47esimo giorno

Guerra di Gaza, tregua e scambio di ostaggi: cosa sappiamo finora

Dopo settimane di combattimenti, Israele e Hamas hanno raggiunto un accordo per una tregua di quattro giorni e uno scambio di ostaggi. Ecco i dettagli

Guerra di Gaza, tregua e scambio di ostaggi: cosa sappiamo finora

La guerra tra Israele e Hamas, iniziata il 7 ottobre 2023, è arrivata al 47esimo giorno. Dopo settimane di combattimenti sanguinosi, le due parti hanno raggiunto un accordo per una tregua di quattro giorni e uno scambio di ostaggi. Ecco cosa sappiamo finora su questo sviluppo cruciale.

 

Ok israeliano all’accordo, 4 giorni di tregua per 50 ostaggi

Il primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu ha annunciato ieri sera, in un discorso alla nazione, di aver accettato la proposta di tregua avanzata dal Qatar, con la mediazione dell’Egitto e degli Stati Uniti. L’accordo prevede che Hamas liberi 50 ostaggi, tra cui 30 minori e 20 donne, che erano stati rapiti durante gli attacchi via aria e terra nella Striscia di Gaza e in Israele. In cambio, Israele rilascerà 150 detenuti palestinesi, tra cui alcuni membri di Hamas e di altri gruppi militanti. La tregua entrerà in vigore oggi alle ore 12:00 e durerà fino a domenica 26 novembre, con la possibilità di essere prorogata se le condizioni lo permetteranno.

Netanyahu ha sottolineato che l’accordo è “umano e necessario” per alleviare le sofferenze dei civili, ma ha anche avvertito che “la guerra continua” e che Israele è pronto a rispondere a qualsiasi violazione da parte di Hamas. Il premier ha inoltre ribadito il suo obiettivo di “distruggere l’infrastruttura terroristica” di Hamas e di “ripristinare la sicurezza e la tranquillità” per i cittadini israeliani.

 

L'accordo, la mediazione e le speranze

L’annuncio della tregua è stato preceduto da una giornata di intensi contatti diplomatici tra le parti coinvolte nel conflitto. Il Qatar, che sostiene finanziariamente e politicamente Hamas, ha confermato di aver raggiunto un’intesa con Israele e Hamas, grazie alla mediazione dell’Egitto, che controlla il valico di Rafah, l’unico punto di accesso alla Striscia di Gaza. Il ministro degli Esteri qatarioto, Mohammed bin Abdulrahman Al Thani, ha dichiarato che l’accordo è “un passo importante per fermare l’effusione di sangue e alleviare le sofferenze del popolo palestinese”. Il ministro ha anche espresso la speranza che la tregua possa aprire la strada a un dialogo più ampio per una soluzione pacifica e duratura del conflitto. Gli Stati Uniti, principale alleato di Israele, hanno svolto un ruolo chiave nel facilitare l’accordo.

Il presidente Usa Joe Biden ha parlato telefonicamente con Netanyahu e con il leader di Hamas, Ismail Haniyeh, esprimendo il suo “forte sostegno” alla tregua e il suo “impegno” per la sicurezza di Israele e per i diritti dei palestinesi. Biden ha definito l’accordo “estremamente soddisfacente” e ha ringraziato il Qatar e l’Egitto per il loro ruolo di mediatori.

Anche l’Unione europea ha accolto “con grande favore” l’accordo, definendolo “una luce di speranza” in una situazione drammatica. Il capo della diplomazia europea, Josep Borrell, ha dichiarato che l’Ue è pronta a fornire aiuti umanitari e a sostenere gli sforzi per una pace duratura nella regione.

Il presidente dell’Autorità Nazionale Palestinese, Mahmoud Abbas, detto Abu Mazen, ha salutato l’accordo come “un passo positivo” che può salvare vite umane e creare le condizioni per una ripresa del processo di pace. Abu Mazen ha anche chiesto che la tregua sia estesa a tutti i territori palestinesi, compresa la Cisgiordania, dove sono in corso scontri tra le forze israeliane e i manifestanti.

COPYRIGHT THEITALIANTIMES.IT © RIPRODUZIONE RISERVATA