una sfida cruciale

Parlamento Ue e Patto migrazioni: verso una politica di asilo più equo

Via libera definitivo ai nuovi Regolamenti Eurodac, screening identificativi e asilo, al fine di unificare le procedure all’interno dell’Unione Europea

Parlamento Ue e Patto migrazioni: verso una politica di asilo più equo

In un’Europa sempre più interconnessa, la gestione delle migrazioni rappresenta una sfida cruciale. Dopo quattro anni di intensi dibattiti e negoziati, il Parlamento Europeo ha raggiunto un traguardo significativo, approvando il Patto per le migrazioni e l’asilo. Un pacchetto legislativo che promette di riformare un sistema che negli anni ha mostrato i suoi limiti, proponendo soluzioni innovative per una questione tanto complessa quanto attuale.

 

Il Parlamento Europeo approva il maxipacchetto migratorio

Dopo un percorso lungo e tortuoso, il Parlamento Europeo ha dato il via libera definitivo al Patto per le migrazioni e l’asilo. La decisione, culmine di un lavoro quadriennale e di un precedente tentativo di riforma non andato a buon fine, segna una svolta nella politica europea. Il pacchetto, che ora attende l’approvazione finale del Consiglio, è stato presentato nel 2020 e ha richiesto oltre tre anni di trattative.

Il Patto introduce un sistema più equo e solidale per la gestione dell’asilo, con l’obiettivo di migliorare l’accoglienza dei richiedenti asilo e facilitare il rimpatrio di chi non ha diritto a rimanere in Europa. Sostituirà il Regolamento Dublino, introducendo un meccanismo di solidarietà obbligatorio e misure contro gli abusi. Gli Stati membri potranno contribuire alla gestione della pressione migratoria attraverso la ricollocazione o supporto finanziario, con una soglia minima di ricollocamenti e un contributo finanziario significativo.

 

Patto migrazioni: l'unificazione delle procedure

Il Regolamento sulla procedura di asilo rappresenta un passo avanti significativo verso l’armonizzazione delle politiche di asilo all’interno dell’Unione Europea. Con l’obiettivo di sostituire le disparate procedure nazionali, il regolamento stabilisce un metodo comune per la concessione o la revoca della protezione internazionale. Questo cambiamento è fondamentale per garantire che tutti i richiedenti asilo ricevano un trattamento equo e uniforme, indipendentemente dallo Stato membro in cui presentano la loro domanda.

 

Le nuove norme sulla procedura di frontiera sono progettate per consentire una valutazione rapida e efficace delle domande di asilo direttamente alle frontiere esterne dell’UE. Questo sistema è pensato per identificare immediatamente le domande infondate o irricevibili, permettendo così di snellire il processo e di ridurre i tempi di attesa. L’obiettivo è quello di rendere le procedure di asilo e di rimpatrio non solo più rapide ma anche più efficaci, con decisioni prese entro un massimo di 12 settimane. Inoltre, il regolamento prevede la creazione di centri di accoglienza nei Paesi di primo ingresso, con una capacità di accoglienza adeguata a livello dell’UE, fissata a 30 mila posti. Gli Stati membri saranno responsabili di garantire la disponibilità di tali strutture sul proprio territorio e di gestire le procedure di frontiera in maniera autonoma, con un numero massimo di domande da esaminare, determinato annualmente dalla Commissione Europea.

 

Il Regolamento UE per rispondere alle emergenze

Il Regolamento sulle situazioni di crisi è una componente fondamentale del nuovo Patto per le migrazioni e l’asilo dell’Unione Europea. Esso stabilisce un quadro di norme procedurali e di eccezioni per attivare rapidamente meccanismi di solidarietà in risposta a situazioni di emergenza, come quelle sperimentate nel 2015 e nel 2016, quando un numero eccezionale di oltre due milioni di persone ha cercato rifugio nell’UE. Il regolamento prevede un meccanismo di solidarietà robusto e misure di supporto per gli Stati membri che si trovano a gestire un afflusso straordinario di migranti, che rischia di sovraccaricare i sistemi nazionali di asilo.

In caso di crisi, lo Stato membro colpito deve presentare una richiesta motivata alla Commissione Europea, che ha il compito di valutare la situazione entro due settimane. La Commissione decide quindi se vi sia o meno una situazione di crisi e propone al Consiglio misure di solidarietà e possibili deroghe, oltre a raccomandazioni sulle categorie di persone che dovrebbero ricevere protezione immediata. Queste norme sono anche volte a prevenire la strumentalizzazione dei migranti da parte di Paesi terzi o attori non statali che potrebbero utilizzare le crisi migratorie per destabilizzare l’UE.

 

Riforma del Regolamenti: Eurodac, screening e asilo

La riforma del Regolamento Eurodac è un altro elemento chiave del Patto, che mira a migliorare l’identificazione di coloro che arrivano nell’UE. Oltre alle impronte digitali, saranno aggiunte le immagini del volto, con l’obiettivo di proteggere i minori e facilitare il ricongiungimento familiare. Il regolamento consente alle autorità di registrare individui che rappresentano una minaccia per la sicurezza o che hanno comportamenti violenti o irregolari. Un database comune fornirà informazioni più dettagliate per monitorare i movimenti non autorizzati all’interno dell’UE.

Il Regolamento di screening stabilisce norme uniformi per l’identificazione dei cittadini di Paesi terzi all’arrivo, incrementando la sicurezza all’interno dello spazio Schengen. Chi non soddisfa i requisiti di ingresso nell’UE sarà sottoposto a una procedura di screening che include identificazione, raccolta di dati biometrici e controlli sanitari e di sicurezza, per un periodo massimo di sette giorni. Le esigenze specifiche dei bambini saranno considerate prioritariamente, e ogni Stato membro implementerà un meccanismo di monitoraggio indipendente per assicurare il rispetto dei diritti fondamentali.

Il Patto include anche il regolamento dell’Agenzia europea per l’asilo, norme per armonizzare la protezione e i diritti dei richiedenti asilo negli Stati membri, nuove regole per migliorare le condizioni di accoglienza dei richiedenti protezione internazionale e un nuovo quadro per l’adozione di un piano di reinsediamento. La Commissaria europea agli Affari interni, Ylva Johansson, e il Vicepresidente Margaritis Schinas hanno espresso soddisfazione per il voto, sottolineando che il Patto permetterà di proteggere meglio le frontiere esterne, i vulnerabili e i rifugiati, e di rimpatriare rapidamente coloro che non hanno diritto a restare, grazie alla solidarietà obbligatoria tra gli Stati membri.

 

La Presidente del Parlamento europeo, Roberta Metsola, ha celebrato l’adozione del Patto come un momento storico, evidenziando il duro lavoro di oltre un decennio e il mantenimento degli impegni presi. Margaritis Schinas ha enfatizzato che, dopo anni di stallo, l’Europa è ora in grado di gestire la migrazione in modo ordinato e secondo le proprie condizioni. Dichiarazioni che riflettono l’importanza del Patto come un equilibrio tra solidarietà e responsabilità, definendo così la via europea per la gestione della migrazione e dell’asilo.

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