quattromila arrivi in tre giorni

Migranti è record di sbarchi. Da Italia a Ong è un tutti contro tutti

La Guardia Costiera italiana accusa diverse navi Ong di non rispettare le regole e di intralciare “il delicato lavoro di coordinamento dei soccorsi”

Migranti è record di sbarchi. Da Italia a Ong è un tutti contro tutti

La situazione degli sbarchi dei migranti sulle coste italiane sta diventando per il nostro Paese sempre più insostenibile. A soffrire sono i porti di prima accoglienza, gli hotspot ormai giunti al collasso, il dispiegamento di forze a tutela di questi bambini, donne e uomini che pagano una fortuna per raggiungere l'Europa a bordo di barcone fatiscenti, o fai da te, che arrivano senza niente ma con un grande debito da pagare nella terra di origine. Il fenomeno dell'immigrazione clandestina sta aumentando vertiginosamente in questi giorni, complice anche un meteo e mari più favorevoli e una situazione socio-politica in Tunisia e Libia ad un passo dal diventare una polveriera. E così anche oggi si registra lo sbarco di quasi un migliaio di migranti, che arriva a far segnare la cifra record oltre quattromila arrivi in tre giorni, quasi tutti dalla Tunisia. E aumenta la drammatica conta dei morti.

 

I salvataggi

Non solo arrivi ma anche innumerevoli salvataggi da parte della Guardia Costiera italiana. Nel Mediterraneo in 48 ore sono state soccorse, sotto il coordinamento italiano oltre 3.300 persone a bordo di 58 imbarcazioni e si sono registrati svariati sbarchi a Lampedusa così come a Roccella Jonica e a Bari, dove dalla Geo Barents sono scesi in 190 messi in salvo due giorni fa. 

 

La questione Ong

Ma è anche la questione Ong a rimanere molto delicata dopo che ieri la nave rosa di Banksy è in stato di fermo al porto di Lampedusa dopo l'ultima traversata e 178 profughi recuperati: secondo le autorità italiane gli attivisti hanno violato il codice di comportamento delle ong compiendo salvataggi multipli e complicando il coordinamento dei soccorsi.

L’ex imbarcazione della marina francese potrebbe ora finire nel mirino della magistratura di Agrigento insieme ad altre organizzazioni non governative per intralcio alla Guardia costiera italiana, secondo cui "le continue chiamate dei mezzi aerei ong hanno sovraccaricato i sistemi di comunicazione del Centro nazionale di coordinamento dei soccorsi, sovrapponendosi e duplicando le segnalazioni dei già presenti assetti aerei dello Stato". 

 

La Louise Michel, infatti, dopo aver effettuato il primo intervento di soccorso in acque libiche ha ignorato la disposizione di raggiungere il porto di Trapani, puntando invece verso altri tre barconi sui quali si stavano già dirigendo i mezzi della Guardia costiera. Scaturendo un botta e risposta tra la Guardia Costiera italiana e l'Ong. "Ci impediscono di lasciare il porto e prestare soccorsi in mare. Questo è inaccettabile", protestano gli attivisti della ong, che per questo aggiungono: "le ultime morti in mare non sono un incidente né una tragedia. Sono volute". Ma per l'autorità marittima "la nave ha avuto un comportamento che complicava il delicato lavoro di coordinamento dei soccorsi e la non osservanza delle disposizioni ha inoltre rallentato il raggiungimento di un porto di sbarco per i migranti salvati nel primo intervento, inizialmente individuato in quello di Trapani dal ministero dell'Interno, inducendo così a ridisegnare la decisione in modo da far convergere l'arrivo della ong, per motivi di sicurezza e di urgenza, nel porto di Lampedusa, già peraltro sollecitato dai numerosi arrivi di migranti di questi ultimi giorni".

 

Poi c'è anche il caso Ocean Viking. L'imbarcazione aveva segnalato gli spari della guardia costiera libica nella loro area Sar "senza riportarle al Paese di bandiera, come previsto dalle norme, bensì al Centro di coordinamento italiano, finendo anche questo col sovraccaricare il Centro nei momenti particolarmente intensi dei soccorsi". Pronta la risposta di Sos Mediterranée: "è molto curioso dire ora che si sovraccaricano le linee telefoniche del Centro nazionale di coordinamento dei soccorsi quando invece nel 2015 queste stesse chiamate venivano apertamente lodate. Sembra assurdo dire che siamo noi ad intralciare i soccorsi quando invece salviamo vite umane".

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