I prossimi step del governo

Le priorità di Draghi: l’energia, e poi chiudere tutti i dossier

Il premier: completare l’attuazione del programma e garantire gli obiettivi del Pnrr. Sul gas si segue anche la strada di una diminuzione dei consumi

Le priorità di Draghi: l’energia, e poi chiudere tutti i dossier

Il tempo stringe. Manca meno di un mese alle elezioni e presumibilmente il nuovo governo non potrà insediarsi prima di metà ottobre. L’esecutivo in carica guidato da Mario Draghi spinge sull’acceleratore e lavora senza sosta “per l’attuazione del programma di riforme e investimenti e il raggiungimento dei traguardi e dei target del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza”. Si tratta di velocizzare l’iter di “tutte quelle misure che, sulla base delle scadenze e del cronoprogramma previsto dal Piano, possono essere anticipate dai ministeri a settembre e ottobre”. Siamo nel pieno del secondo semestre dell’anno: ci sono precisi target e obiettivi da raggiungere. “Da parte dei capi di Gabinetto è stata eseguita una ricognizione sullo stato dell’arte e sui tempi” per accedere alle nuove tranches di finanziamenti europei. Il premier chiede uno “sforzo eccezionale ai Ministeri per completare il programma”. Ma oltre a smaltire i provvedimenti in sospeso, e realizzare gli step del Pnrr, il governo deve fronteggiare il caro energia determinato dagli aumenti vertiginosi del prezzo del gas. Servono nuove risorse. Secondo Matteo Salvini della Lega “non meno di 30 miliardi” da reperire “anche a deficit”. Draghi - è risaputo - non è d’accordo con l’ipotesi di varare un nuovo scostamento di bilancio. Peraltro, per coprire gli aumenti a carico di aziende e famiglie, mancano i dati sulle entrate di luglio e di agosto.

 

Il ministro dell’Economia, Daniele Franco, ha avuto un incontro con il premier nella giornata di ieri. Per dirla in parole semplici bisogna valutare quali risorse siano realmente disponibili per la nuova emergenza. Tra le forze politiche Fratelli d’Italia è d’accordo con la linea adottata dal governo. La leader Giorgia Meloni, a differenza dei suoi alleati, non sposa la causa del nuovo debito e si mostra cauta sui conti pubblici.

 

A Palazzo Chigi non ci si ferma e si studiano soluzioni: lasciare cittadini e imprese senza nuovi sostegni è una opzione che si esclude. Intanto il ministro dello Sviluppo economico, il leghista Giancarlo Giorgetti, fa sapere che “è stato fatto tanto e bisogna fare di più, ma soprattutto bisogna far conoscere le misure adottate. In particolare per le famiglie più bisognose con redditi bassi c’è la possibilità di fare domanda per avere bollette a dei prezzi simili a quelli dell’anno scorso anche con effetto retroattivo. L’invito a tutte queste famiglie è di fare domanda”. Gli aiuti dovrebbero essere in vigore anche per l’ultima parte dell’anno ma è la copertura finanziaria che preoccupa. Vedremo nei prossimi giorni quali ulteriori provvedimenti verranno adottati e in che modo i soggetti più vulnerabili potranno affrontare i rincari. Di sicuro ci si aspetta indicazioni per evitare un razionamento dell’energia.

 

Il governo francese, per fare un esempio, si sta già adoperando in questa direzione. “E’ venuto il momento di cambiare le nostre abitudini”, avverte il portavoce Olivier Veran, “in inverno non si fa andare la lavatrice alle ore 18”. Il ministro della Transizione ecologica, Roberto Cingolani, sarebbe pronto a un decreto per la riduzione dei consumi almeno per i termosifoni centralizzati che andranno abbassati di un grado e tenuti accesi un’ora in meno. Raccomandazioni che possono valere per le famiglie, ma in questo memento è soprattutto il mondo produttivo a soffrire. In tutti i settori si allunga la lista delle imprese in difficoltà che rischiano di non riuscire a sostenere gli aumenti delle bollette di gas e luce.   

COPYRIGHT THEITALIANTIMES.IT © RIPRODUZIONE RISERVATA