sicurezza stradale

In arrivo multe più salate e in base al reddito. Dove si fa all’estero

Il sistema è già in vigore in diversi Paesi come Germania, Danimarca, Svezia, Francia, Svizzera, Belgio e Gran Bretagna. Salvini: “Toccare la patente”

In arrivo multe più salate e in base al reddito. Dove si fa all’estero

Multe più salate, ma anche diversificate in base al reddito. La proposta, destinata a rivoluzionare il settore delle sanzioni per violazioni stradali, è arrivata da viceministro delle Infrastrutture e Trasporti, Galeazzo Bignami. "Nell'ambito della revisione del Codice della strada, effettueremo un approfondimento sulla possibilità di realizzare una proporzionalità tra sanzioni e reddito", ha spiegato Bignami, in occasione della presentazione del rapporto Dekra sulla sicurezza stradale.

A modello sono stati presi alcuni stati esteri dove questo sistema di multe in base al reddito è già realtà.

 

Cosa cambierà in tema di multe

Ancora una volta, dunque, si vorrebbe mettere mano al Codice della Strada, per una revisione che potrebbe riguardare anche le multe. "Si può approfondire l'introduzione di un meccanismo di proporzionalità tra le sanzioni e il reddito: è da valutare se corrisponda a logiche di congruità ed equità sociale. La situazione in cui una persona di reddito molto elevato venga afflitta con una sanzione di 130 euro è differente da quella di una persona che con quella sanzione" viene multata "per il 10% del proprio reddito", ha spiegato il Viceministro, per poi chiarire: "L'introduzione di multe legate al reddito non è una decisione assunta o una certezza", chiarisce Bignami facendo riferimento a "un elemento di studio nell’ambito della revisione del Codice della Strada".

 

Ridurre gli incidenti

L’obiettivo non sarebbe, però, quello di “fare cassa”, bensì di intervenire per ridurre gli incidenti stradali. "Il tema dell’incidentalità è particolarmente drammatico – ha aggiunto Bignami - Credo, innanzitutto, che il richiamo alla disciplina dei giovani sia molto corretto. È fondamentale, inoltre, intervenire sul piano infrastrutturale per garantire una maggiore sicurezza stradale, a partire dalla realizzazione delle smart city e favorendo l’uso delle nuove tecnologie".

Insomma, la “rivoluzione stradale” sarebbe a tutto tondo e soprattutto mirerebbe a introdurre in Italia un sistema che esiste già in diversi Paesi all’estero.

 

Gli esempi dall’estero: cosa accade in Europa

Questo tipo di misura, infatti, esiste già in Germania, Danimarca, Svezia, Francia, Svizzera, Belgio e Gran Bretagna, ultima realtà nella quale si è cambiato il sistema di sanzioni, esattamente nel 2017. Ciascuna realtà, però, ha applicato in maniera concreta lo stesso principio generale. Per esempio, proprio in Gran Bretagna le infrazioni sono diversificate in ordine crescente in base alla loro gravità. A sua volta, anche la sanzione può variare tra il 25% e il 175% del reddito settimanale dell'automobilista coinvolto, a seconda della serietà della trasgressione, con un tetto massimo di 2.500 sterline per una violazione commessa in autostrada e a 1.000 nella viabilità ordinaria.

Nessun limite, invece, in Finlandia, dove si può arrivare a pagare un sedicesimo della paga mensile. Secondo il sito specializzato "Fleet magazine", però, il primato multa più costosa mai comminata a un automobilista si è registrato in Svizzera, dove nel 2010 un turista svedese a bordo della sua Mercedes Sls Amg ha dovuto sborsare 667mila euro per aver percorso il tratto Berna - Losanna a 290 Km all'ora, pari a 170 Km/h oltre il limite consentito.

 

Le altre proposte: cosa vorrebbe Salvini

In realtà l’esigenza di modificare il Codice della Strada non è stata espressa soltanto dal Viceministro Bignami, ma anche dal titolare del dicastero. Secondo Matteo Salvini, infatti, “Abbiamo un Codice della Strada di 30 anni fa con alcuni aggiornamenti. Vorrei convocare un tavolo code già prima della fine anno, la prossima settimana per aggiornare il Codice''.

Per il vice premier e ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti ''Dobbiamo intervenire sulle sanzioni, non tanto economiche e penali, ma in termini temporali. Diverse associazioni di vittime della strada chiedono la revoca a vita della patente nei casi più gravi. Chi si mette alla guida ubriaco marcio o drogato deve sapere che è un potenziale assassino. Quindi la sospensione della patente per due o tre anni o la revoca a vita va fatta'', sottolinea il segretario della Lega.

''È giusto sanzionare gli automobilisti irresponsabili e le cronache di questo fine settimana lo dimostrano. È chiaro che non sali in auto in sette – ha chiarito il Ministro a proposito di un recente incidente che ha visto coinvolta un’auto con a bordo proprio sette giovani - Su questo puoi fare tutta l'educazione stradale che vuoi, puoi mettere la prevenzione che vuoi, mi sembra oggettivo''.

Poi la conclusione: ''Dobbiamo intervenire sui punti patente perché stando alle statistiche di qualche anno fa gli italiani erano corretti alla guida, perché il 98% ha più di 20 punti. Fra gli zero e nove punti ci sono 'solo' lo 0,24%, che sono 100 mila persone. Questo ci deve far riflettere".

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