contro il caro-carburanti

Bonus benzina per i redditi più bassi, Urso: “Simile alla social card”

Un no deciso del governo al taglio delle accise che avvantaggerebbe anche i redditi alti. Sì invece ad un buono in favore delle famiglie meno abbienti

Bonus benzina per i redditi più bassi, Urso: “Simile alla social card”

La rassicurazione viene direttamente dal ministro del Made in Italy Adolfo Urso. Se il taglio delle accise «Oggi non si può fare», perché costerebbe 13 miliardi di euro l’anno e quei soldi servono per il cuneo fiscale, con l’intento di renderlo strutturale, non è da escludere un intervento del governo contro il caro-carburanti. 

«Se il prezzo medio dovesse mantenersi ai livelli attuali o peggio aumentare ancora, ci porremo il problema per aiutare le famiglie più numerose e chi ha redditi più bassi». Una garanzia data dal ministro nel corso del suo intervento a “La Piazza”, la kermesse di Affariitaliani.it a Ceglie Messapica. Una misura «mirata» su benzina e gasolio. «Per esempio con un bonus come fatto con la Social card» ha spiegato Urso poi al Messaggero.

 

Bonus benzina per i redditi bassi

La misura è dunque al vaglio del governo. Un bonus benzina destinato soltanto ai redditi bassi come sostegno per affrontare l’impatto dell’aumento del prezzo alle pompe arrivato stabilmente vicino ai due euro al litro per la verde. Rimane però sempre il nodo delle risorse. 

 

Grazie al caro-benzina, il governo ha incassato fino ad oggi poco più di 2 miliardi di Iva e quindi si potrebbe pensare di “restituire” queste somme agli automobilisti sotto forma di buono per i redditi bassi. Una misura “una tantum” che potrebbe funzionare come il il bonus energia da 200 euro arrivato per contrastare gli aumenti dovuti alla guerra in Ucraina o al «bonus anti-inflazione» da 150 euro introdotto dal decreto aiuti-ter dello scorso anno per tutti i lavoratori dipendenti, gli autonomi e i pensionati, con un reddito lordo annuo inferiore a 20 mila euro. 

 

Il costo della nuova operazione dovrebbe aggirarsi sui due miliardi di euro, una cifra quindi molto simile a quella incassata dallo Stato con il gettito extra dell’Iva. E potrebbe arrivare in tasca degli italiani con una nuova social card paventata dal ministro Urso che inevitabilmente comporterebbe tempi più lunghi.

 

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