216esimo giorno di conflitto

A Gaza tra condizioni Usa, negoziati ardui e operazioni militari

In un’intervista esclusiva, il presidente USA annuncia la sospensione delle forniture di armi offensive ad Israele se vi sarà un’invasione a Rafah

A Gaza tra condizioni Usa, negoziati ardui e operazioni militari

In una mossa senza precedenti, il presidente degli Stati Uniti, Joe Biden, ha annunciato una nuova politica riguardante le vendite di armamenti a Israele. In un’intervista rilasciata alla CNN, Biden ha espresso la sua intenzione di modificare le condizioni delle forniture militari a Israele, ponendo un freno all’invio di armi offensive, in particolare se queste dovessero essere utilizzate per un’operazione militare nella città di Rafah.

La risposta israeliana a questa iniziativa americana è stata di profonda frustrazione, con la percezione che Washington stia favorendo il piano di tregua proposto da Hamas.

Nel frattempo, le ostilità tra Hamas e Israele si sono estese oltre Rafah, con l’IDF che ha annunciato l’uccisione di un comandante navale di Hamas. Allo stesso tempo, sono state scoperte fosse comuni all’interno degli ospedali di Gaza City. Mentre Israele ha riaperto il valico di Kerem Shalom per gli aiuti umanitari, l’UNRWA segnala che nessun aiuto è ancora giunto a Gaza. Infine, la tensione rimane alta al confine nord di Israele, con il ministro della Difesa che anticipa “un’estate calda” di fronte agli attacchi di Hezbollah.

 

Nuova politica USA su Israele 

In un cambio di rotta significativo, il presidente Biden ha dichiarato che gli Stati Uniti continueranno a supportare Israele con difese come l’Iron Dome, ma non con armi offensive se ci sarà un’incursione a Rafah. Questa dichiarazione arriva dopo la sospensione dell’invio di migliaia di bombe all’alleato, segnando un punto di svolta nelle relazioni bilaterali. Biden ha enfatizzato la sicurezza di Israele, ma ha chiarito che l’uso di armi americane per attacchi che hanno colpito civili a Gaza è inaccettabile. La fornitura di bombe da 2.000 libbre è stata interrotta, e il presidente ha avvertito che ulteriori azioni militari a Rafah non riceveranno il sostegno USA.

La reazione israeliana è stata immediata e critica, con l’ambasciatore all’ONU Gilad Erdan che ha espresso delusione per le parole di Biden. Erdan ha sottolineato come la pressione esercitata sugli israeliani possa essere vista dai nemici come un segno di speranza. Nel frattempo, la tensione nella regione rimane alta, con Al Jazeera che riporta la morte di quattro persone e il ferimento di altre sedici a seguito di un bombardamento israeliano a Rafah. Fonti palestinesi hanno segnalato intensi raid aerei e l’avanzata di tank nel quartiere di Zeitun a Gaza City. La 99ª Divisione, basandosi su informazioni di intelligence, ha colpito 25 obiettivi, tra cui strutture militari e tunnel mentre l’IDF ha comunicato di aver colpito obiettivi di Hamas nella Striscia. 

 

Trattative di tregua e operazioni militari

Nel contesto delle trattative per una tregua, Hamas ha confermato attraverso Izzat El-Reshiq, membro dell’ufficio politico, la propria apertura verso la proposta di cessate il fuoco. Nonostante gli sforzi però, i colloqui di pace al Cairo non hanno portato a una svolta, con il primo ministro Netanyahu che sembra essere tornato al punto di partenza. Gli Stati Uniti hanno inviato un messaggio chiaro, congelando un carico di armi dirette a Israele e rivalutando ulteriori spedizioni militari. Il segretario alla Difesa Lloyd Austin ha annunciato che l’assistenza in materia di sicurezza è attualmente in fase di revisione, in risposta agli eventi a Rafah.

La CIA, con il direttore William Burns, sta esercitando pressioni per rilanciare i negoziati e prevenire ulteriori operazioni a Rafah. Nel frattempo, l’IDF, attraverso il portavoce Daniel Hagari, ha espresso scetticismo riguardo alla possibilità di un cessate il fuoco permanente, prevedendo un anno di conflitto e pianificando di conseguenza.

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