Il verdetto

Attesa per oggi la decisione di S&P sul destino del rating italiano

L’Italia attende il cruciale giudizio di Standard & Poor’s sul rating, in un periodo di tensioni geopolitiche, incertezze economiche e monetarie globali

Attesa per oggi la decisione di S&P sul destino del rating italiano

In un’epoca segnata da sfide economiche e tensioni geopolitiche, l’Italia si trova davanti a un momento decisivo. Le valutazioni delle agenzie di rating sono sempre state un barometro per la fiducia degli investitori e la stabilità finanziaria di una nazione. Con il mondo che osserva, l’Italia attende con ansia il verdetto di Standard & Poor’s, il cui giudizio potrebbe influenzare il percorso economico del paese nei mesi a venire.

 

Il verdetto di S&P: una svolta per l’Italia?

Nell’ottobre scorso, la situazione economica dell’Italia è stata scrutata da S&P, che ha mantenuto il rating “BBB” con prospettive stabili. Nonostante non siano stati rilevati allarmi immediati, l’agenzia ha evidenziato possibili rallentamenti nel consolidamento fiscale, rispetto alle aspettative. Questa valutazione è stata fatta dopo l’annuncio della manovra economica per il 2024, un anno che si preannuncia cruciale per il paese.

Il contesto attuale è complesso: le tensioni in Medio Oriente sono in aumento e la crescita economica globale stenta a raggiungere la media storica, come confermato dal Fondo Monetario Internazionale. In questo scenario, l’Italia si trova sotto i riflettori internazionali. La decisione di S&P, prevista per oggi 19 aprile, sarà seguita da quelle di Fitch e Moody’s, rispettivamente il 3 e il 31 maggio, completando così un trimestre di valutazioni che potrebbero rivelarsi determinanti per il futuro economico del paese.

 

Prospettive economiche: stabilità nonostante le sfide

L’Italia naviga in acque economiche relativamente calme, con previsioni di crescita che, sebbene modeste, non destano particolare preoccupazione. Il Fondo Monetario Internazionale (FMI) prevede un incremento del PIL italiano dello 0,7% sia per il 2024 che per il 2025. Quest’ultima stima è stata leggermente ridotta rispetto all’1,1% inizialmente previsto per il 2025, ma rimane in linea con le aspettative per l’anno corrente. Il governo italiano, da parte sua, è leggermente più ottimista, anticipando una crescita dell’1% per il 2024 e dell’1,2% per il 2025. A titolo comparativo, la Francia si aspetta una crescita simile per il 2024 (+0,7%), ma prevede un raddoppio per il 2025 (1,4%), mentre la Germania si prospetta un aumento più modesto dello 0,2% per il 2024, seguito da una più significativa ripresa all’1,3% nel 2025.

 

Politica monetaria e impatto elettorale 

Il panorama della politica monetaria rimane incerto. La Banca Centrale Europea (BCE) sembra propensa a una riduzione dei tassi a giugno, mentre la Federal Reserve degli Stati Uniti si orienta verso una politica più accomodante. Queste mosse sono osservate con attenzione, in quanto potrebbero influenzare significativamente l’economia globale e quella dei singoli paesi, Italia inclusa. Inoltre, l’attenzione politica è già focalizzata sulle imminenti elezioni europee di giugno e sulle elezioni presidenziali statunitensi di novembre, eventi che potrebbero avere un impatto rilevante sull’economia mondiale.

 

Fitch e Moody’s: prudenza e ottimismo nel valutare l’Italia

Le agenzie di rating, consapevoli di questi fattori, potrebbero optare per un approccio cauto nel valutare l’Italia, in attesa di un quadro politico ed economico più definito. S&P, in particolare, non ha rilevato allarmi nel suo ultimo giudizio di ottobre, confermando il rating “BBB” con prospettive stabili per l’Italia. Tuttavia, ha messo in guardia su un possibile rallentamento nel consolidamento di bilancio. A gennaio, S&P ha descritto il 2024 come un “anno di transizione” per l’Italia, con un recupero del reddito reale leggermente in ritardo rispetto al resto dell’Eurozona, ma in fase di miglioramento, e un mercato del lavoro strutturalmente più solido, nonostante il divario di produttività si stia riducendo solo marginalmente.

 

La prudenza di Fitch, nell’ultimo appuntamento valutativo di novembre, ha mantenuto il rating dell’Italia a “BBB” con un outlook stabile. L’agenzia ha riconosciuto la robustezza dell’economia italiana, descritta come “ampia, diversificata e ad alto valore aggiunto”, nonostante un debito pubblico ancora elevato ma in via di stabilizzazione. La stabilità politica del paese non è stata messa in discussione, con il Governo Meloni che ha mostrato una resilienza superiore rispetto alle amministrazioni precedenti, nonostante la pressione politica per onorare gli impegni presi durante la campagna elettorale.

 

L’Ottimismo di Moody’s Moody’s, tradizionalmente più critica nei confronti dell’Italia, ha sorpreso con un approccio più ottimista nell’ultima valutazione di novembre. L’agenzia ha confermato il rating “Baa3”, il gradino più basso dell’investment grade, ma ha migliorato l’outlook da negativo a stabile, scongiurando il rischio di un declassamento al livello “junk”. Questo cambio di prospettiva segue la precedente revisione dell’outlook da stabile a negativo dopo la caduta del governo Draghi nel luglio 2022, indicando un recupero della fiducia nell’economia italiana.

 

Nonostante queste valutazioni, gli analisti rimangono cauti nel fare previsioni precise sulle future decisioni delle agenzie di rating. Sottolineano l’importanza di monitorare attentamente i vari fattori geopolitici ed economici, poiché un’escalation dei conflitti potrebbe fungere da catalizzatore per cambiamenti significativi. Attualmente, si prevede un “soft landing” dell’economia, ma se gli eventi dovessero prendere una piega negativa rispetto alle aspettative, sarà necessario rivedere le analisi e, di conseguenza, anche i giudizi sui rating.

COPYRIGHT THEITALIANTIMES.IT © RIPRODUZIONE RISERVATA