nuovi emendamenti: modifiche e criticità

Premierato e secondo premier, il governo cambia il testo ddl Casellati

Tra le novità più importanti, la revisione della norma antiribaltone, che regola le ipotesi di nomina di un secondo capo di governo in caso di crisi.

Premierato e secondo premier, il governo cambia il testo ddl Casellati

Il governo ha presentato una serie di emendamenti al ddl Casellati, che introduce il premierato eletto direttamente dai cittadini. Tra le novità più importanti, la revisione della norma antiribaltone, che regola le ipotesi di nomina di un secondo capo di governo in caso di crisi. Vediamo quali sono le modifiche e le criticità del nuovo testo.

 

Premierato: cos’è e come funziona

Il ddl Casellati, approvato in prima lettura dal Senato, prevede che il presidente del Consiglio sia eletto direttamente dai cittadini, tra i candidati proposti dai partiti o dalle coalizioni. Il premier eletto avrà il potere di nominare e revocare i ministri, di indire referendum e di sciogliere le Camere. Inoltre, riceverà un premio di maggioranza, che gli garantirà la fiducia parlamentare.

 

La norma antiribaltone: quando si può nominare un secondo premier

Il ddl Casellati prevedeva originariamente che, in caso di crisi del governo, il presidente della Repubblica potesse nominare un secondo premier, scelto tra i parlamentari collegati al premier eletto, solo se questi non avesse chiesto lo scioglimento delle Camere. Gli emendamenti del governo, invece, introducono alcune modifiche:

  • in caso di morte, impedimento permanente o decadenza del premier eletto, il capo dello Stato potrà decidere se sciogliere le Camere o affidare l’incarico a un altro, purché appartenente al perimetro degli eletti in collegamento con il premier e sostenuto dalla maggioranza.

  • in caso di mozione di sfiducia motivata al premier eletto, lo scioglimento delle Camere sarà automatico.

  • in caso di dimissioni volontarie del premier eletto, per crisi politica o per prevenire una sfiducia, il premier avrà sette giorni di tempo per chiedere lo scioglimento delle Camere. Se non lo farà, il presidente della Repubblica potrà nominare per una sola volta un secondo premier.

 

Le criticità della norma antiribaltone

La revisione della norma antiribaltone solleva alcune criticità, sia dal punto di vista costituzionale e sia politico. Alcuni costituzionalisti sostengono che la norma limita i poteri del presidente della Repubblica, che non potrà più valutare lo scioglimento delle Camere in caso di crisi, ma dovrà attenersi alle scelte del premier eletto. Inoltre, la norma potrebbe creare una situazione paradossale, in cui il secondo premier, pur non essendo stato scelto dai cittadini, sarebbe più stabile del primo, perché non potrebbe essere sostituito da un terzo. Infatti, se il secondo premier fosse sfiduciato o si dimettesse, si andrebbe al voto, e i parlamentari decadrebbero insieme a lui.

 

Altre modifiche al ddl Casellati: il semestre bianco e il premio di maggioranza

Gli emendamenti del governo apportano anche altre modifiche al ddl Casellati, riguardanti il semestre bianco e il premio di maggioranza. Il semestre bianco è il periodo in cui il presidente della Repubblica non può sciogliere le Camere, negli ultimi sei mesi del suo mandato. Gli emendamenti prevedono che, in caso di sfiducia al premier, lo scioglimento delle Camere sia possibile anche nel semestre bianco, in quanto atto dovuto. Il premio di maggioranza, invece, è il vantaggio che spetta al premier eletto, in termini di seggi parlamentari. Gli emendamenti eliminano il riferimento percentuale al premio, che non sarà più fissato al 55%. La percentuale sarà stabilita da una legge elettorale, che dovrà essere approvata entro il 31 dicembre 2024.

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