giorno 197 del conflitto

Medio Oriente, notte di fuoco e di attacchi in Iraq e a Eilat

Nuove esplosioni hanno scosso la regione. Ferma smentita di qualsiasi coinvolgimento da parte degli Stati Uniti e di Israele. In corso le indagini

Medio Oriente, notte di fuoco e di attacchi in Iraq e a Eilat

In una regione già segnata da tensioni e conflitti, nuove esplosioni hanno scosso il Medioriente. La notte del 19 aprile, vicino Baghdad, una serie di detonazioni ha devastato una base militare irachena. Mentre le indagini sono ancora in fase preliminare, le accuse di coinvolgimento internazionale si sono rapidamente diffuse, suscitando smentite ufficiali e preoccupazione globale.

Nella stessa notte, la Resistenza Islamica in Iraq ha proclamato attraverso i social media di aver diretto alcuni droni verso un sito cruciale a Eliat, situato nel meridionale Israele.

 

Esplosioni notturne in Iraq

Una notte di fuoco ha turbato i sonni della popolazione residente nei pressi della capitale irachena. Esplosioni multiple hanno risuonato attraverso la base di Khalsu, utilizzata dalle Forze di Mobilitazione Popolare (PMF), milizie ex filo-iraniane ora integrate nell’esercito regolare. Il bilancio è grave: danni estesi, 1 morto e vari feriti tra i miliziani. Le autorità locali, guidate da Muhannad al-Anazi, stanno conducendo indagini approfondite per chiarire le dinamiche dell’incidente.

Nel caos delle informazioni che si susseguono, emerge una costante: la ferma smentita di qualsiasi coinvolgimento da parte degli Stati Uniti e di Israele. Nonostante le voci di un loro possibile attacco, entrambe le nazioni hanno prontamente negato ogni accusa. Un portavoce israeliano, intervistato dalla CNN, ha ribadito l’estraneità del suo paese agli eventi, in linea con la dichiarazione ufficiale americana che nega categoricamente operazioni militari in territorio iracheno

 

Raid aereo su Eilat, la rivendicazione Irachena

In una mossa audace, la Resistenza Islamica in Iraq ha proclamato attraverso i social media di aver diretto alcuni droni verso un sito cruciale a Eilat, situato nel meridionale Israele. Questa azione è stata descritta come una reazione diretta alle presunte incursioni israeliane che avrebbero violato la sovranità irachena. Il gruppo, che rappresenta diverse fazioni irachene con legami iraniani, ha etichettato l’operazione come una risposta legittima agli attacchi subiti dalle Forze di Mobilitazione Popolare irachene.

La notizia del lancio di droni è stata confermata da fonti mediatiche, che hanno riferito di un’offensiva mirata contro Eilat, in risposta alle azioni israeliane contro le basi delle Forze di Mobilitazione Popolare. Queste dichiarazioni seguono un raid notturno che ha colpito la base militare di Calso in Iraq, sollevando questioni di sicurezza e provocando una serie di reazioni a catena nella regione.

 

Radar Isfahan danneggiato: tensioni in aumento

In merito all'attacco attribuito ad Israele su Isfahan, le recenti immagini satellitari analizzate dal Times of Israel hanno rivelato danni significativi a un sistema radar situato nelle vicinanze dell’aeroporto di Isfahan, in Iran. Questi danni sarebbero il risultato di un attacco notturno attribuito a Israele, secondo quanto riportato dal giornale. La pubblicazione delle immagini è stata vietata dall’agenzia che le ha acquisite, ma ulteriori foto satellitari confermano il bersaglio dell’attacco. Fonti della ABC aggiungono che il radar colpito era parte integrante delle difese aeree dell’impianto nucleare di Natanz, intensificando le speculazioni e le tensioni internazionali.

 

Hamas: possibile addio al Qatar?

Il Wall Street Journal ha diffuso notizie di un possibile cambiamento nella geopolitica del Medioriente: Hamas, il gruppo politico ospitato in Qatar dal 2012, potrebbe essere in procinto di trasferirsi. Sotto la pressione degli stallo nei negoziati con Israele, Hamas avrebbe sondato la disponibilità di almeno due nazioni della regione, tra cui l’Oman, per accogliere il proprio ufficio politico. Questa potenziale mossa di Hamas potrebbe avere ripercussioni significative sui negoziati in corso, compresa la liberazione degli ostaggi israeliani e la comunicazione tra Israele, gli USA e Hamas. La situazione attuale è segnata da un crescente clima di sfiducia e incertezza sul futuro dei colloqui.

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