta la supremazia. 

 

Biden pronto a inviare auti militari per oltre 1 miliardo

L'Amministrazione Biden conferma i propri intenti di supporto a Taiwan e dopo la visita a Taipei della speaker della Camera, Nancy Pelosi, ora è il presidente in persona ad annunciare la volontà di inviare armi a Taiwan. L'Amministrazione intende chiedere al Congresso, infatti, l'approvazione di un pacchetto che prevede la vendita di armi per 1,1 miliardi (ma potrebbe arrivare a 1,5). 

Ne farebbero parte 60 missili anti-nave Harpoon, 100 missili aria-aria Sidewinder e un'estensione di un contratto già in essere per radar di sorveglianza

 

La reazione della Cina

Alla notizia, pubblicata da Politico, è seguita la reazione della Cina, tramite le parole del portavoce dell'ambasciata di Pechino a Washington, Liu Pengyu: "Gli Usa devono smettere di vendere armi a Taiwan poiché qualsiasi contratto militare con l'isola viola il principio di 'una sola Cina'", caro invece proprio alla Repubblica popolare cinese. 

 

Nuove tensioni in arrivo

Le tensioni tra Cina e Usa su Taiwan sono palpabili da tempo e lo stesso portavoce dell'ambasciata cinese non le ha nascoste, tanto da esortare gli Usa a "smettere di creare fattori che potrebbero portare a tensioni nello Stretto di Taiwan e dovrebbero dar seguito alla dichiarazione del governo Usa di non sostenere l'indipendenza di Taiwan". 

Di recente, ad alimentare l'irritazione cinese ci aveva pensato la visita della speaker della Camera, Nancy Pelosi, che si era recata a Taipei. 

 

Provocazioni? 

In precedenza c'erano state altre visite tra le delegazioni dei due paesi, mentre un paio di giorni fa due navi militari statunitensi hanno attraversato lo Stretto di Taiwan, largo 160 km. Ufficialmente i due incrociatori missilisitici Uss Antietam e Uss Cahcellorsville viaggiavano "attraverso le acque in cui si applicano le libertà di navigazione e sorvolo in alto mare, in conformità con il diritto internazionale". 

In compenso la Cina è pronta a esercitazioni comuni con la Russia nel mar di Giappone. 

Un clima di tensione, dunque, che alimenta le settimane che precedono il voto negli Usa e diventa motivo di campagna elettorale. 

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