Norme anti-Covid

Isolamento per i positivi e multe ai no-vax: che fine fanno ora

Da dicembre al via le sanzioni da 100 euro per chi non aveva rispettato l’obbligo. Positivi asintomatici: niente tampone dopo 5 giorni senza sintomi

Isolamento per i positivi e multe ai no-vax: che fine fanno ora

Se per i medici che non si erano sottoposti a obbligo di immunizzazione è stato deciso il reintegro, le multe per chi era tenuto a ricevere le dosi non scompaiono. Si tratta soprattutto di insegnanti, operatori sanitari, forze dell'ordine e over 50, ai quali ora arriva il conto da pagare: una sanzione da 100 euro.

Con il 1° dicembre, dunque, scadono i 180 giorni fissati per giustificare il mancato adempimento all'obbligo vaccinale. Ad essere raggiunti dalle multi si calcola che siano circa 2 milioni di italiani.

 

Chi non si è vaccinato e dove

Secondo i dati ufficiali la Regione con il maggior numero di inadempienti è il Friuli Venezia Giulia. A seguire, invece, ci sono due territori del centro e del sud come Calabria e Abruzzo.

I più virtuosi, invece, risultano Puglia, Lazio, Toscana e Molise, con percentuali di vaccinati con almeno due dosi che superano il 90% nella fascia di età tra i 50 e i 59 anni.

 

Cosa ne sarà dell’obbligo vaccinale?

Resta, però, ancora un nodo da sciogliere e riguarda la legittimità dell’obbligo vaccinale, contro cui sono arrivati molti ricorsi nel corso dei mesi. La Corte Costituzionale è pronta a pronunciarsi su questo aspetto e la sentenza potrebbe far decadere le multe per chi si era appunto opposto all’immunizzazione obbligatoria, con conseguenze burocratiche non da poco. Legate all’obbligo, infatti, c’erano anche la sospensione dal lavoro e dalla retribuzione, previsti dal decreto 44 del 2021 voluto dal governo Draghi.

A protestare contro il vincolo, proprio in attesa del pronunciamento, si sono trovati alcuni no-vax, con cartelli e tricolori stretti al collo, che hanno invocato il diritto alla libertà di scelta. Secondo i legali che li hanno assistiti, si tratta di cittadini "privati della possibilità di lavorare e sopravvivere" e "traditi" dallo Stato che ha imposto un "ricatto: o ti vaccini o sei fuori dalla società".

Ad essere stato violato, per esempio, sarebbe il diritto costituzionale al lavoro, insieme alla violazione della dignità sociale perché, come spiegato dai legali, chi è rimasto senza stipendio non ha più potuto "assicurare il pane ai propri figli".

 

La battaglia legale

Finora sono cinque i giudici sul territorio che hanno dato ragione a chi si è opposto all’obbligo di vaccinazione. Si tratta dei tribunali di Brescia, Catania e Padova, oltre al Tar della Lombardia e al Consiglio di giustizia amministrativa per la Regione Siciliana, per un totale di 11 ordinanze con le quale si è sollevato il dubbio di costituzionalità.

 

Riparte la campagna vaccinale

In tutto questo, però, è ripartita la campagna vaccinale, pur con ritmi molto bassi. Per incrementarli è stata messa a punto una campagna di sensibilizzazione. “Vogliamo dare un messaggio forte a tutta la popolazione ma il nostro target sono soprattutto gli anziani ed i soggetti fragili. Dobbiamo affrontare insieme Covid e influenza stagionale, che questo anno pare si presenti molto forte, e dobbiamo farlo possibilmente con una unica vaccinazione che è possibile fare appunto in una unica seduta", ha spiegato il ministro della Salute, Orazio Schillaci, presentando la campagna di comunicazione contro Covid e influenza che prevede uno spot in onda su reti Rai e Mediaset e anche attività sui social.

"Con la stagione fredda - ha aggiunto il Ministro - stiamo seguendo i dati sul Covid. C'è stato un rialzo dei casi, ma le terapie intensive sono sotto il livello di guardia ed è questo cui bisogna guardare principalmente. Il Covid è in una fase endemica e ciò ci ha permesso di riacquistare spazi di normalità. Quello che ora sosteniamo è un approccio basato sulla responsabilità dei cittadini". "Speriamo che rallentando il Covid possiamo ora concentrarci sui tanti aspetti trascurati in questi anni, a partire dalle liste di attesa", ha concluso il Ministro, che nei giorni scorsi aveva parlato anche del cambio di strategia nella gestione dei positivi.

 

Cosa cambia in caso di positività

Secondo quanto anticipato da Schillaci, che da settimane lavora con gli esperti del Ministero per ridefinire le regole anti-Covid, si va verso una differente gestione per i positivi asintomatici, cioè per tutte quelle persone che essendo positive al tampone non presentano sintomi.

“Stiamo lavorando per far sì che gli asintomatici, dopo 5 giorni di isolamento, possano rientrare alle loro attività. A breve presenteremo una modifica alla norma in vigore” ha detto Schillaci rispondendo ad alcune domande in proposito mentre si trovava in Molise.

Dunque, chi non ha sintomi dopo 5 giorni di quarantena potrà lasciare l’isolamento senza più necessità di un tampone “ufficiale”.

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