VENTUNESIMO GIORNO

Inferno a Gaza, Israele intensifica i raid e blocca le comunicazioni

Hamas, dopo i bombardamenti di stanotte nella Striscia, chiude ai colloqui sui negoziati d’intesa sul cessate il fuoco e lo scambio di prigionieri

Inferno a Gaza, Israele intensifica i raid e blocca le comunicazioni

La guerra tra Israele e Hamas entra nella sua terza settimana, con un’escalation di violenza e distruzione che non accenna a fermarsi. Israele ha espanso le sue operazioni di terra e ha intensificato i bombardamenti su Gaza, colpendo anche le infrastrutture di comunicazione e internet. Hamas ha lanciato un appello alla comunità internazionale per fermare i raid israeliani, che hanno causato migliaia di morti, tra cui centinaia di bambini, e di feriti tra i palestinesi, e ha chiesto a Hezbollah di intervenire nel conflitto.

Intanto nelle principali città europee, americane, asiatiche e africane si svolgono manifestazioni di solidarietà con il popolo di Gaza e di protesta contro l’azione militare di Israele, con slogan a favore della pace e dei diritti umani, la Casa Bianca ha chiesto una tregua umanitaria, mentre il Consiglio di Sicurezza dell’ONU ha approvato una risoluzione per il cessate il fuoco, con l’astensione dell’Italia, perché mancava di fatto la condanna di Hamas.

 

Israele espande le operazioni e Hamas lancia un appello

Israele ha annunciato di aver inviato migliaia di soldati supplementari nella Striscia di Gaza, per condurre operazioni di terra contro le postazioni e i tunnel di Hamas. L’esercito israeliano ha dichiarato di aver distrutto oltre 1000 obiettivi militari del movimento islamico, tra cui lanciatori di razzi, depositi di armi, uffici e sedi governative. Tra gli obiettivi colpiti, anche la torre Al-Jalaa, che ospitava gli uffici di diversi media internazionali, tra cui Al Jazeera e Associated Press. Israele ha anche bloccato le comunicazioni e internet nella Striscia di Gaza, rendendo impossibile verificare la situazione sul campo e contattare i civili intrappolati nel conflitto.

Hamas ha invece denunciato i raid israeliani come un “genocidio” e una “violenza indiscriminata” contro il popolo palestinese. Il capo politico di Hamas, Ismail Haniyeh, ha chiesto alla comunità internazionale di intervenire per fermare l’aggressione israeliana e garantire la protezione dei civili. Haniyeh ha anche invocato il sostegno del movimento sciita libanese Hezbollah, che nel 2006 combatté una guerra contro Israele. Hezbollah ha espresso la sua solidarietà con Hamas e ha condannato l’“occupazione sionista” della Palestina, e chiesto di aprire un secondo fronte contro Israele dal Libano.

Al momentole forze israeliane, sono ancora nella Striscia mentre continua l'operazione avviata con le truppe e i tank. Lo riferiscono i media. Il capo di stato maggiore Herzi Halevi, secondo le stesse fonti, attualmente sta tenendo una valutazione della situazione in corso al termine della quale saranno prese decisioni in merito alla continuazione dell'operazione di terra.

Hamas che ha denunciato il "tentativo di Israele di penetrare coi carri armati nella Striscia", in tarda notte tramite il portavoce dell'organizzazione, Osama Hamdan, ha annunciato: "C'erano negoziati per arrivare a un'intesa" sul cessate il fuoco e lo scambio di prigionieri, ma "dopo gli ultimi raid di Israele su Gaza non ci sono più colloqui".

La Casa Bianca chiede una tregua umanitaria

La Casa Bianca ha espresso la sua preoccupazione per l’escalation del conflitto e ha chiesto una tregua umanitaria tra le parti. Il presidente Joe Biden ha parlato al telefono con il primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu e gli ha ribadito il diritto di Israele a difendersi dagli attacchi di Hamas, ma gli ha anche chiesto di fare “ogni sforzo possibile” per evitare vittime civili. Biden ha anche offerto il suo aiuto per facilitare un dialogo tra Israele e Hamas, tramite l’Egitto e altri mediatori regionali.

 

Persi i contatti con gli Italiani a Gaza

Il ministero degli Esteri italiano ha comunicato di aver perso i contatti con gli italiani presenti nella Striscia di Gaza, a causa del blocco delle comunicazioni imposto da Israele. Si tratta di circa 20 persone, tra cui operatori umanitari, giornalisti e volontari. Il ministro Tajani ha espresso la sua preoccupazione per la loro sorte e ha chiesto ad Israele di garantire la loro sicurezza e il loro rientro in Italia.

 

Israele: “Riporteremo a casa i 229 ostaggi”

Israele ha confermato di aver perso il contatto con 229 dei suoi cittadini, che si trovavano nella Striscia di Gaza prima dell’inizio delle ostilità. Si tratta di turisti, imprenditori, medici e religiosi, che sono stati catturati da Hamas e usati come ostaggi. Il primo ministro Netanyahu ha promesso di fare tutto il possibile per riportare a casa i prigionieri e ha avvertito Hamas che se li farà del male, ne pagherà le conseguenze.

 

Risoluzione ONU, Italia di astiene

L’Assemblea Generale dell’ONU ha dato il via libera alla bozza di risoluzione presentata dalla Giordania a nome degli Stati arabi, che chiede una tregua immediata e duratura tra Israele e Hamas, garantendo l’ingresso degli aiuti umanitari e impedendo lo sfollamento forzato dei palestinesi.

Il testo, che non ha valore vincolante, ha ottenuto 120 voti a favore, 14 contrari (tra cui gli Usa e Israele) e 45 astenuti (tra cui l’Italia). La risoluzione è stata accolta con soddisfazione da Hamas, che ha ribadito la sua richiesta di cessare il fuoco subito, e con indignazione da Israele, che l’ha ritenuta una “vergogna” e una “farsa”. L’ambasciatore israeliano all’ONU, Danny Danon, ha dichiarato: “Oggi è un giorno che passerà alla storia nell’infamia, l’Onu non ha più un briciolo di rilevanza o legittimità”.

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