le sorti della guerra

Zelensky a Washington: un “regalo di Natale” per il popolo ucraino

I retroscena della visita del presidente ucraino negli Stati Uniti per ottenere il pacchetto di aiuti che agita Mosca e comprende i missili Patriot

Zelensky a Washington: un “regalo di Natale” per il popolo ucraino

La partenza del presidente ucraino alla volta della Casa Bianca è avvenuta a pochi giorni dal Natale e in molti hanno visto la visita come preludio a una sorta di “regalo di Natale” da parte di Washington a Kiev.

Dopo 10 mesi di guerra e con una situazione tutt’altro che avviata alla conclusione, l’obiettivo di Volodymyr Zelensky è stato quello di ottenere la firma da parte del presidente statunitense, Joe Biden, di un pacchetto di aiuti da circa 2 miliardi di dollari, il più alto finora mai deciso.

Tra questi è compresa la fornitura di missili Patriot, sulla quale però la risposta della Russia non ha tardato ad arrivare. "Sto andando negli Stati Uniti per rafforzare la resilienza e le capacità di difesa dell'Ucraina", ha detto Zelensky prima di partire.

 

Gli incontri con i deputati Usa

Come prevedibile i dettagli della visita sono rimasti “top secret” fino all’ultimo, per ragioni di sicurezza. Di sicuro per Volodymyr Zelensky il viaggio negli Usa è stato il primo in presenza dall’inizio della guerra in Ucraina, il 24 febbraio 2022, dopo un intervento da remoto nove mesi fa.

Dichiarato, invece, l’obiettivo cioè Zelensky arriva per sancire l'alleanza con gli Stati Uniti e strappare un altro pacchetto di aiuti militari, soprattutto in vista di un inverno durante il quale non ci si attende una tregua nel conflitto. Ecco, dunque, dal presidente Zelensky un appello ai rappresentanti di Camera e Senato. A loro, tra l’altro, la speaker della Camera, Nancy Pelosi, aveva inviato una lettera esortandoli alla presenza in aula, segnata da un "focus molto speciale sulla Democrazia".

 

Il calendario della visita

Dopo l’incontro del primo pomeriggio allo Studio Ovale della Casa Bianca con il colloquio con il presidente americano, Zelensky e Biden hanno annunciato in una conferenza stampa congiunta il nuovo pacchetto di aiuti militari americani a Kiev di quasi due miliardi di dollari, che includono per la prima volta i missili Patriot. Poi Zelensky si è trasferito a Capitol Hill, in prima serata, per parlare al Congresso.

 

La visita decisa 10 giorni fa

Come riferito dalla Cnn il presidente Biden ha discusso per la prima volta della prospettiva di una visita di Zelensky a Washington durante una telefonata con il leader ucraino avvenuta l'11 dicembre. Secondo quanto rivelato da un funzionario dell'amministrazione statunitense, una settimana fa è stato esteso un invito formale a Zelensky, che ha accettato, avviando consultazioni congiunte sui parametri di sicurezza del viaggio che si presentava rischioso e altamente riservato. Poi domenica 18 dicembre è arrivata la decisione definitiva.

 

Zelensky sui monitor di mezzo mondo

Una curiosità riguarda il fatto che attorno al viaggio di Zelensky si era creata un’attenzione mediatica senza precedenti. L'aereo del presidente ucraino, infatti, non poteva essere monitorato, ma sul sito Flightradar24 in migliaia hanno seguito la rotta di un Boeing della Us Air Force, partito da una base militare in Polonia. Tanto è bastato per far supporre che si trattasse del velivolo con a bordo Zelensky.

 

La reazione della Russia

Intanto non è mancata la risposta russa. Proprio mentre Zelensky era a Washington, Putin ha rivolto un messaggio ai militari di Mosca impegnati nel conflitto. 

"Voglio trasmettere le più sincere parole di gratitudine ai militari che sono in prima linea o nei centri di addestramento" ha affermato Putin parlando al ministro della Difesa russo e citato dalla Tass. Poi il capo del Cremlino ha aggiunto: "L'intero Paese sta guardando alle forze armate russe, vi augura successo, buona fortuna, non ho dubbi che tutti i nostri obiettivi saranno sicuramente raggiunti". Il ministro della Difesa russo Sergey Shoigu ha dal canto suo annunciato che nel 2023 il conflitto in Ucraina continuerà sino al compimento di tutti gli obiettivi.

La Russia, inoltre, dispiegherà presto i missili balistici intercontinentali Sarmat, ossia il fiore all'occhiello dei nuovi programmi militari russi. A farlo sapere è stato ancora Putin, che ha spiegato: "I missili balistici intercontinentali Sarmat assumeranno per la prima volta l'allerta di combattimento a breve". "Sappiamo che c'è qualche aggiustamento di programma, ma questo non altera i nostri piani e tutto sarà attuato", ha sottolineato ancora il presidente russo.

 

Russia e Ucraina, popoli fratelli

Secondo Putin gli ucraini sono un "popolo fratello", ma "era evidente che lo scontro con le forze ostili in Ucraina fosse inevitabile: meglio oggi che domani". Putin ha detto di aver "provato a riparare le relazioni dell'Occidente con la Russia", ma che "l'Occidente inseguiva obiettivi differenti". Il capo del Cremlino ha inoltre dichiarato che l'attuale situazione in Ucraina è "una tragedia" ma che "non è il risultato della politica" russa ma "della politica di altri Paesi: Paesi terzi che hanno sempre lottato per questo: fino alla disintegrazione del mondo russo, ci sono riusciti e ci hanno spinto dove siamo".

A testimonianza di come si consideri il conflitto ancora lungi dal terminare, Putin ha anche fatto sapere che la flotta russa sarà dotata a partire dai primi giorni di gennaio di nuovi missili da crociera ipersonici Zircon: "All'inizio di gennaio - ha affermato - la fregata Ammiraglio Gorchkov sarà in servizio con nuovi missili Zircon, che non hanno equivalenti al mondo".

 

Russia e Cina sono vicine

Nel frattempo la Russia continua a tessere rapporti stretti con la Cina. Dmitrij Medvedev, infatti, ha incontrato il leader cinese Xi Jinping per discutere anche della guerra in Ucraina. Il leader di Pechino ha ha ricevuto nella capitale proprio il vice presidente del Consiglio di Sicurezza russo.

Si tratta di una visita che preoccupa l'Occidente e che arriva dopo il viaggio di Vladimir Putin in Bielorussia, lo scorso lunedì. Tutte mosse che lasciano presagire la possibilità di un allargamento del conflitto stesso ad altri attori sulla scena europea e mondiale. 

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