51esimo giorno

Tregua a Gaza e scambio ostaggi-prigionieri: diplomazie al lavoro

Israele ha fatto sapere di aver ricevuto la nuova lista degli ostaggi che dovrebbero essere rilasciati oggi, nel terzo e penultimo giorno della tregua.

Tregua a Gaza e scambio ostaggi-prigionieri: diplomazie al lavoro

La guerra tra Israele e Hamas, iniziata il 7 ottobre con un’incursione dei miliziani palestinesi in territorio israeliano, è entrata oggi nel suo 51esimo giorno. Dopo settimane di scontri sanguinosi, che hanno causato migliaia di vittime e centinaia di ostaggi, le due parti hanno raggiunto un accordo per una pausa nei combattimenti e uno scambio di prigionieri, mediato da Qatar, Egitto e Stati Uniti. Questo è il resoconto delle ultime notizie.

 

Il lento rilascio degli ostaggi

Dopo il rilascio di 50 ostaggi dell'altro ieri, ieri ne sono stati liberati altri 56, tra cui 8 bambini e 5 donne israeliane. Tra gli ostaggi rilasciati da Hamas c’è Hila Rotem, una ragazzina di 13 anni che era stata rapita insieme alla madre Raya dal kibbutz Be’eri il giorno dell’attacco. La madre, però, è rimasta nelle mani di Hamas, che non l’ha inclusa nella lista degli ostaggi da liberare. Il fratello di Raya, che aveva ricevuto un messaggio da lei il giorno del rapimento, ha espresso la sua gioia per il ritorno di Hila, ma anche la sua angoscia per la sorte della sorella. Ha ringraziato il governo israeliano per gli sforzi fatti, ma ha chiesto di continuare a lavorare per riportare a casa tutti gli ostaggi.

 

Tra i prigionieri rilasciati da Israele c’è invece Israa Jaabis, una donna palestinese di 37 anni che era stata condannata a 11 anni di carcere per aver tentato di farsi esplodere con una bomba in auto vicino a un checkpoint israeliano nel 2015. L’esplosione le aveva causato gravi ustioni su tutto il corpo e l’amputazione di otto dita. Jaabis ha sempre negato di essere una terrorista e ha sostenuto che l’esplosione fosse dovuta a un guasto tecnico dell’auto, che trasportava bombole di gas per uso domestico. La sua storia era diventata un simbolo della resistenza palestinese e della sofferenza dei detenuti nelle carceri israeliane. Al momento del suo rilascio, Jaabis ha ringraziato Hamas e il popolo palestinese per averla liberata e ha detto di voler tornare a vivere a Gerusalemme, la sua città natale.

 

Nella notte, Hamas ha consegnato l'elenco degli ostaggi che dovrebbero essere liberati oggi. Secondo quanto riporta il sito di Ynet, funzionari israeliani a conoscenza dei dettagli hanno affermato che questa volta Hamas ha evitato di dividere le famiglie come avvenuto ieri, quando una bambina di 13 anni è stata liberata, ma non sua madre. Le persone liberate dovrebbero provenire dallo stesso insediamento e si prevede che l'elenco attuale includa anche cittadini americani. Secondo Times of Israel, che cita fonti del Qatar, oggi è previsto il rilascio di 13 donne e bambini israeliani e di 7 cittadini stranieri.

 

Una tregua fragile

L’accordo tra Israele e Hamas prevede una pausa di quattro giorni nei combattimenti, iniziata venerdì alle 7 ora locale, durante la quale devono essere rilasciati tutti gli ostaggi e i prigionieri previsti dall'accordo. Il rilascio di ogni 10 ostaggi aggiuntivi prolunga di un giorno la pausa. Inoltre, l’accordo prevede l’ingresso a Gaza di 300 camion di aiuti al giorno e di carburante per i generatori degli ospedali e degli impianti idrici. Durante la tregua, il traffico aereo si ferma completamente nel sud di Gaza e per sei ore al giorno nel nord.

Tuttavia, la tregua è fragile e potrebbe saltare da un momento all’altro. Ieri, infatti, lo scambio di ostaggi e prigionieri ha subito dei ritardi a causa di disaccordi tra le parti e di difficoltà logistiche. Hamas ha accusato Israele di violare l’accordo e di aver cambiato alcuni nomi dei prigionieri da rilasciare. Israele ha negato le accuse e ha detto di aver rispettato i termini dell’intesa. Alcuni ostaggi e prigionieri sono stati trasferiti solo in tarda serata, con l’ausilio della Croce Rossa e delle autorità egiziane.

 

Diplomazie al lavoro

Intanto, la diplomazia internazionale continua a lavorare per cercare di consolidare la tregua e avviare un processo di pace tra Israele e Hamas. Il ruolo chiave è svolto dal Qatar, che ha mediato l’accordo per lo scambio di ostaggi e prigionieri e che fornisce aiuti economici e umanitari a Gaza. Il Qatar ha inviato una delegazione a Gaza per monitorare l’attuazione dell’accordo e per incontrare i leader di Hamas. Il Qatar ha anche espresso la sua disponibilità a ospitare eventuali negoziati diretti tra Israele e Hamas, se le due parti lo vorranno.

Un altro attore importante è l’Egitto, che ha facilitato il trasporto degli ostaggi e dei prigionieri attraverso il valico di Rafah, l’unico punto di accesso a Gaza non controllato da Israele. L’Egitto ha anche inviato una delegazione a Gaza per discutere con Hamas delle prospettive di una tregua duratura e di una riconciliazione con l’Autorità Palestinese, che governa la Cisgiordania. L’Egitto ha anche offerto il suo aiuto per ricostruire le infrastrutture distrutte dalla guerra a Gaza.

Gli Stati Uniti, infine, hanno espresso il loro sostegno all’accordo per la liberazione degli ostaggi e hanno lodato il ruolo del Qatar e dell’Egitto. Il presidente Joe Biden ha parlato al telefono con il primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu e con il leader di Hamas, esortandoli a rispettare la tregua e a cercare una soluzione pacifica al conflitto. Biden ha anche annunciato un pacchetto di aiuti umanitari e di sicurezza per Israele e Gaza, da coordinare con le Nazioni Unite e le organizzazioni non governative.

COPYRIGHT THEITALIANTIMES.IT © RIPRODUZIONE RISERVATA