214esimo giorno di guerra

Assedio a Rafah: Israele controlla il valico, cresce la tensione in MO

Svolta critica nella guerra di Gaza, Tel Aviv ha preso il controllo del valico di Rafah, nonostante il sì di Hamas alla proposta di mediazione Egitto/Qatar

Assedio a Rafah: Israele controlla il valico, cresce la tensione in MO

La crisi di Gaza si intensifica nel suo 214° giorno, con Israele che stabilisce il dominio sul valico di Rafah, un punto nevralgico per gli aiuti e le comunicazioni. Una mossa strategica questa, descritta come una necessità contro le minacce terroristiche, ha scatenato un’ondata di tensioni internazionali e preoccupazioni umanitarie. Il mondo osserva con ansia mentre la situazione si evolve, con dichiarazioni forti da parte delle Nazioni Unite e leader mondiali che chiedono moderazione e dialogo.

 

Israele rivendica il valico di Rafah 

La tensione si è acuita a Gaza, dove le forze israeliane hanno assunto il controllo del valico di Rafah, un’azione che ha provocato una risposta immediata da parte della comunità internazionale. L’operazione militare, condotta dalla 410ª Brigata israeliana, ha portato alla disconnessione del valico dalla strada principale di Salah a-Din e all’avanzamento nei quartieri orientali di Rafah. La Brigata Givati, durante un’offensiva notturna, ha confermato l’eliminazione di circa 20 miliziani e la scoperta di tunnel sotterranei significativi. La situazione rimane tesa, con sporadici scontri e bombardamenti che hanno causato vittime e feriti.

Intanto, il Segretario Generale dell’ONU, Antonio Guterres, ha espresso una forte opposizione a un possibile attacco di terra, sottolineando le devastanti conseguenze umanitarie e l’effetto destabilizzante sulla regione. Il Re di Giordania ha esortato il Presidente degli Stati Uniti, Joe Biden, a prevenire un ulteriore massacro.

Nel frattempo, le fonti rivelano che Israele intende controllare il flusso di aiuti in entrata a Gaza, coinvolgendo i palestinesi non affiliati a Hamas nella gestione e distribuzione degli aiuti, in un tentativo di impedire a Hamas di dimostrare il proprio controllo sulla regione.

 

Cautela e speranza, il dibattito sui negoziati

In un momento cruciale per la Striscia di Gaza, il Qatar si fa promotore di pace, inviando una delegazione al Cairo per negoziare una tregua tra Israele e Hamas. La missione, prevista per oggi martedì, mira a stabilire un cessate il fuoco immediato e duraturo, aprendo la strada allo scambio di prigionieri e ostaggi. La tensione è palpabile, con Hamas che accetta la proposta di mediazione di Egitto e Qatar, mentre Israele esita, valutando la situazione. La comunità internazionale osserva con speranza, mentre i dettagli dell’accordo vengono affinati, con la promessa di un cessate il fuoco temporaneo come primo passo verso una pace più stabile e duratura.

La notizia di un possibile cessate il fuoco a Rafah era stata accolta ieri con un misto di speranza e cautela. Mentre le strade di Rafah risuonano di esultanza, il governo israeliano, guidato dal primo ministro Netanyahu, rimaneva in silenzio, lasciando trapelare attraverso fonti ufficiose che la proposta è ancora in fase di valutazione. Il ministro dell’Economia Nir Barkat, incontrando la stampa a Roma, ha espresso dubbi sulla sincerità di Hamas, definendo l’annuncio una mossa unilaterale e non coordinata con Israele. “Non è la bozza che abbiamo discusso con gli egiziani,” ha affermato un alto funzionario israeliano, suggerendo che Hamas cerchi di addossare a Israele la responsabilità di un eventuale fallimento dei negoziati.

Il falco del governo di sicurezza, Ben Gvir, ha preso una posizione ferma, proponendo come unica soluzione l’occupazione di Rafah. Dall’altra parte, il presidente turco Erdogan ha esortato la comunità internazionale a fare pressione su Israele per accettare la tregua. “Siamo lieti che Hamas abbia accettato il cessate il fuoco, su nostro suggerimento. Ora tocca a Israele fare lo stesso passo,” ha dichiarato Erdogan. Intanto, Israele prosegue con l’operazione militare contro i battaglioni di Hamas a Rafah, con il via libera da parte del Gabinetto di guerra, ai piani dell’Idf.

La situazione rimane tesa, con la comunità internazionale allertata dall’inizio dell’evacuazione di civili verso l’area umanitaria di al-Mawasi. La zona, definita dall’esercito come “temporanea, limitata e graduale”, comprende ospedali da campo e tende, con un incremento delle forniture di cibo, acqua e medicinali. La risposta di Israele, le reazioni internazionali e le mosse di Hamas sono tutti elementi di un delicato equilibrio che potrebbe inclinarsi verso la pace o precipitare in un’escalation del conflitto.

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