VENTINOVESIMO GIORNO

Guerra Israele-Hamas, Nasrallah e Zelensky i nuovi protagonisti

Il leader di Hezbollah: l’operazione del 7 ottobre è “100% Hamas”, il presidente ucraino in visita a Tel Aviv, Netanyahu rifiuta le pause umanitarie.

Guerra Israele-Hamas, Nasrallah e Zelensky i nuovi protagonisti

La guerra tra Israele e Hamas entra nel suo ventinovesimo giorno, senza segni di tregua. Il bilancio delle vittime continua a salire: secondo Hamas, i morti palestinesi sono oltre 9 mila, con più di 19 mila feriti. I numeri israeliani parlano di 1.400 morti e oltre 220 persone in ostaggio. Nel frattempo, sul fronte diplomatico, si muovono il leader di Hezbollah, Hasan Nasrallah, e il presidente ucraino, Volodymyr Zelensky, mentre il premier israeliano, Benyamin Netanyahu, respinge le richieste di pause umanitarie.

 

Nasrallah: “Operazione 7 ottobre è sacra, siamo in battaglia”

Il leader di Hezbollah, Hasan Nasrallah, ha tenuto il suo primo discorso pubblico dopo gli attacchi di Hamas a Israele del 7 ottobre scorso, in occasione della ‘Festa dei martiri caduti sulla via di Gerusalemme’, in riferimento ai circa 60 combattenti di Hezbollah uccisi dall’8 ottobre a oggi negli scontri con l’esercito israeliano nel sud del Libano. Migliaia di persone hanno seguito il discorso nelle piazze in Libano e anche in Iraq, così come in tutti i luoghi pubblici dei territori palestinesi.

Nel suo discorso, Nasrallah ha definito l’operazione lanciata da Hamas contro Israele il 7 ottobre come un’operazione “sacra”. Ha elogiato il coraggio e la rilevanza di questa iniziativa, sottolineandone la giustizia. Nasrallah ha evidenziato che il recente conflitto ha messo in luce la vulnerabilità di Israele, che ha definito “più fragile di una ragnatela”. Ha inoltre accusato gli Stati Uniti di essere responsabili dei crimini perpetrati da Israele a Gaza, sostenendo che Washington fornisce armi, copertura politica e sostegno mediatico allo Stato ebraico.

Nasrallah ha anche chiarito che l’operazione del 7 ottobre è stata frutto di “una decisione presa al 100% dai palestinesi”, senza alcun coinvolgimento di altre fazioni della resistenza islamica. Ha quindi smentito le voci che attribuivano a Hezbollah un ruolo nell’attacco, affermando che il suo gruppo non ha bisogno di nascondersi dietro i palestinesi. Ha però ribadito la solidarietà di Hezbollah con la causa palestinese e la sua disponibilità a sostenere la resistenza con tutti i mezzi possibili.

Zelensky in Israele la settimana prossima

Il presidente ucraino, Volodymyr Zelensky, si prepara a recarsi in visita in Israele, nel pieno del conflitto tra lo Stato ebraico e Hamas. Secondo quanto riportato dai media israeliani, “i preparativi per la visita del leader di Kiev a Tel Aviv sono in fase avanzata” e la visita potrebbe avere luogo già lunedì o martedì prossimi. Il viaggio di Zelensky “manderebbe un messaggio importante”, ha sostenuto il ministro dell’Educazione di Tel Aviv Yoav Kisch. E anche il canale televisivo Channel 12 ha commentato che l’arrivo del presidente ucraino a Tel Aviv "indicherebbe una sorta di fronte unificato di Israele, Ucraina, Europa e Stati Uniti contro l’asse Russia-Iran".

La visita di Zelensky in Israele avviene in un momento di tensione tra Kiev e Mosca, a seguito dell’invasione russa dell’Ucraina nel febbraio 2022. Il governo israeliano non ha offerto a Kiev il suo sostegno incondizionato, specialmente in campo di forniture militari, per non incrinare i rapporti con Mosca che ha un ruolo fondamentale nel controllo dei cieli della Siria, dai quali le forze di difesa israeliane hanno la possibilità di attaccare le postazioni iraniane nel Paese mediorientale. Tuttavia, Zelensky ha espresso più volte la sua amicizia con Israele e la sua solidarietà con le vittime degli attacchi di Hamas. In uno dei suoi discorsi serali alla nazione, Zelensky si era congratulato con il “nuovo” primo ministro Netanyahu e, senza riferirsi esplicitamente al “nemico comune” iraniano, aveva affermato: "Sono convinto che possiamo rafforzare significativamente i nostri stati, specialmente perché le minacce contro di noi sono collegate".

Netanyahu rifiuta le pause umanitarie

Il premier israeliano, Benyamin Netanyahu, ha respinto le richieste di pause umanitarie avanzate dalla comunità internazionale, in particolare dagli Stati Uniti, per consentire l’ingresso di aiuti a Gaza e l’evacuazione dei feriti e degli ostaggi. In una dichiarazione alla nazione, Netanyahu ha affermato: "Non accetteremo una pausa umanitaria fino a quando gli ostaggi siano stati restituiti". Netanyahu ha ribadito che Israele continua ad opporsi all’ingresso di combustibile nella Striscia, sostenendo che servirebbe a Hamas per alimentare i suoi razzi e i suoi tunnel. Netanyahu ha anche difeso l’operazione militare israeliana a Gaza, affermando che ha lo scopo di "demolire Hamas e riportare indietro gli ostaggi".

Netanyahu ha ricevuto il sostegno del presidente americano Joe Biden, che ha ribadito che “Israele ha ogni diritto e responsabilità di difendere i suoi cittadini dal terrorismo” e ha messo in evidenza che "è necessario che lo faccia in linea con le leggi umanitarie internazionali che danno la priorità alla tutela dei civili". Biden ha anche avuto un colloquio telefonico con Netanyahu, in cui ha discusso delle pause umanitarie e del dopoguerra a Gaza. Il segretario di Stato americano, Antony Blinken, è in Israele per discutere delle misure concrete per aiutare la popolazione di Gaza.

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