Missione in medio oriente

Meloni in visita ufficiale in Libano: impegno italiano per la pace

Dialogo al Gran Serraglio e sostegno italiano alla sicurezza, cena informale e oggi il saluto al contingente militare italiano alla base di Shama.

Meloni in visita ufficiale in Libano: impegno italiano per la pace

La missione di Giorgia Meloni in Libano si inserisce in un contesto delicato, dove la tensione al confine con Israele e gli episodi di violenza richiedono una risposta di pace e cooperazione. L’Italia, con il suo contingente Unifil, si conferma protagonista nel processo di stabilizzazione.

 

Diplomazia e speranza nel cuore del Mediterraneo

In una Beirut segnata dalle cicatrici di un conflitto che non accenna a placarsi, la visita della Presidente del Consiglio Giorgia Meloni si carica di significati profondi. Nel Gran Serraglio, storica sede del potere libanese, si sono intrecciate le linee della diplomazia e della speranza. 

 

La de-escalation è stata al centro del faccia a faccia fra Giorgia Meloni e Najib Miqati, il premier libanese. La volontà dell’Italia di contribuire alla sicurezza e alla stabilità del Libano è stata ribadita con fermezza da parte della premier. In un momento storico cruciale, il messaggio chiaro proveniente da Palazzo Chigi sottolinea la necessità di evitare ogni rischio di escalation lungo il confine con Israele. Questo fronte, riscaldato dall’attacco di Hamas a Israele lo scorso 7 ottobre, richiede azioni concrete.

L’Italia si impegna a sostenere le forze armate libanesi con ulteriori attività. Tra queste, si ipotizza un aumento della presenza di militari italiani nella missione bilaterale Mibil. Come ha sottolineato il ministro degli Esteri Antonio Tajani, i nostri militari non sono lì solo per fare la guardia alla bandiera, ma rappresentano un braccio operativo della politica internazionale.

Tra i temi sul tavolo, spicca anche la questione migratoria. Tutto ciò avviene mentre una salva di almeno 30 razzi Hezbollah, parzialmente intercettati dall’Iron Dome, è stata lanciata verso la città di Kiryat Shmona, nel nord di Israele. Un uomo di 25 anni, estratto dalle macerie di un edificio industriale, è morto in ospedale.

 

L’ultimo presidente del Consiglio in missione in Libano era stato Giuseppe Conte nel 2020, arrivato in Libano ad appena un mese dalla tragica esplosione al porto di Beirut che deturpò il volto della capitale libanese. La storia si intreccia con la presente, e la diplomazia italiana continua a tessere fili di speranza in una regione segnata da conflitti e sfide.

 

La giornata si è poi conclusa con una cena informale, momento di dialogo e di umanità lontano dai riflettori. Ma è la visita alla base di Shamaa a sottolineare la concretezza dell’azione italiana: un segnale di vicinanza alle truppe e di ferma condanna della violenza che ha recentemente insanguinato Naqura, lasciando un segno indelebile nella comunità locale e nel cuore di ogni italiano.

 

La visita al contingente militare a Shama

La visita ufficiale di Giorgia Meloni in Libano proseguirà oggi, alle 12 ora locale (le 11 in Italia), a Shama, nel Sud del Paese, per incontrare il contingente militare italiano. Questi soldati sono dispiegati nell’ambito della missione UNIFIL e nella Missione Militare Italiana Bilaterale in Libano (MIBIL).

Meloni porterà loro un messaggio di riconoscenza e apprezzamento da parte del governo e della nazione. Il loro impegno profuso in un quadro di sicurezza fortemente deteriorato, a tutela della pace e della sicurezza internazionali, è in linea con le Risoluzioni del Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite.

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