commozione collettiva

Papa Francesco a Verona: un viaggio pastorale di pace e speranza

Il messaggio di luce tra la San Zeno, l’Arena, il carcere di Montorio e lo stadio. L’abbraccio del Pontefice a Maoz Inon e Aziz Sarah, simboli della guerra

Papa Francesco a Verona: un viaggio pastorale di pace e speranza

La visita pastorale di Papa Francesco a Verona si è trasformata in un viaggio emblematico attraverso i luoghi simbolo della città, toccando le corde dell’anima e dello spirito. Con parole di conforto e di incoraggiamento, il Pontefice ha trasmesso un messaggio di luce in un mondo spesso oscurato dal disincanto e dalla disperazione. La sua presenza ha rinnovato la speranza di un futuro migliore, sottolineando l’importanza della solidarietà e dell’amore verso il prossimo.

 

Un messaggio di luce dalla basilica di San Zeno 

Nella mattinata, il Santo Padre ha iniziato il suo pellegrinaggio di fede dalla storica Basilica di San Zeno, dove ha incontrato sacerdoti e consacrati. Nel suo discorso, Papa Francesco ha messo in guardia contro l’abitudine al male, sottolineando che “il male non è normale, se ci abituiamo siamo complici”. Ha poi esortato i presenti a rifiutare il carrierismo e l’autopromozione, invitandoli a vivere l’apostolato nella logica del servizio gratuito alla Chiesa. “È Lui che ha scelto noi”, ha ricordato il Pontefice, “e anche quando avvertiamo il peso della stanchezza e di qualche delusione, rimaniamo sereni e fiduciosi”.

 

All’Arena di Verona

Dopo aver lasciato la Basilica, Papa Francesco si è diretto all’Arena di Verona, dove ha tenuto un incontro sui temi della pace davanti a una folla di 10mila persone. Il suo messaggio è stato chiaro: “Non cedere a sconforto e disperazione”. Successivamente, il suo viaggio lo ha portato al carcere di Montorio, dove ha pranzato con i detenuti, a cui ha detto: “Voi mi state facendo bene”. Con queste parole, il Papa ha espresso la sua vicinanza e il suo sostegno a coloro che si trovano ai margini della società, ricordando a tutti che la speranza e la redenzione sono sempre possibili.

Durante l’evento “Arena di Pace”, Papa Francesco ha accolto tra le sue braccia due uomini, simboli viventi del conflitto israelo-palestinese: Maoz Inon e Aziz Sarah. Il primo, israeliano, ha perso i genitori per mano di Hamas; il secondo, palestinese, ha visto il fratello cadere sotto i colpi dell’esercito israeliano. Ora, amici e collaboratori, hanno ricevuto una standing ovation dall’arena colma di persone, in un momento di commozione collettiva. Il Papa ha sottolineato il silenzio necessario di fronte a tale sofferenza, invitando tutti a riflettere internamente e a prendere decisioni che possano porre fine ai conflitti.

 

Autorità e comunità: le parole del Papa

Papa Francesco ha poi affrontato il tema dell’individualismo e del suo impatto sulla comunità e sull’autorità. Parlando a un pubblico attento, ha messo in guardia contro la visione di un leader come salvatore solitario, sottolineando che l’autorità vera è collaborativa e riconosce i propri limiti. Ha invitato i leader a valorizzare il contributo di ogni individuo e a promuovere la partecipazione attiva nella società. In particolare, ha esortato a investire nei giovani, risvegliando in loro la passione per la partecipazione e per la costruzione di un futuro condiviso.

 

La visita al carcere di Montorio

L’ultima tappa del viaggio di Papa Francesco è stata al carcere di Montorio, dove ha incontrato detenuti e personale in un clima di emozione palpabile. La direttrice Francesca Gioieni e il giovane detenuto Edoardo hanno espresso la loro gratitudine per la visita, sottolineando il desiderio di costruire relazioni basate su famiglia e fratellanza. Il Papa ha parlato dell’umanità presente nel carcere, ricordando che Dio è sempre vicino e pronto a perdonare. Ha rinnovato l’appello per migliorare le condizioni carcerarie e ha incoraggiato tutti a non cedere alla disperazione, ma a cercare la speranza e il riscatto, anche nei momenti più bui.

 

La celebrazione al Bentegodi

Alla conclusione della sua visita pastorale, Papa Francesco ha celebrato la Messa allo stadio Bentegodi, accogliendo migliaia di giovani e adolescenti. Ha parlato dell’arrivo dello Spirito Santo come fonte di coraggio e cambiamento, invitando i fedeli a vivere con ardore la vita cristiana. Il Papa ha sottolineato l’importanza dell’armonia, contrapposta alla guerra, e ha esortato tutti a riflettere su come lo Spirito possa portare armonia nelle loro vite, nelle famiglie, nelle città e nella società. Ha chiuso con un messaggio di unità e diversità, ricordando che lo Spirito Santo costruisce la Chiesa attraverso l’amore che unisce le persone, nonostante le loro differenze.

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