7 milioni gli italiani a letto da inizio stagione

Influenza in aumento, Covid in calo: il paradosso sanitario italiano

La scarsa adesione alla campagna vaccinale contro l’influenza sta portando conseguenze e complicazioni nefaste per i più vulnerabili, fragili ed anziani

Influenza in aumento, Covid in calo: il paradosso sanitario italiano

L’Italia si trova di fronte a un paradosso sanitario: mentre il Covid mostra segni di rallentamento, l’influenza impazza con una diffusione mai registrata prima. Sono circa 7 milioni gli italiani che hanno contratto i virus influenzali da inizio stagione, di cui oltre un milione solo nell’ultima settimana. Si tratta di una cifra che potrebbe essere anche sottostimata, visto che i dati sono stati influenzati dai ritardi di notifica dovuti alle vacanze di fine anno.

 

L’influenza colpisce soprattutto i bambini

L’ondata influenzale era attesa, ma la campagna vaccinale non ha raggiunto gli obiettivi prefissati e ora le coperture sono insufficienti. A pagare il prezzo più alto sono soprattutto i bambini, che hanno un’incidenza di 48,7 casi per mille abitanti al di sotto dei cinque anni, contro una media nazionale di 17,5. Questo fa temere per le conseguenze della riapertura delle scuole, prevista per le prossime settimane.

“Al momento è difficile prevedere quando ci sarà il picco. È tuttavia probabile che nelle prossime settimane ci sarà ancora una circolazione sostenuta dei virus respiratori, specie con la riapertura delle scuole”, afferma Anna Teresa Palamara, direttrice del Dipartimento Malattie infettive dell’Istituto superiore di Sanità (Iss). Secondo l’esperta, non ci sono per ora evidenze di una maggiore aggressività del virus influenzale, ma si raccomanda comunque di adottare le misure di prevenzione e di cura appropriate.

 

Il Covid rallenta, ma non si abbassa la guardia

Nel frattempo, il Covid sembra perdere colpi, secondo il monitoraggio settimanale di ministero della Salute e Iss. L’indice di trasmissibilità è sceso sotto la soglia epidemica (a 0,75), i contagi segnalati sono diminuiti (38.736) e anche i ricoveri sono calati. “L’andamento epidemiologico, pur risentendo di un inevitabile ritardo del conferimento dei dati da parte delle Regioni a causa del periodo festivo, si consolida come assolutamente poco impattante sui ricoveri ospedalieri, indicatore certamente oggi più affidabile e significativo”, dichiara il direttore generale della Prevenzione sanitaria del ministero della Salute, Francesco Vaia.

Tuttavia, i decessi sono aumentati (371), anche se il numero include anche i dati delle settimane precedenti che non erano stati notificati da parte di alcune Regioni. Vaia invita quindi a mantenere “i presidi di prevenzione e terapeutici per i più fragili” a partire dalle vaccinazioni, per le quali il ministero ha sollecitato più volte le regioni ad attivare tutti i canali (farmacie, medici di famiglia, centri vaccinali) oltre a mettere in pista open day per i vaccini che proseguiranno anche nei prossimi giorni in diverse città d’Italia.

 

Il fallimento della campagna vaccinale

Uno dei fattori che ha contribuito alla diffusione dell’influenza è la copertura vaccinale largamente insoddisfacente, dovuta sia ai ritardi di alcune Regioni sia al rifiuto di molti cittadini di vaccinarsi sia contro il Covid sia contro l’influenza. I dati sulle vaccinazioni anti Covid sono deludenti: al 4 gennaio non si sono ancora superati i 2 milioni di dosi somministrate, con solo 45.983 italiani - forse scoraggiati anche dalle festività - che hanno completato il ciclo vaccinale nell’ultima settimana. Per quanto riguarda le vaccinazioni anti-influenzali, non ci sono informazioni aggiornate, ma a novembre erano stati vaccinati solo 2,2 milioni di persone su una popolazione di oltre 20 milioni che per età o condizioni di salute dovrebbero immunizzarsi.

COPYRIGHT THEITALIANTIMES.IT © RIPRODUZIONE RISERVATA